Un ricordo di Marcello Mastroianni a 20 anni dalla sua scomparsa

Marcello Mastroianni con Elio Petri sul set de "La decima vittima" (1965) Marcello Mastroianni con Elio Petri sul set de "La decima vittima" (1965) foto Carlo Riccardi
Vent’anni fa, il 19 dicembre 1996, moriva a Parigi Marcello Mastroianni.

Nato a Fontana Liri (FR) nel settembre 1924, si avvicina al teatro ancora studente e nel ’48 viene notato da Luchino Visconti, il quale lo vuole come protagonista dell’allestimento teatrale di Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams (poi portato al cinema da Elia Kazan nell’omonimo film del ’51 interpretato dal giovane Marlon Brando, Vivien Leigh, Karl Malden e Kim Hunter) e di altri lavori, superiori in confronto al suo esordio cinematografico, avvenuto nel ’47 nel ruolo secondario di un giovane rivoluzionario ne I miserabili (1947) di Riccardo Freda, tratto dall’omonimo romanzo francese di Victor Hugo.

I ruoli cinematografici immediatamente successivi (Una domenica d’agosto - 1950 -, Le ragazze di piazza di Spagna - 1952 -, entrambi diretti da Luciano Emmer) lo vedono interpretare giovanotti gentili e di bella presenza, prima di calibrare una promettente caratura drammatica con Cronache di poveri amanti (1953) di Carlo Lizzani, tratto dall’omonimo libro di Vasco Pratolini e ne Le notti bianche (1957) di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo romanzo di Fedor Dostoevskij.

Nel ’58 entra nell’improbabile quintetto di sciamannati scassinatori de I soliti ignoti di Mario Monicelli.

Tuttavia, il passaggio a “volto-simbolo” del cinema italiano si verificherà due anni dopo, quando avvia con Federico Fellini (La dolce vita - 1960) una solido rapporto di amicizia e un sodalizio artistico trasferito nel personaggio di quel Marcello destinato a diventare l’alter ego preferito del grande regista riminese e che, nel ’63, con il nome di Guido, incarnerà il top dell’estro felliniano in Otto e 1/2.

Nel frattempo, fa vivere molti altri personaggi con i toni garbati (e nello stesso tempo molto incisivi) che Mastroianni, apparentemente senza sforzo, riesce ad imprimere loro.

Ricordiamo ad esempio il dongiovanni (in realtà “fasullo”) de Il bell’Antonio (1960) di Mauro Bolognini, tratto dall’omonimo libro di Vitaliano Brancati e scritto, fra gli altri, anche da Pier Paolo Pasolini (il quale l’anno successivo esordirà alla regia con Accattone - 1961), del barone Fefè Cefalù, l’uxoricida di Divorzio all’italiana (1961) di Pietro Germi, oppure l’antiquario ingiustamente accusato di omicidio de L’assassino (1961) di Elio Petri (al suo esordio alla regia), dal quale verrà diretto anche ne La decima vittima (1965), tratto da un racconto di Robert Sheckley, Todo Modo (1976), tratto dall’omonimo libro di Leonardo Sciascia, e nello sceneggiato tv Le mani sporche (1978), tratto dall’omonimo libro di Jean-Paul Sartre.

La corrispondenza artistica si realizza anche con Marco Ferreri a partire da Break-up - L’uomo dei palloni (1965), cui seguirà La cagna (1972) e soprattutto La grande abbuffata (1973).

Celeberrime anche le sue performances insieme a Sophia Loren, cominciate negli anni Cinquanta con Peccato che sia una canaglia (1954) di Alessandro Blasetti e proseguite con Ieri, oggi e domani (1963), Matrimonio all’italiana (1964) e I girasoli (1969), tutti e tre diretti da Vittorio De Sica, La moglie del prete (1970) di Dino Risi, e Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola. In quest’ultimo film, si esprime al massimo la sua capacità di temperare (valorizzandola ulteriormente) l’irruenza della Loren con i mezzitoni dell’omosessuale perseguitato dal regime fascista che, nel corso della visita di Hitler a Roma (maggio 1938), divide qualche ora di amaro confronto con l’affascinante vicina di casa.

Nello stesso anno interpreta anche il poliziesco Doppio delitto (1977) di Steno, il quale, in quegli anni, dirige anche la serie di Piedone (Piedone lo sbirro - 1973 -, Piedone a Hong Kong - 1975 -, Piedone l'africano - 1978 -, Piedone d'Egitto - 1980), interpretata da Bud Spencer.

