La scomparsa di Martin Luther King e l'ingresso di Franklin nel mondo dei Peanuts

La scomparsa di Martin Luther King e l'ingresso di Franklin nel mondo dei Peanuts
1968. L’America è travolta dalla guerra in Vietnam e dalle battaglie per i diritti civili. Il 4 aprile Martin Luther King viene assassinato a Memphis, in Tennessee.

Disordini e scontri durissimi tra la polizia e gli attivisti afroamericani agitano il paese percorso tumultuosamente da cortei di protesta in oltre 120 città.

Il 15 aprile dello stesso anno Harriet Glickman, maestra bianca di una scuola elementare di Burbank, un sobborgo di Los Angeles, scrive una lettera a Charles Monroe Schulz, fumettista americano già famoso in tutto il mondo.

La missiva contiene una richiesta: introdurre all'interno dei Peanuts un bambino di colore per far passare e diffondere un messaggio importante contro la discriminazione razziale. «Dalla morte di Martin Luther King mi chiedo come io possa contribuire a cambiare le condizioni sociali che hanno portato all’assassinio. Ho tre figli, sono una cittadina attiva e profondamente preoccupata. In questo periodo sto riflettendo sull’enorme importanza dei mass media nella formazione degli atteggiamenti inconsci dei bambini», scriveva Harriet Glickman.

Schulz le rispondeva dopo due settimane, scettico, e le spiegava che lui e altri fumettisti avevano già ricevuto richieste simili pur non sapendo come gestire la situazione: «Vorremmo tutti essere in grado di farlo, ma siamo tutti preoccupati che risulti paternalista verso i nostri amici neri. Non ho una soluzione».

La corrispondenza continuò fino a quando Kenneth C. Kelly, amico della Glickman e membro della comunità nera, scrisse personalmente al fumettista. Se un bambino di colore fosse comparso nelle strips di Schulz accanto agli altri, anche i suoi figli si sarebbero sentiti rappresentati. Questa scelta avrebbe, inoltre, rafforzato l’idea che l’amicizia tra bianchi e neri fosse qualcosa di possibile e, soprattutto, di naturale. Schulz si convinse e tre mesi dopo “Franklin” entrò ufficialmente nel clan dei Peanuts. Le sue prime parole furono: «Hi… I’m Franklin», pronunciate stringendo la mano a Linus. «I’m very glad to know you», gli rispondeva lui.

L’arrivo di Franklin creò molte polemiche. Alcuni giornali protestarono e si rifiutarono di pubblicare i fumetti con il nuovo personaggio e il direttore di un giornale del sud degli Stati Uniti scrisse al creatore dei Peanuts chiedendogli di non mostrare, all'interno delle sue strisce, i bambini nella stessa scuola.

Franklin, come sosteneva lo stesso Schulz, è sempre gentile con tutti e, contrariamente a molti personaggi, rispettoso verso Charlie Brown, mostrando poche ansie e ossessioni. Di lui si scopre quasi subito che suo padre combatte in Vietnam, riferimento nodale per quel periodo storico. Pur non avendo, tuttavia, mai rappresentato una figura di rilievo rispetto agli altri personaggi, la sua presenza lasciò un segno profondo nella cultura popolare del paese, poiché introduceva un segno di uguaglianza contro l’antagonismo razziale.

È significativa la striscia del 1993 all'interno della quale Piperita Patty si rivolge a Franklin dicendo: «Martin Luther King diceva di “avere un sogno”. Prima di ciò, noi due non saremmo stati seduti qui». La battuta passa poi a Franklin: «Già e io non avrei potuto proporti questo scambio commerciale: ti offro una carota per una patatina fritta». «Non ci provare, questo non si può nemmeno definire uno scambio, Franklin», conclude Piperita.

Franklin ha vissuto con gli amici Linus, Charlie Brown, Lucy e Piperita Patty dal 1968 al 1999 e con lui il sogno di Martin Luther King. Già nell'anno della sua scomparsa, infatti, la speranza che un giorno gli afroamericani avrebbero goduto degli stessi diritti dei bianchi ha preso vita nelle strisce più lette e amate del mondo.