Invidia di Iurij Oleša

«Oleša riesce a rendere visivamente, come su uno schermo, l’eroico confronto di un individuo con i mostri da lui stesso creati... Ogni pagina di Invidia chiede a gran voce di essere riletta e rivista» («The New York Times»)
Mosca, 1920. Andrej Babičev, direttore di un consorzio alimentare e membro del Partito, è il paradigma del cosiddetto “uomo nuovo”. Grasso, tronfio e pragmatico, ha in mente un ambizioso progetto per salvare l’umanità: un’enorme mensa collettiva che abbatterà finalmente il pentolame, e soprattutto la produzione di un nuovo, rivoluzionario tipo di salame, leggero e a bassissimo costo. A casa di Babičev vive anche Nikolaj Kavalerov, un giovane raccolto per strada ubriaco dopo una lite in una birreria. Kavalerov è un sognatore cresciuto nell’epoca dei primi aeroplani, delle prime auto da corsa: un artista romantico nell’era della tecnologia, divorato dal rancore verso il rappresentante di una nuova classe dirigente che gli ha impedito di realizzare la sua vera grandezza. Al servizio di Babičev, l’invidioso Kavalerov lo segue passo passo osservandolo attentamente, per cercare di scoprire perché tale figura lo respinga e, nello stesso tempo, lo attragga così prepotentemente.
Fra immagini oniriche, demoni ed ossessioni, macchine alienanti e conflitti epocali, torna in un’edizione italiana un capolavoro del 1927: un vero “gioiello” della letteratura russa, perfettamente in grado di stare allo stesso livello dei libri di Nabokov e Bulgakov, ed in cui una feroce satira sociale si fonde con uno humour grottesco e con una dilagante vena visionaria.
Jurij Oleša (1899-1960), dopo una prima esperienza letteraria a Odessa, si trasferisce a Mosca nel 1920. Nella redazione di «Gudok», la rivista dei ferrovieri, entrò in contatto con autori come Bulgakov e Il’f Kataef. Invidia (Zavist), suo primo ed unico libro, esce nel 1927 sul settimo e sull’ottavo numero della rivista «Krasnaja Nov’» («Novale rosso»), seguito, l’anno dopo, dalla narrazione fiabesca I tre grassoni (Tri tolstjaka), scritta tre anni prima del libro ma pubblicata solo nel 1928. Inviso all'"establishment" sovietico dell'epoca ed alla critica ufficiale a causa delle sue idee e delle sue posizioni, morì a Mosca nel maggio 1960, all'età di sessantuno anni. Nel '65, pochi anni dopo la sua scomparsa, comparve una selezione dei suoi taccuini curata da V. B. Šklovskij.
Invidia di Jurij Oleša, pubblicato da Carbonio Editore (Milano) nella collana “Cielo stellato”, traduzione dal russo di Daniela Liberti, è disponibile in libreria e online da febbraio 2018.
Alessandro Poggiani
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