La voce liberata. Nove ritratti di femminilità negata presentato a Sacrofano

La curatrice ha dialogato con Federica Crisci e con Adele Costanzo (direttrice editoriale ChiPiùNeArt).
«Il volume ha come obiettivo quello di liberare nove voci di donne, nove voci che hanno l’impegno di aprire la strada a tante altre individualità (reali o meno, questo poco importa) che nel corso del tempo (e ancora oggi) sono state messe a tacere o raccontate sotto un’ottica tossica e distorta. Ogni figura analizzata è imprigionata in uno specifico ruolo, imposto dalla società che l’ha vista nascere. Introducendoci nei racconti di queste figure femminili, noi autrici abbiamo cercato di aprire più prospettive liberando i loro punti di vista. Vengono fuori così nove ritratti inediti di donne rese immortali e iconiche dalla mitologia e dalla letteratura, ma con un focus del tutto nuovo. I fili conduttori che legano le donne prese in esame sono probabilmente quelli della sofferenza e della passione. Parliamo di vere e proprie Eroine che cercano di sfuggire a un infausto destino e di essere quindi loro stesse le artefici della propria sorte, provando a ottenere una rivincita nei confronti del mondo nel quale si sono ritrovate loro malgrado a vivere, in un mondo fatto di uomini, dagli uomini, per gli uomini.
Il libro è diviso in quattro parti: nella prima vengono analizzate le figure di Penelope, Cassandra ed Elena. Si tratta di donne della Grecia antica, rinomata per il sistema patriarcale vigente in cui l’uomo era l’unico portatore di cultura e la donna non era in grado di autodeterminarsi, pena, nei migliori dei casi, una cattiva nomea, nei peggiori l’isolamento, l’esilio e la morte. Il primo capitolo di Anna Eugenia Morini, si pone immediatamente una domanda sostanziale: chi è Penelope e che ruolo ha nel poema dell’uomo? Nonostante venga palesata la sua marginalità all’interno sia della mitologia sia – in termini “geografici” – dell’Odissea, si rende evidente quanto il racconto di Penelope ad oggi resti una delle sottotrame più ricordate dell’intero poema omerico. Il problema è che, come afferma l’autrice, l’immaginario comune incasella Penelope all’interno dello stereotipo moglie-madre, mentre il saggio le restituisce il suo prepotente e lunare ruolo archetipico.
Il secondo capitolo, di Ilaria Franciotti, è dedicato alla figura di Cassandra: grazie alla raccolta di tutte le fonti che la vedono protagonista, si analizza il suo problema – in quanto Cassandra e in quanto donna – con la credibilità, che come afferma Rebecca Solnit è un potere che si trova alla base di tutte le battaglie femminili e femministe della storia.
Il terzo capitolo, di Federica Crisci, affronta la figura di Elena per parlare della bellezza e di quanto questa rappresenti l’eredità più ingombrante per il genere femminile, un retaggio pericoloso. Il saggio affronta le diverse raffigurazioni di Elena – dalla femme fatale adultera alla vittima innocente di uomini terrificanti, passando per l’ingenua e frivola ninfetta arrivando a delineare una “versione corretta” ripercorrendo i diversi miti che la vedono protagonista.
La seconda sezione del libro è dedicata alla figura di Lisistrata, Pandora e Lilith. Secondo Monica Lanfranco Lisistrata rappresenta colei che scioglie gli eserciti e incarna un manifesto teorico della non violenza, oltre a essere una paladina della sorellanza e dell’unione tra donne. Inoltre un particolare accento è posto sulla centralità delle parole di Lisistrata come parole costruttrici di pace, e ciò viene messo in relazione alla hate speach così presente nella contemporaneità, soprattutto ai danni delle donne. Pandora, nonostante venga spesso associata a tutte le possibili conseguenze nefande della curiosità umana, viene raccontata da Stefania Zanda come una donna volta al cambiamento, alla crescita e all’apertura nei confronti del mondo dell’ignoto. Siamo sicure/i che vogliamo che il vaso resti chiuso? E se la sua apertura comportasse una fuoriuscita di diversi modelli culturali? Infine Rosa Manauzzi spiega che Lilith, figura mitologica chiave per libertà e sorellanza, incarna la sapienza nonostante sia protagonista di diversi miti patriarcali che dicono il contrario. Ella fa da specchio alle donne per i loro segreti più intimi e sepolti e tramuta in luce le paure legate all’agire, all’indipendenza e all’autodeterminazione. Inoltre, secondo l’autrice, Lilith sprona fortemente la donna a mettersi in contatto con la propria parte più istintiva, che diventa distruttiva solo quando viene rimossa e non ascoltata.
