Chi sono io? di Concita De Gregorio alla Scuola Holden a Torino

«Chi fotografa vede il modo e attraverso il suo sguardo lo racconta. La sua materia prima è il tempo. Sceglie anche cosa ritrarre, ma soprattutto sceglie quando. Cosa succede quando volta la macchina verso se stesso? Uno spettacolare testacoda. Il mondo interno passa attraverso l’obiettivo e torna indietro a cercarsi. Sono soprattutto le donne a fotografare se stesse. Perché, ho chiesto a cinque di loro. La risposta riguarda sempre la guarigione, una ferita, la cura. Un bisogno, mai una vanità. Non esistono autoritratti inutili. Raccontano tutti una storia. Ma non dicono cosa è successo. Dicono perché. (Concita De Gregorio, Chi sono io? Autoritratti, identità, reputazione, Contrasto, Roma 2017).
In Chi sono io? Autoritratti, identità, reputazione, l’autrice ha compiuto una lunga ricognizione nel territorio della fotografia femminile interrogando - e interrogandosi - sul senso e sul valore di un gesto: quello dell’autorappresentazione. Una ricerca che nasce dall’attenta osservazione di immagini e fotografie realizzate nel corso del tempo soprattutto da donne fotografe: «Ho cercato molti autoritratti, per molto tempo. Quelli che ho trovato sono quasi tutti femminili. Le donne fotografe si ritraggono sempre, quasi sempre. Gli uomini fotografi molto meno. È curioso. I fotografi non hanno bisogno di cercare la loro anima? Come mai voltano così di rado la macchina fotografica verso se stessi? Perché il lavoro sull’identità - chi sono io - è in fotografia un lavoro soprattutto femminile?».
Del resto, fin dalla sua nascita, la fotografia ha offerto uno specchio di fronte a ci misurare e definire la propria identità, quasi una sorta di “terzo occhio” in grado di scavare a fondo nell’animo umano. In Chi sono io? Autoritratti, identità, reputazione, un’intima e intensa galleria fotografica - da Francesca Woodman a Cindy Sherman, da Wanda Wulz a Dora Maar fino alle fotografe più contemporanee - presenta le voci e gli sguardi di coloro le quali, attraverso la propria immagine, cercano di indagare su quale sia il proprio posto nel mondo.
«Nel cammino di studio, ricerca, selezione della fantastica galleria di autoritratti femminili, dalla fine dell’Ottocento alle giovani artiste che pubblicano oggi i loro lavori sui blog, mi sono fermata a parlare con cinque fotografe, a lungo. A tutte - Guia Besana, Silvia Camporesi, Anna Di Prospero, Simona Ghizzoni, Moira Ricci - ho chiesto delle loro fotografie; hanno risposto raccontandomi la loro storia: la famiglia, la madre, l’infanzia, la solitudine e la paura, il corpo, il sesso, i figli. Il tempo, l’ossessione del tempo: assenza, presenza. Pieno e vuoto. Cercarsi, mancarsi. Incontrare, incontrarsi. L’autoritratto è la medicina al male di vivere. Il consenso è accidentale, irrilevante. Questo lavoro è iniziato così».
Nel corso della presentazione, proprio come nel libro, verrà seguito un insolito e sorprendente percorso di lettura, in grado di innescare un dialogo virtuale fra epoche e culture differenti e di toccare tematiche portanti e universali come quelle dell’identità e della reputazione
Chi sono io? Autoritratti, identità, reputazione di Concita De Gregorio, pubblicato da Contrasto (Roma), è disponibile in libreria a partire da dicembre 2017.
Alessandro Poggiani
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