Il passar degli anni non intacca minimamente il suo charme e la sua bravura permettendogli di far invecchiare senza fatica i suoi personaggi. Di nuovo con Federico Fellini (Ginger e Fred - 1986), Ettore Scola (Che ora è - 1989), e anche con Francesca Archibugi (Verso sera - 1990) e con Giuseppe Tornatore (Stanno tutti bene - 1990).

Negli anni Novanta interpreta Al di là delle nuvole (1995) di Michelangelo Antonioni e Wim Wenders e Sostiene Pereira (1995) di Roberto Faenza, tratto dall’omonimo libro di Antonio Tabucchi.

Nel ’96, pochi mesi prima di morire, lascia un toccante testamento umano ed artistico in Marcello Mastroianni - Mi ricordo, sì, io mi ricordo (uscito postumo nel 1997), curato dalla regista Anna Maria Tatò.

Fra gli altri film ricordiamo La legge (1959) di Jules Dassin, Adua e le compagne (1960) di Antonio Pietrangeli, Fantasmi a Roma (1961), anch’esso diretto da Antonio Pietrangeli, La notte (1962) di Michelangelo Antonioni, Vita privata (1962) di Louis Malle, I compagni (1963) di Mario Monicelli, Casanova ’70 (1965), anch’esso diretto da Mario Monicelli, Oggi, domani, dopodomani (1965) di Eduardo De Filippo, Marco Ferreri e Luciano Salce, Lo straniero (1967) di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo libro di Albert Camus, Amanti (1968) di Vittorio De Sica, Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1969) di Ettore Scola, Giochi particolari (1970) di Franco Indovina, Roma (1972) di Federico Fellini, Che? (1972) di Roman Polanski, Mordi e fuggi (1973) di Dino Risi, Rappresaglia (1973) di George Pan Cosmatos, Allonsanfan (1974) di Paolo e Vittori Taviani, Non toccare la donna bianca (1974) di Marco Ferreri, Per le antiche scale (1975) di Mauro Bolognini, Divina creatura (1975) di Giuseppe Patroni Griffi, La donna della domenica (1975) di Luigi Comencini, Così come sei (1978) di Alberto Lattuada, Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978) di Lina Wertmuller, L’ingorgo (1978) di Luigi Comencini, Giallo napoletano (1979) di Sergio Corbucci, La terrazza (1980) di Ettore Scola, La città delle donne (1980) di Federico Fellini, Fantasma d’amore (1981) di Dino Risi, La pelle (1981) di Liliana Cavani, tratto dal  libro omonimo di Curzio Malaparte, Il mondo nuovo (1982) di Ettore Scola, Oltre la porta (1982) di Liliana Cavani, Storia di Piera (1983) di Marco Ferreri, Enrico IV (1984) di Marco Bellocchio, Le due vite di Mattia Pascal (1985) di Mario Monicelli, liberamente tratto da Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, Maccheroni (1985) di Ettore Scola, Il volo (1986) di Theo Anghelopoulos, Intervista (1987) di Federico Fellini, Splendor (1989) di Ettore Scola, La vedova americana (1993) di Beeban Keedron, Il passo sospeso della cicogna (1993) di Theo Anghelopoulos, Pret-à-Porter (1994) di Robert Altman, La vera storia di Antonio H. (1994) di Enzo Monteleone, Cento e una notte (1995) di Agnès Varda, Viaggio all’inizio del mondo (1996) di Manoel de Oliveira.

Garbato ed autoironico, molto amato dal pubblico, dalla critica e dalla maggior parte dei registi con i quali ha lavorato, nel corso della sua carriera ha ottenuto tre Nomination all’Oscar come Miglior Attore Protagonista e quasi tutti gli altri premi cinematografici (compresa la Palma d’Oro al Festival di Cannes ed il Premio al Festival del Cinema di Venezia), lasciando un segno profondo e indelebile nel cinema italiano sia come uomo sia come artista. 

Alcune foto di Marcello Mastroianni (fra cui ne ricordiamo una in cui appare con Pier Paolo Pasolini e Pierre Brasseur, all’epoca della realizzazione del già citato Il bell’Antonio) sono ammirabili nella mostra I tanti Pasolini, curata dall’Archivio Fotografico Riccardi e formata da ventisei scatti del grande fotografo Carlo Riccardi degli anni compresi fra il 1960 e il 1969.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.