Miryam e Yosep, il romanzo della natività di Paolo Ballardini

Miryam e Yosep non è un romanzo storico e neppure di un testo teologico, bensì un prodotto narrativo che intende ricostruire la vita stessa dei genitori di Gesù, soffermandosi sui i loro pensieri, le loro abitudini e la relazione intima, visti dal di dentro.
L’autore, Paolo Ballardini, che si definisce “uno scrittore viaggiatore”, ha scelto come sottotitolo Il romanzo della natività, per sedare ogni possibile dubbio circa la veridicità storica di questo testo, che non intende mettersi in concorrenza con le Sacre Scritture, ma soltanto raccontare con immediatezza e semplicità la vita del falegname Yosep, originario della Galilea, e di Miryam, allieva presso il Tempio di Gerusalemme nella cosiddetta “Corte delle Vergini”.
Un’esistenza che si discosta da quella descritta nella Bibbia e che si sofferma sul difficile rapporto che intercorreva, agli inizi, fra Miryam, una adolescente e Yosep, un vedovo di mezza età, che aveva acconsentito a sposarla in virtù di un antico legame di amicizia che aveva con suo padre.
Un uomo, già amareggiato dalla vita, e un’attonita ragazzina che sognava di imbattersi nei grandi profeti della religione ebraica e di sposarne uno simile. Un racconto davvero appassionante, che mette in luce l’umanità e i desideri dei due protagonisti, privilegiando un punto di vista interno, per permettere al lettore/lettrice di sentirsi parte di questo “affresco umano dell’epoca”. Lo spiega lo stesso autore: «Il romanzo ci immerge nel tempo e nel contesto culturale di Miryam e Yosep. Ci mostra come hanno appreso a vivere, a cosa si dedicano, come si comportano e come ragionano. I loro nomi, così come i nomi dei personaggi secondari e dei luoghi, sono gli originali in aramaico, in ebraico e, occasionalmente in greco, cioè quelli che anche loro utilizzavano. È impossibile narrare la vicenda di Miryam e Yosep senza narrare le storie alle quali i due si rifanno per interpretare la realtà e informare il proprio comportamento. Sono i miti religiosi che costituiscono la storia del loro popolo raccolti nella Tanakh, la Bibbia Ebraica, conosciuta tra i cristiani come Antico Testamento».
Un romanzo che coinvolge fino all’ultima riga, con una rielaborazione davvero verosimile del mito della natività, - resa possibile grazie ad approfonditi studi svolti dallo stesso autore e basati sia sulle Sacre Scritture sia sui sui Vangeli apocrifi - alla ricerca di un’umanizzazione che risulta, infine, perfettamente riuscita e che avvicina chi legge a Yeshu’a più di qualsiasi altro testo dogmatico.
Alessandro Poggiani
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