Nella terza parte del volume vengono affrontate le figure archetipiche della maga e della strega, e quindi il personaggio di Morgana con un approccio legato allo studio del femminino sacro. Il capitolo di Laura Sofia Cariolato su streghe e maghe parte dall’assunto che sin dall’alba dei tempi le donne sono depositarie di un sapere che vede collegarsi corpo e terra. Nonostante la maggior parte dei dati su streghe e maghe risalgano agli archivi dei processi per stregoneria, nel saggio si ragiona su quanto queste donne fossero considerate – e perciò condannate – come diverse solo per il loro essere libere e non asservite a nessun uomo, neanche dal punto di vista sessuale. Il capitolo di Valentina Garozzo prende in esame un numero molto importante di fonti, ricerche e testimonianze per indagare quanto il personaggio di Morgana sia stato in grado di adattarsi all’evoluzione della cultura umana così da svelare, finalmente, la vera natura di una delle streghe più conosciute della mitologia antica.
L’ultima sezione del volume è l’unica dedicata ad una specifica donna realmente esistita: Katharine Burdekin. Ella è riuscita a ritagliarsi un posto nel mondo della letteratura britannica del primo Novecento grazie al suo pseudonimo maschile Murray Constantine. Il saggio di Giorgia Bosco e Gemma Granetto è necessario non solo per riscoprire una delle più grandi scrittrici del secolo scorso, ma anche per dimostrare che il destino delle donne immaginarie raccontate fino all’ottavo capitolo non è poi così distante da quello delle donne in carne ed ossa. Una simile conclusione è intesa sia quale stimolo a nuove ricerche sia come una riconferma. Noi donne che scriviamo nel 2021 e che abbiamo un filo di voce in più – e ribadisco un filo, perché la strada da fare è ancora tanta – abbiamo il compito di usare le nostre voci, oltre che per scrivere il futuro, per rileggere il passato e restituire al mondo le voci di quelle innumerevoli donne che per secoli sono state silenziate dall’aggressività e dalla prepotenza patriarcali» (Ilaria Franciotti, Introduzione a I. Franciotti - a cura di -, La voce liberata. Nove ritratti di femminilità negata, ChiPiùNeArt Edizioni, Roma 2021)
Cosa accomuna Penelope, Elena, Cassandra, Lilith, pandora, Lisistrata e Morgana? Perché Katharine Burkedin (1896-1963), autrice dello straordinario romanzo La notte della svastica (Swastika Night, 1937, pubblicato con il nome “Murray Constantine”; ripubblicato con il suo vero nome nel 1985, ben ventidue anni dopo la morte dell’autrice; Editori Riuniti, Roma 1993; Sellerio, Palermo 2020) ha dovuto proporsi al mondo letterario con uno pseudonimo maschile?
Sovente depositarie di saperi e valori non allineati a quelli dominanti, oppure “colpevoli” di comportamenti non conformi alla morale unica del mondo patriarcale, dal tempo “mitico” che le ha generate, emarginate o condannate, sono giunte fino ai giorni nostri attraverso la narrazione ostile o riduttiva della memoria ufficiale.
Grazie ad una ricostruzione critica e documentata, le autrici propongono una rivisitazione di tali personaggi femminili rivelandone lo spessore, la complessità e la problematicità culturale; e nello stesso tempo soffermano la loro attenzione sull’urgenza, per le donne, di appropriarsi finalmente del diritto a far sentire la propria “voce”, ovverosia del diritto a raccontare ed a raccontarsi.
Ilaria Franciotti è dottoressa magistrale in Cinema, Televisione e Produzione multimediale presso l’Università degli Studi Roma Tre. La sua ricerca verte prevalentemente su studi di narratologia e drammaturgia del cinema, studi di genere, cinema e serie televisive delle donne, temi a cui ha dedicato relazioni a convegni universitari ed articoli su riviste specializzate. Tiene corsi di scrittura creativa e di teoria e pratica della sceneggiatura. Collabora con il bimestrale di teoria e critica cinematografica «Segnocinema» ed ha scritto per «Marla», «Marea» e «Leggendaria». Nel 2016 ha pubblicato il suo primo libro, Maleficent’s Journey (Il Glifo, Roma).
Federica Crisci si è laureata in Lettere moderne nel 2017 all’Università degli Studi Roma Tre con una tesi in critica letteraria sui movimenti teorici che evidenziano l’importanza della letteratura nella vita quotidiana, concetto in cui crede fermamente. E’ professoressa di italiano e latino al liceo e SEO copy writer. Nel tempo libero scrive racconti (La soglia letteraria è pubblicato a puntate sul inmediasweb.it) ed articoli per “CulturaMente”, sito che da anni si occupa di cultura in tutti i suoi aspetti. È appassionata di teatro e da molti anni studia recitazione nella scuola Latitudine Teatro di Latina. È nel corso di una messa in scena dell’Iliade che ha la possibilità di interpretare il personaggio di Elena ed entra per la prima volta in contatto con i versi di Ritsos.
