Asilo Teatrale degli Appennini. Un sistema teatrale integrato nel cuore delle Marche di Arianna Morganti

Asilo Teatrale degli Appennini. Un sistema teatrale integrato nel cuore delle Marche di Arianna Morganti
In uscita il libro “Asilo Teatrale degli Appennini - Un sistema teatrale integrato nel cuore delle Marche” (Banquo), scritto dalla apecchiese Arianna Morganti con i contributi e le conclusioni di Nicola Nicchi.

«Fare della nostra terra di confine e dei suoi meravigliosi borghi storici il luogo ideale per una nuova idea di accoglienza e di impresa culturale. Un asilo appunto, capace di donare protezione, ascolto e libertà d’azione a tutti coloro che qui o altrove non ne hanno» (Arianna Morganti, Asilo Teatrale degli Appennini. Un sistema teatrale integrato nel cuore delle Marche, Banquo 2021)

Il testo si fa portavoce di un progetto nato nel 2015 e che prende forma nel percorso di ricerca cominciato dall’autrice all’interno del Master in Performing Arts Management organizzato dall’Accademia Teatro alla Scala.  

Da un lavoro di tipo didattico conclusosi un lustro fa, attraverso una necessaria revisione, si è arrivati ad un testo vero e proprio che si presenta al lettore/lettrice come un manuale in cui vengono perseguiti due obiettivi fondamentali. diffondere i tratti distintivi e gli esiti del progetto “Asilo Teatrale degli Appennini” e della sua prima messa in pratica, e proporre sistemi integrati di teatro da applicare e sviluppare in territori del tutto specifici, ovverosia quelli delle aree interne del basso appennino pesarese-anconetano al fine di contribuire al relativo sviluppo comunitario, culturale ed economico.

La volontà di proporre un progetto culturale ad hoc per queste terre è stata dettata dalla profonda consapevolezza di Arianna Morganti e Nicola Nicchi, da sempre attivi nel mondo dell’arte e dello spettacolo, del ruolo del teatro all’interno della comunità. L’obiettivo che li ha spinti ad intraprendere tale percorso è quello di portare il teatro dove non c’è, in quelle zone di confine, fatte di piccoli paesi silenziosi e di terre feconde da coltivare con grazia e dedizione, per renderle luoghi ideali per una nuova idea di accoglienza e impresa culturale. Nonostante il comune di Apecchio (PU) sia quello in cui ad oggi il progetto si concentra, la pubblicazione si rivolge soprattutto a quei paesi vicini e simili - per natura e per caratteristiche - alla realtà apecchiese. I nove comuni che fanno parte delle aree interne del basso appennino pesarese-anconetano (Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Arcevia e Sassoferrato) sono infatti presenti nel manuale e descritti come principali attori del sistema integrato che l’autrice propone.

Un manuale rivolto gli addetti ai lavori - gli operatori culturali e gli organizzatori teatrali -, ma non solo. Il libro parla anche agli amanti ed agli appassionati del teatro e dello spettacolo in senso più vasto, oltre che ai giovani che ben presto si troveranno di fronte ad un sistema culturale da ristrutturare e da innovare. L’obiettivo dell’autrice è quello di contribuire, anche solo simbolicamente, ad un ripensamento culturale necessario alla ripartenza di un settore che generalmente è poco presente all’interno dei progetti volti allo sviluppo e all’innovazione territoriale.

 

Arianna Morganti (Urbino, 1995), all’età di quattordici anni si trasferisce prima a Pavia e poi a Siena per studiare danza classica. Nel 2014 ottiene il diploma accademico presso il Centro di Formazione Professionale delle Arti Coreutiche Ateneo della Danza di Siena. Nel 2015 accede al Master in Performing Arts Management organizzato dall’Accademia del Teatro alla Scala in collaborazione con MIP Politecnico di Milano e con il Piccolo Teatro di Milano, al termine del quale svolge un tirocinio presso l’ufficio di Direzione della Produzione del Teatro alla Scala. Nel 2016 collabora con l’ufficio di produzione di Ravenna Festival e fino al 2018 lavora presso la Fondazione Musica Insieme di Bologna. Dal 2019 collabora come responsabile organizzativa alla rassegna di musica da camera “La musica senza barriere”, promossa dall’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” diretta da Riccardo Muti. Attualmente è laureanda del corso di laurea in “Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo” all’ Università degli Studi di Firenze.

Nicola Nicchi (Urbino, 1984) si diploma come attore nel 2007 presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma sotto la guida di grandi maestri come Mario Ferrero e Luca Ronconi. Da allora lavora stabilmente con alcuni fra i più importanti teatri italiani (Teatro Nazionale di Torino, Teatro Eliseo di Roma, Politeama Genovese e Teatro Due di Parma). Agli impegni teatrali alterna importanti partecipazioni a progetti per il cinema e la televisione. Nel 2016 fonda l’associazione Asilo Teatrale degli Appennini, con la quale cura la direzione artistica del Teatro Perugini di Apecchio.

 

Asilo Teatrale degli Appennini. Un sistema teatrale integrato nel cuore delle Marche, è un lavoro di ricerca nato nel 2015, poi rivisto e pubblicato nel 2021. Il progetto nasce dalla volontà di portare il Teatro dove non c’è. Nello specifico si farà riferimento all’area interna del basso appennino pesarese-anconetano e ai suoi nove comuni. Lo studio è finalizzato alla creazione di un sistema teatrale condiviso che possa contribuire allo sviluppo comunitario, culturale ed economico dell’intera area.

La volontà di proporre un progetto culturale ad hoc per queste terre è dettata dalla profonda convinzione che il Teatro abbia un ruolo fondamentale all’interno della comunità e che possa influenzare, direttamente e indirettamente, le dinamiche societarie ed economiche del territorio in cui si inserisce. Il Teatro è qui inteso non solo come una forma di spettacolo dal vivo, ma anche come un canale di accoglienza in grado di generare profondi scambi fra soggetti differenti. L’obiettivo è quello di fare di quelle terre di confine e dei suoi meravigliosi borghi storici il luogo ideale per una nuova idea di accoglienza e di impresa culturale. Un “asilo” in grado di donare protezione, ascolto e libertà d’azione a tutti coloro i quali/le quali qui o altrove non ne hanno.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.