“Il campione e il bandito” di Marco Ventura

«Vai Girardengo, vai grande campione! Nessuno ti segue su quello stradone. Vai Girardengo! Non si vede più Sante. È dietro a quella curva, è sempre più distante. E dietro alla curva del tempo che vola. C’è Sante in bicicletta e in mano ha una pistola. Se di notte è inseguito spara e centra ogni fanale. Sante il bandito ha una mira eccezionale». (da Il bandito e il campione di Luigi Grechi, cantata da Francesco De Gregori)
Due uomini in fuga. Uno è Costante Girardengo. Il suo volto è grigio come la strada coperta di fango. Ha il berretto, gli occhialoni, i tubolari a tracolla e gli scarpini incrostati di mota, ma la maglia bianca e la fascia tricolore sono inconfondibili anche sotto la pioggia. Un giorno, prima di passare per la sua Novi, si alza sui pedali e stacca il gruppo per duecento chilometri. La fuga più lunga di sempre.
Quel giorno Sante Pollastro, l’altro, lo osserva in mezzo alla folla. Sante nella vita rapina e uccide, si alza sui pedali per sfuggire alla polizia e, armato di pistola, spara ai fanali per dileguarsi nel buio. La sua fuga lo porta a Parigi, fra criminali e fuoriusciti italiani; le sue amanti sono sarte e cameriere, I suoi compagni muratori e imbianchini, ladri e artisti, anarchici e spie, pronti a passare in un istante dalla fisarmonica al coltello.
Costante Girardengo è stato campione italiano per nove volte consecutive, ha vinto due Giri d’Italia, tre Giri di Lombardia e sei Milano-Sanremo. Le sue gambe strappano le ruote al selciato, la sua bicicletta vola ed arriva per prima a Lipsia, Milano Grenoble. Costante è il più grande ciclista del mondo. Sante è un assassino, un ladro e, nello stesso tempo, un capro espiatorio, un “raddrizzatore di torti”, un generoso anarchico, un dandy che “ruba ai ricchi per dare ai poveri”. Sante è il più noto rapinatore italiano.
Sante e Costante sono stati bambini insieme. In un borgo di Novi Ligure (AL) hanno sognato di fuggire in bicicletta, lontano dalla miseria. I loro destini si sono incrociati e divisi su piste di ghiaia e terra battute, rimanendo intrecciati anche negli anni della latitanza dell’uno e dei trionfi sportivi dell’altro. Il racconto della loro amicizia è quello dell’Italia fra la Prima e la Seconda Guerra mondiale. Una «storia di prima del motore», un’epoca in cui il ciclismo era fatto da “eroi” soli. Una questione privata fra l’uomo, la macchina e la strada.
ll campione e il bandito narra del leggendario riscatto di due contadini cresciuti troppo in fretta, in una terra di fame e freddo sprofondata in una nebbia di latte. Una storia in cui il campione è un bandito ed il bandito è un campione.
Marco Ventura è stato inviato di Guerra e cronista parlamentare de «Il Giornale», poi collaboratore de «La Stampa», «Il Secolo XIX», «Epoca», Radio Radicale, Mediaset e La 7, responsabile di uffici stampa istituzionale ed autore di saggi e romanzi. Attualmente è autore del programma Uno Mattina e scrive per «Il Messaggero» e «Panorama». Da Il campione e il bandito è stata tratta l’omonima miniserie Rai interpretata da Beppe Fiorello e vincitrice dell’Oscar televisivo 2010 per la miglior fiction tv.
Il campione e il bandito. La vera storia di Costante Girardengo e Sante Pollastro di Marco Ventura, pubblicato da il Saggiatore (Milano) nella collana “La Cultura”, è disponibile in libreria e online da aprile 2018.
Alessandro Poggiani
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