Anna Eugenia Morini si laurea in Lettere classiche nel 1995 e nello stesso anno comincia ad insegnare materie letterarie, latino e greco nei Licei. Alla sua professione di docente affianca una costante attività di volontariato culturale collaborando con il “Centro Donna “Lilith” e con il Centro Studi “Angelo Tomassini” e manifestando un particolare interesse per la fotografia e per il cinema, discipline che fa confluire in un più generale ambito di antropologia visuale. Nel 1996 e 1997, per l’Associazione “Teatro di Frontiera”, traduce i testi Medea di Euripide e Uccelli di Aristofane, che vengono rappresentati nell’ambito dell’Estate Romana del Pigneto. Nel 1998 si specializza nella ripresa fotografica presso l’Istituto Superiore di Fotografia di Roma. Dal 1999 al 2003 si occupa di didattica dell’immagine audiovisiva e insegna Linguaggi cinematografici nella scuola media secondaria. Nel 2004 collabora con la Scuola Nazionale di Cinema come formatrice per i docenti della Scuola. Fra le altre attività vanno annoverate numerose partecipazioni, in qualità di relatrice e di moderatrice, in giornate di studio e conferenze dedicate alla letteratura, al cinema e all’arte. Nel 2010 è cofondatrice dell’Associazione Corde, uno spazio performativo-sperimentale che, nell’ottica della necessità di formazione del pubblico, dà vita a occasioni di interazione con artisti del panorama nazionale. L’attività avviata con Corde prosegue oggi nel progetto “Effetti Collaterali”, laboratorio di formazione del pubblico realizzato in collaborazione con il Teatro Fellini di Pontinia e con il centro di formazione Clap. Inoltre, negli ultimi anni, in qualità di socia del Consiglio Direttivo del Centro Studi Angelo Tomassini, ha contribuito a dar vita al Seminario annuale degli studi gramsciani, attività correlata al Premio Internazionale “Alberto cardos” e portata avanti in sinergia con l’Associazione Alberto Cardosi e la Fondazione Gramsci di Roma. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo Aiace, Teagene e Pisistrato (in SMSR, vol. 19, Iapatre 1995), Ombroso silenzio (nel catalogo della mostra Ombroso silenzio dell’artista Enzo Lisi, Spazio Comel 2014).
Monica Lanfranco è giornalista, blogger e formatrice sui temi della differenza sessuale e sul conflitto. Ha fondato nel 1994 il trimestrale femminista «Marea». Ha collaborato con Radio Rai International. Ha un blog su «Il Fatto Quotidiano» e su «Micromega». Ha insegnato Teoria e Tecnica dei nuovi media all’Università di Parma. Dal 2008 cura e gestisce la formazione per gruppi nel centro culturale “Altradimora”. Il suo primo libro è del 1990: Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze di oggi (Solfanelli), oggi riedito in ebook. Nel 2007 ha prodotto Ci dichiariamo nipoti politici, docufilm sull’esperienza umana e politica della senatrice Lidia Menapace. Nel 2009 è uscito Letteralmente femminista - Perché è ancora necessario il movimento delle donne (Punto Rosso). Nel 2013 è uscito Uomini che odiano ledonne - virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi (Marea Edizioni), da cui è stata tratta la pièce teatrale Manutenzioni - Uomini a nudo, primo progetto italiano di teatro sociale per uomini contro la violenza sulle donne. Nel 2017 esce Parole madri-ritratti di femministe: narrazioni e visioni sul materno (Marea Edizioni). Nello stesso anno Settenove Edizioni ripubblica Donne dentro - Detenute e agenti di poliziapenitenziaria raccontano. Nel 2019 pubblica Crescere uomini - Le parole dei ragazzi su Sessualità, pornografia, sessismo (Erickson).
Stefania Zanda vive ad Aprilia (LT). Economista del territorio, si occupa di programmazione sociale e progettazione partecipata come coordinatrice dell’ufficio di Piano per il Distretto LT1. È autrice di Sei un mito ogni giorno della settimana (Falco, 2016) e di I limoni non possono entrare (Ortica, 2018).
