“Il testimone” di Juan Villoro presentato al Salone del Libro di Torino

«Continuava a pensare a sua cugina Nieves […], all’appuntamento mancato, agli anni passati lontano dal Messico. Ciosa rimaneva di tyutto ciò? I suoi ricordi o quelli che aveva la sua pelle, ciò che respirava o toccava e che era ancora Nieves» (Juan Villoro, Il testimone, gran vía, Narni - TR - 2016)
«L’unico luogo in cui si ritorna è la patria. Possiamo fare il giro del mondo, ma c’è solo un posto in cui torniamo veramente. Lo afferma Juan Villoro nel saggio Minuzie storiche incentrato - come Il testimone - sulla figura di Ramón López Velarde, poetas talmente “nazionale” in Messico che alla sua morte, a trentatré anni (numero dei capitoli che compongono Il testimone e con il quale, come una cabala, il romanzo ha inizio), furono celebrati i funerali di stato. Era il 1921 e il suo noto poemetto, La soave Patria, era appena stato pubblicato […]. Il futuro – per dirla con le parole de Il testimone – è allora un viaggio a ritroso per arrivare fino al punto in cui la patria aveva smarrito il cammino. La mancanza di appartenenza può quindi diventare sinonimo di stabilità, la mareggiata riporta via le illusioni della memoria […]. Quel suo soave e raccapricciante retrogusto di patria» (Maria Cristina Secci, Lo specchio non indifferente per una lettura de “Il testimone”, prefazione a Juan Villoro, Il testimone, gran vía, Narni - TR - 2016)
«Una meditazione sul ruolo del testimone nella religione, nella giustizia, nella vita sociale… un mondo fittizio incredibilmente vivido e un’eccezionale dimostrazione del potere testimoniale della letteratura» («Times Literary Supplement»)
«Quando più nessuno pensava che fosse possibile realizzare il Grande Romanzo Messicano, Juan Villoro ne ha scritto uno» (Álvaro Enrigue)
Julio Valdivieso, un professore messicano emigrato da molti anni in Europa – quasi in una sorta di esilio volontario – torna nel suo Paese per una anno sabbatico. Il Partito Rivoluzionario Istituzionale, dopo settantuno anni di potere, ha appena perduto le elezioni e si profila un periodo di transizione in cui, fra dubbi e speranze, tutto sembra poter cambiare, compreso lo sguardo verso la Storia. Tuttavia, in questo tempo statico e terribile, il vuoto di potere pare riempirsi di cieca violenza e dello strapotere dei mezzi di comunicazione. Quello di Julio diventa così un ritorno ad un’Itaca dilaniata dal crimine organizzato, da una politica intesa come cospirazione, un Messico in cui i conti ancora aperti con la Rivoluzione si ripresentano sottoforma di farsa ed in cui dove l'epica si trasforma in telenovela. Il professor Valdivieso, che vive sospeso nell'infinita ripetizione del passato e nel ricordo di un incancellabile amore giovanile, osserva la realtà rimanendone suo malgrado coinvolto, per assumere poi quel ruolo di testimone che i numerosi personaggi che gli ruotano intorno sembrano volergli assegnare.
Ne Il testimone, Juan Villoro fonde con grande maestria i fili del passato con quelli del presente in un romanzo che è già entrato a far parte a pieno titolo cultura latinoamericana contemporanea.
Juan Villoro (Città del Messico, 1956), scrittore, giornalista, drammaturgo e traduttore, è uno fra i più apprezzati rappresentanti della cultura ispanica. Fra i suoi libri ricordiamo Il libro selvaggio (Salani, 2010), Chiamate ad Amsterdam (Ponte alle Grazie, 2013) e C’è vita sulla terra? (Sur, 2015). Nel 2013 gran vía ha pubblicato il suo La Piramide, romanzo vincitore del Premio de Narrativa José Maria Arguedas. Il testimone ha vinto (nel 2004) il prestigioso premio Herralde de Novela.
Il testimonedi Juan Villoro (titolo originale: El testigo - 2004), pubblicato da gran vía (Narni - TR) nella collana “gran vía original - narrativa spagnola e latinomericana”, traduzione e prefazione di Maria Cristina Secci, è disponibile in libreria e online da giugno 2016.
Alessandro Poggiani
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