Gianni Amelio presenta “Politeama” alla Festa del Cinema di Roma

“Anche se terribili, le vicende sono così movimentate da spingere alla lettura; per di più sono come riscattate da un'attesa, una spinta che, si scopre alla fine, è quella stessa della vita che chiede di continuare ad esserci”, ha scritto Corrado Augias sul “Venerdì” di Repubblica.
“Quando Luigi aveva sette anni, sua madre lo vestiva da femmina. Al buio, nella casa senza finestre, lo faceva salire su una sedia e gli infilava le mutandine rosa, poi la gonnella a fiori, la camicetta con le maniche corte, le calze e le scarpe bianche della sorella che era morta il mese prima”.
Nel Sud affannato degli anni Cinquanta, Luigino vive un'infanzia di stenti e di rabbia, che lo fanno diventare adulto troppo in fretta. Fuori da ogni legame famigliare, perché la madre giovanissima è rinchiusa in un manicomio e del padre non si è mai saputo nemmeno il nome. Luigino ha un sogno: cantare alla radio e magari nella nascente televisione. Mentre cresce resistendo impavido a ogni disavventura e accettando con candore la fragilità delle proprie pulsioni, la sua voce diventa sempre più morbida e flessuosa, come quella delle dive di Sanremo e delle grandi soubrette della rivista. Che qualcuno gli propone di imitare nelle arene dei circhi o sui palcoscenici dell'avanspettacolo. Il pubblico lo applaude e lo beffeggia, lo esalta e lo umilia, senza riuscire a scalfirne la naturale innocenza. Quando la strada dello spettacolo gli viene brutalmente preclusa, Luigi decide di partire per Roma, alla ricerca di un proprio posto nel mondo, per ritrovarsi in mezzo a un'umanità sospesa sull'orlo di un invisibile precipizio. Finché una sera incontra Elide, quindicenne cameriera sola come lui, che gli farà riassaporare per un istante la dolcezza degli affetti e, subito dopo, lo strazio dell'abbandono, trascinando la sua vita in una discesa feroce dall'esito imprevedibile.
Politeama (Mondadori, Milano) che rappresenta l'esordio nella narrativa del regista Gianni Amelio (Colpire al cuore - 1983 -, I ragazzi di via Panisperna - 1988 - Porte aperte - 1990 - tratto dal libro di Leonardo Sciascia e interpretato da Gian Maria Volonté, Ennio Fantastichini, e Renato Carpentieri, Il ladro di bambini - 1992 -, Lamerica - 1994 -, Così ridevano - 1998 -, La terra è fatta così - 2000 -, Le chiavi di casa - 2004 -, La stella che non c'è - 2006 -, Il primo uomo - 2011 -, tratto dall'omonimo libro di Albert Camus, L'intrepido - 2013 -, Felice chi è diverso - 2014 -, La tenerezza - 2016), è uno struggente romanzo di formazione, tenero e crudele, disperato e solare.
Sostenuto da una scrittura essenziale che mira al cuore delle cose, nel filo della sua trama, svela un sentimento d'incrollabile fiducia nella forza della diversità, nella lucida follia che aiuta ogni essere umano a sopravvivere, anche quando sembra che stia calando una notte senza alba.
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