Un ricordo di Yul Brynner nel centenario della sua nascita

Nato a Vladivostok - in Siberia - nel 1920 (muore a New York nell’ottobre 1985) di origini tzigane, da ragazzo fa i lavori più vari - è anche trapezista in un circo a Parigi) e nel 1941 arriva negli Stati Uniti con una compagnia teatrale.
Dopo aver esordito al cinema alla fine degli anni Quaranta (in un ruolo secondario nel film gangster Porto di New York - 1949 - di Laszlo Benedek), a partire dal ’51 ottiene grande successo a Broadway con il musical The King and I, con cui vince vari premi.
Qualche anno dopo interpreta la versione cinematografica (Il re ed io - 1956) diretta da Walter Lang, in cui recita con Deborah Kerr e con cui vince un meritato Oscar come Miglior Attore Protagonista. Inconfondibile testa calva, fascino magnetico, nei quindici/vent’anni successivi interpreta in numerosi film di successo (I dieci comandamenti - 1956 - di Cecil B. DeMille, Anastasia - 1956 - di Anatole Litvak, con Ingrid Bergman - appena rientrata negli Stati Uniti dopo i sei anni “rosselliniani” in Italia e dopo la breve parentesi francese con Eliana e gli uomini di Jean Renoir -, Karamazov - 1958 - di Richard Brooks, tratto dal romanzo di Fedor Dostoevskij, Il viaggio - 1959 - di A. Litvak, in cui recita per la seconda volta con Deborak Kerr, il western I magnifici sette - 1960 - di John Sturges, con Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson, James Coburn, Brad Dexter, Robert Vaughn e Horst Bucholz, Invito a una sparatoria - 1964 - di Richard Wilson, Gli avventurieri del pianeta Terra - 1975 - di Robert Clouse).
Fra gli altri film ricordiamo I bucanieri (1958) di Anthony Quinn, L’urlo e la furia (1959) di Martin Ritt, Salomone e la regina di Saba (1959) di King Vidor, in cui sostituì Tyrone Power (1913-1958), morto improvvisamente a soli quarantacinque anni a causa di un infarto pochi giorni dopo l’inizio delle riprese, Ancora una volta con sentimento (1959) e Pacco a sorpresa (1960) di Stanley Donen, Il testamento di Orfeo (1960) di Jean Cocteau, Fuga da Zahrain (1962) di Ronald Neame, Taras il magnifico (1962) e I re del sole (1963) di Jack Lee Thompson, I tre da Ashiya (1964) di Michael Anderson, I morituri (1965) di Bernhard Wicki, Combattenti della notte (1966) di Melville Shavelson, Il papavero è anche un fiore (1966) e Agli ordini del Fuhrer e al servizio di Sua Maestà di Terence Young, Il ritorno dei magnifici sette (1966) di Burt Kennedy, sequel del celebre e già citato I magnifici sette di John Sturges, Doppio bersaglio (1967) di Franklin J. Schaffner, Il lungo duello (1967) di Ken Annakin, Viva! Viva Villa! (1968) di Buzz Kuliz, con Robert Mitchum, Quel maledetto ispettore Novak (1969) e Catlow (1971) di Sam Wanamaker, La battaglia della Neretva (1969) di Veljko Bulajic, La pazza di Chaillot (1969) di Bryan Forbes e John Huston, lo spaghetti western Indio Black, sai che ti dico… (1970) di Frank Kramer [Gianfranco Parolini], Il faro in capo al mondo (1971) di Kevin Billington, Il romanzo di un ladro di cavalli (1971) di Abraham Polonsky, …e tutto in biglietti di piccolo taglio (1972) di Richard Colla, Il serpente (1973) di Henri Verneuil, con Henry Fonda, Il mondo dei robot (1973) di Michael Crichton, Futureworld - 2000 anni nel futuro (1976) di Richard T. Heffron, Con la rabbia agli occhi (1977) di Antonio Margheriti, Rosanne Six (1977) di Frank Tolin.
In televisione, negli anni Settanta interpreta la serie Anna ed io (1972), formata da dodici episodi e tratta dal già citato Il re ed io di Walter Lang.
Fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta si ritira a vita privata.
Nel 1982 partecipa al documentario di Timothy Kolin The Love American.
Grande appassionato di fotografia, è stato anche un ottimo fotografo. Le sue foto sono state raccolte in quattro volumi. Fra queste troviamo momenti di svago - sia sul set sia altrove - e prove artistiche di alto livello.
Fumatore accanito (nella maggior parte fra le foto ed i video lo ritraggono in attimi di svago, non lo si vede quasi mai senza una sigaretta fra le dita) all’inizio del 1985 si ammala di tumore al polmone. Venuto a conoscenza delle sue condizioni (la malattia fu scoperta quando era già in fase avanzata), registrò un video, chiedendo che fosse diffuso dopo la sua morte come monito per i ragazzi sui danni provocati dal fumo e per esortarli a non cominciare mai a fumare. Il video mostra uno Yul Brynner già duramente segnato dalla malattia e che, dopo una breve premessa, fa un drammatico appello guardando direttamente in camera: «Now that I’m gone I tell you: don’t smoke. Whatever you do, just don’t smoke».
Yul Brynner muore a New York il 10 ottobre 1985. Nello stesso giorno muore anche il Orson Welles (1915-1985), con il quale, nel ’69, aveva recitato in La battaglia della Neretva.
Alessandro Poggiani
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