La tecnica di Isadora Duncan di Irma Duncan

Fu pubblicato nel 1937 da Irma Erich-Grimme (1897-1977), meglio nota come Irma Duncan, una fra le figlie “adottive” di Isadora Duncan (1877-1927) ed in seguito venne ristampato negli Stati Uniti. Fra le prime allieve di Isadora Duncan, Irma Duncan è stata molto vicina a lei, in particolar modo negli anni Venti, quando Isadora la incaricò di insegnare nella scuola da lei fondata a Mosca e a cui si iscrissero alcune decine di allieve. Con loro Irma si esibì più volte e realizzò anche alcune tournée in Russia e negli Stati Uniti.
Stabilitasi definitivamente a New York nel ’30, dedicherà il resto della sua vita alla divulgazione dei principi tecnici della danza di Isadora Duncan.
Il manuale è corredato da tre interventi di altrettante studiose di danza. Il primo testo, di Laetitia Doat, è una testimonianza del ruolo fondamentale giocato dal manuale nel suo apprendimento della tecnica Duncan. Alcuni fra i fondamenti tecnici dello stile di Isadora Duncan vengono discussi da Francesca Falcone, la quale li raffronta con altre impostazioni di tecnica moderna dei primi decenni del Novecento.
Patrizia Veroli affronta invece l’argomento delle scuole fondate da Isadora Duncan in Germania ed in Russia e ne contestualizza gli insegnamenti.
Il volume, che comprende le foto d’epoca con cui il manuale apparve nel ‘37 ed anche altre immagini, celebra ben tre ricorrenze: il quarantennale della scomparsa di Irma Duncan, l’ottantesimo anniversario del suo manuale, il novantesimo anniversario della tragica morte di Isadora Duncan, avvenuta a Nizza - in Francia - nel 1927. A voler esser pignoli, nel 2017 ricorrerebbero anche il centoventesimo ed il centoquarantesimo anniversario della nascita di Irma e Isadora Duncan.
La straordinaria figura di Isadora Duncan è stata portata al cinema alla fine degli anni Sessanta con il bellissimo Isadora (1968) di Karel Reisz (considerato, insieme a Tony Richardson e Lindsay Anderson, come uno fra i maggiori rappresentanti del cosiddetto Free Cinema inglese degli anni Sessanta), interpretato da una superlativa Vanessa Redgrave.
Irma Duncan si è a lungo esibita come danzatrice duncaniana, per poi dedicare tutta la sua vita all’insegnamento. È autrice di Isadora Duncan’s Russian Days & Her Last Days in France (scritto con A. R. McDougall, 1929), The Technique of Isadora Duncan (1937) e Duncan Dancer (1966) la sua biografia.
Laetitia Doat, danzatrice, Maître de conférences nel Dipartimento Arts/danse dell’Università di Lille - Sciences Humaines et Sociales, ha conseguito il dottorato con una tesi sull’estetica di Isadora Duncan.
Francesca Falcone, docente di Teoria della Danza presso l’Accademia Nazionale di Danza, è autrice di vari volumi e saggi, nonché di alcune ricostruzioni di brani di coreografie dell’Ottocento e del primo Novecento.
Patrizia Veroli, curatrice de L'arte della danza di Isadora Duncan per la Dino Audino editore, è autrice di numerosi volumi sulla storia della danza del primo Novecento e sul periodo del Romanticismo.
Sulla grande danzatrice americana la Dino Audino editore ha pubblicato anche la sua autobiografia (La mia vita - 2003 -, collana “Voci e volti dello spettacolo”, con prefazione di Eugenia Casini Ropa) ed il già citato L’arte della danza (2016), collana “Voci e volti dello spettacolo”, a cura di Patrizia Veroli.
La tecnica di Isadora Duncan, pubblicato dalla Dino Audino editore (Roma) nella collana “Le Ricerche”, traduzione e cura di Francesca Falcone e Patrizia Veroli, con una testimonianza di Laetitia Doat, è disponibile in libreria e online a partire da settembre 2017.
Alessandro Poggiani
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