Rosa Manauzzi vive a Latina, sua città natale. Scrittrice e ricercatrice fuori accademia, si occupa di letteratura con approccio sociologico e multidisciplinare. Laureata in Lingue e Letterature straniere, ha un dottorato in Scienze letterarie (Letterature comparate). Promotrice culturale di eventi e rassegne di rilievo internazionale e creatrice di biblioteche, appassionata d’arte, promuove varie forme artistico-espressive con una direzione olistica e positiva. Interessata alla funzione sociale della letteratura, studia il rapporto fra arte, letteratura e spiritualità. Si è occupata di cinema indipendente e lettura cinematografica. Ha studiato Teatro con l’attore e regista Nino Bernardini, con il quale collabora nella stesura di sceneggiature. Ha pubblicato la raccolta di poesie e racconti Il terzo occhio (2003/2005), i saggi Tradurre simboli, comunicare culture (2004/2007), La diaspora nera e l’intellettuale europeo. Parigi 1919-1930 (2004), Christopher Isherwood. Il peccato, lo scrittore, Dio (2005), Naturopatia per la felicità. Psicofisiologia dell’ottimismo (Hermes Edizioni, Roma 2013), il romanzo È tempo di fare primavera (L’Erudita, Roma 2018). Ha scritto le sceneggiature L’ultima lettera (2007), ConFusionArt Spazza Tour(2015), Anna (2017/2020), regia e cosceneggiatura di Nino Bernardini, sceneggiatura teatrale dedicata alla giornalista russa Anna Stepanova Politovskaja (1958-2006). Insegnante di lunga esperienza di antiche arti cinesi (qi gong, taiji), si è formata in MTC (Medicina tradizionale cinese) e Naturopatia. Per entrambe si è diplomata con varie specializzazioni. Entrata in ruolo nel 2016, dopo molti anni di precariato ispirato e creativo, è un’appassionata insegnante di inglese presso le scuole medie statali.
Laura Sofia Cariolato è autrice, praticante di sciamanesimo e facilitatrice di consapevolezza femminile. Nata a Vicenza, si laurea nel 2012 a Padova in Progettazione e Gestione del turismo culturale. Da sempre nutre una profonda ricerca spirituale unita alla passione per i viaggi ed è per questo che nel 2016 fonda, insieme a Luca Gonzatto, Vidyanam, una realtà professionale di ideazione ed organizzazione eventi con i più autorevoli scienziati e scienziate, autori ed autrici di spicco internazionale. All’interno di Vidyanam organizza viaggi alla scoperta dei luoghi di potere e facilita cerchi di donne quando possibile in natura, creando celebrazioni stagionali e riti di passaggio per ristabilire il collegamento con i cicli naturali della Terra, della Luna e del Sole, avvicinando le persone alla loro parte più autentica e sacra. Libera ricercatrice nel campo della spiritualità femminile e della Dea, gestisce la pagina Facebook e il blog “Gli Antichi Misteri Femminili” per divulgare una sempre maggiore consapevolezza femminile. Fra le pubblicazioni a cui ha partecipato ricordiamo il libro 13 Donne per 13 Lune e l’Agenda Figlie della Luna (edizioni 2019, 2020 e 2021).
Valentina Garozzo, nata a Merano (BZ), si è laureata al DAMS di Bologna e per oltre un decennio ha prestato servizio in musei e biblioteche a Verona. E’ praticante di Yoga e meditazione dal 2007, e ciò l’ha portata a cambiare radicalmente la sua comprensione del significato dell’esistenza, dando così inizio a un’avventura personale che l’ha condotta a viaggiare, scoprire e scrivere di percorsi di vita alternativi. I suoi libri sono dedicati al tema del viaggio e della trasformazione interiore. Attualmente vive ad Auroville (Tamil Nadu, India), comunità internazionale e culturale patrocinata dall’UNESCO, fondata sui principi dello Yoga Integrale di Sri Aurobindo e Mère. Lì lavora presso Auroville Art Service, dove gestisce la comunicazione ed i social media, portando avanti anche un progetto di ricerca sull’arte e sugli artisti della comunità. I suoi libri sono 24 giorni in India. Diario di un viaggio interiore (2016), La rotta verso te stesso. La saggezza del cammino di Santiago (2018) e la sua traduzione in inglese The path toward yourself, The wisdom of the Camino de Santiago (2019), Una nuova storia. La rivoluzione interiore (2020).
La voce liberata. Nove ritratti di femminilità negata, a cura di Ilaria Franciotti, pubblicato da ChiPiùNeArt Edizioni (Roma) nella collana “Extravaganti”, testi di Anna Eugenia Morini (Penelopeia: una storia notturna), I. Franciotti (Cassandra: una battaglia secolare per la credibilità), Federica Crisci (Elena: l’importanza di chiudere gli occhi), Monica Lanfranco (Lisistrata, la nonviolenza e la nascita della diplomazia), Stefania Zanda (Chi dice donna dice dono: Pandora e larappresentazione femminile della cultura maschile), Rosa Manauzzi (Lilith: prima donna libera, primo uomo liberato), Laura Sofia Cariolato (l’eredità delle streghe, l’incanto delle maghe), Valentina Garozzo (Morgana è Morgana), Gemma Granetto e Giorgia Bosco (Katharine Burdekin: ritratto di una visionaria dimenticata) è stato presentato nella Biblioteca Comunale di Sacrofano sabato 11 marzo 2023.
Alessandro Poggiani
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