“Femmes” di Silvia Bragonzi

“Femmes” di Silvia Bragonzi
In libreria da marzo 2019 il libro di Silvia Bragonzi “Femmes” (Laurana Editore).

«Si racconta che al momento dell’incendio, le fiamme circondarono il mio volto disegnando grandi girasoli come se avessero voluto dipingere il mio ultimo quadro» (Silvia Bragonzi, Femmes, Laurana Editore, Milano 2019)

Femmes di Silvia Bragonzi è una raccolta di monologhi che, con stile familiare e graffiante, hanno l’obiettivo di celebrare la voce e la vita di grandi protagoniste del passato. Donne che hanno combattuto contro l’ingiustizia, contro i pregiudizi, contro la prepotenza di un mondo crudele. Donne che, lottando con i loro colori e le loro tele, sono riuscite a forgiare l’eternità.

Mani che impastano argilla, impugnano pennelli, che con la loro arte danno vita alla Storia. Mani femminili che carezzano uomini che tradiscono, dimenticano, zittiscono, violentano, perché non si sappia che levatrice del mondo è la loro libertà. Con un ritmo intimo e deciso Frida, Camille, Artemisia e anche la madre più irragionevolmente sconosciuta, quella di Hitler, parlano finalmente in prima persona narrando, con voce nuova, storie di vittorie e di dolori, di amori e tradimenti. Un viaggio di quattro donne che hanno saputo cogliere e accogliere la sofferenza, plasmando il destino attraverso i colori della vita.

“Conoscete la storia di Susanna e i due vecchioni? È bella vero? È stato il mio primo quadro.
Anche a me due uomini cambiarono la vita: Orazio Gentileschi, mio padre, e Agostino Tassi, il mio stupratore. Pittori entrambi”. È così che comincia Femmes. Dipingendo il quadro di Artemisia Gentileschi, artista dalla forza straordinaria, segnata per tutta la vita dallo scandalo ma non per questo sconfitta. Le succede Camille Claudel, scultrice di talento inaudito, che si condannò al tormento da quando divenne l’amante del già famoso Rodin. Il terzo monologo spetta alla vitalità di Frida Kahlo, di cui si ricordano i dolori della sua vita gioiosa. E infine, una donna a cui si pensa poco, ma che crebbe con amore uno dei tiranni più terrificanti della storia. È Klara Pölzl, la madre di Hitler.

Silvia Bragonzi ha insegnato Sociologia e Storia delle donne all’Università degli Studi di Milano. Collabora con la Bertrand Gruss di Parigi, è counsellor ed esperta di Psicologia archetipica e immaginale, tiene corsi e laboratori per il teatro e per le scuole, ed ha collaborato con riviste di studi sociali. Per Manni editore ha pubblicato Le donne di Dante, premio “Il Paese delle Donne”. Per Marco Valerio editore ha pubblicato Non è la fine del mondo. Alcuni suoi lavori drammaturgici sono stati messi in scena in teatri, festival ed università.

Femmes di Silvia Bragonzi, pubblicato da Laurana Editore (Milano) nella collana “Rimmel”, è disponibile in libreria e online da marzo 2019.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.


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