Don Gallo ruba, De Cataldo dà lezione
L’impazienza di don Andrea Gallo si legge in faccia. Nella storica sala della Protomoteca in Campidoglio scalpita, come documenta la foto di Maurizio Riccardi. Il motivo è il ritardo al via della cerimonia finale del Premio Elsa Morante che lo vede fra i vincitori. Il sindaco Gianni Alemanno, pur avendo l’ufficio a pochi passi, si fa attendere molto a lungo. E don Gallo, animatore della comunità San Benedetto al porto di Genova, scherza su cosa (o chi) si aspetta per cominciare: “Aspettiamo il Papa?” chiede seduto in prima fila dove conversano la presidente della regione Lazio Renata Polverini, il direttore di La7 Paolo Ruffini, l’amministratore delegato della Telecom Italia Media Giovanni Stella e lo scrittore Roberto Ippolito.
Quando poi è il momento di salire sulla pedana per ricevere il riconoscimento (ottenuto per la sezione Italiani Illustri con il libro ''Non uccidete il futuro dei giovani'' pubblicato dalla Dalai Editore), svela anche un singolare infortunio che gli è stato rinfacciato per essere sempre vicino agli emarginati: “Mi hanno detto qui sei con le prostitute, qui sei con le trans, qui sei con gli ergastolani, qui sei a rubare insieme con dei ragazzi”. Possibile che don Gallo sia stato visto rubare? Lui spiega: “Una notte mi ero messo a caricare su un camion degli scatoloni dopo che dei ragazzi incontrati mi avevano accusato di non fare mai niente. Li stavo aiutando. E sono arrivati dei poliziotti che mi chiedono <Che cazzo fai?> dicendo che gli scatoloni erano rubati”. Don Gallo si consola: “Ho avuto cinque cardinali sopra di me e vedi come sono bravi, non mi hanno mai scomunicato”.
Non è al sacerdote ma al pubblico che l’attrice Pamela Villoresi, chiamata a leggere alcune pagine dei libri premiati, che svela la sua …colpa: “Vi devo confessare che sono una lettrice di Giancarlo De Cataldo”. Compiaciuto lo scrittore-magistrato commenta rapidissimo: “E’ una bella confessione”. Poco dopo anche la Polverini, chiamata a consegnargli il riconoscimento Elsa Morante della narrativa per “In giustizia”, pubblicato dalla Rizzoli, svela: “Ci tengo molto a consegnare questo premio perché anche io sono una lettrice di De Cataldo”. E così fra lei e lui parte un vero e proprio siparietto documentato con le foto di Maurizio Riccardi. Pur facendo parte di un’area politica tutt’altro che tenera con i magistrati, la presidente della regione gli fa eccezionali apprezzamenti: “L’ho ascoltato una mattina nella veste di magistrato e ho ricevuto una straordinaria lezione”. E ancora: “De Cataldo è uno scrittore molto veloce e non ha mai sottratto un minuto al suo impegno giudiziario”.
Elogi molto graditi anche perché poco prima De Cataldo, rispondendo alla presidente della giuria Dacia Maraini, ha affermato di credere che “gli italiani abbiano il senso della giustizia e anche dell’ingiustizia, ma nella brutta stagione attraversata si è seminata incredulità nei confronti della nostra funzione”. De Cataldo ha raccontato anche di essere stato accusato dal giornalista del “Corriere della Sera” Pierluigi Battista di essere “il capo dei pubblici ministeri, mentre non ho mai fatto il pm”.
Ed è con la giornalista Lilli Gruber, premiata per la sezione comunicazione, che si riflette sul “bisogno”, come dice lei, “di informazione seria”. E sul fatto che “la schiena dritta bisogna tenerla se si vuole fare giornalismo”.
Il premio Elsa Morante per la saggistica è stato assegnato con una scelta molto particolare: l’ha vinto una spagnola di nascita ma italiana acquisita con un libro sul Risorgimento italiano, Marina Cepeda Fuentes. E’ lei a raccontare con un occhio particolare l’eroismo che ha portato all’unità d’Italia. Marina Cepeda Fuentes, è autrice di ''Sorelle d'Italia - le donne che hanno fatto il Risorgimento'' (Blu Edizioni). Ed è molto contenta della copertina del suo libro: “Mi piace moltissimo perché c’è un gruppo di donne dell’ottocento. E‘ un’immagine significativa: c’è una cartomante con accanto delle donne speranzose”. E, le viene chiesto, oggi si può avere fiducia nel domani? “Il futuro dell’Italia è nelle donne” esclama la Cepeda Fuentes.
G. Currado - Agrpress ©

Giovanni Currado
Giornalista e fotografo, autore di diversi reportages in Asia e Africa. Responsabile dello studio dell'immenso archivio fotografico Riccardi e curatore della collana "Fotografici" per Armando Editore.
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