Omaggio a Roberto Leydi

Roberto Leydi (Ivrea - TO - 1928 - Milano 2003) è stato tra i più importanti etnomusicologi italiani. La sua è una figura poliedrica e forse per questo la sua notorietà va al di là degli ambienti specialistici della musicologia e delle scienze sociali. Leydi collaborava con riviste e giornali, lo si poteva ascoltare alla radio, in televisione, dove diffondeva, con la affabilità che lo caratterizzava, rudimenti di etnomusicologia e di storia sociale anche fra il grande pubblico.
Trasferitosi a Milano, già dalla fine degli anni Quaranta fu critico musicale e cronista delle testate milanesi «Avanti!» e «L’Europeo». A Milano collaborò con il Piccolo Teatro e con lo Studio di Fonologia della RAI, insieme a Luciano Berio, Bruno Maderna ed Umberto Eco. In seguito si occupò anche di cabaret, genere a cui diede un contributo di rinnovamento (si vedano le biografie delle cantanti Milly e Milva e di Enzo Jannacci) e fu uno fra i principali promotori del folk-revival (Nuovo Canzoniere Italiano, Almanacco Popolare). Fra gli spettacoli connotati in questo senso vanno ricordati i lavori teatrali Milanin Milanon (Milano, 1962), con Filippo Crivelli, Pietà l’è morta (Parma, 1964), con Giovanni Pirelli e Filippo Crivelli, e Sentite buona gente (Milano, 1967), con Diego Carpitella e Alberto Negrin. Tuttavia, quello che ebbe maggiore impatto fu sicuramente Bella ciao (Spoleto, 1964), con Filippo Crivelli e Franco Fortini, che fu presentato - fra contrasti, polemiche e perfino denunce penali - al Festival dei due Mondi di Spoleto.
Notevoli sono stati inoltre i suoi contributi alla diffusione della conoscenza della musica jazz. Con Leydi a Milano e con Carpitella a Roma, la cultura musicale italiana cominciò ad aprirsi al mondo e l’etnomusicologia assunse un’impostazione più in linea con gli studi internazionali. Leydi operò numerose ricerche sul campo, pubblicò moltissimo e produsse numerosi dischi (fu ideatore e curatore della nota collana “Albatros”).
All’inizio degli anni Settanta cominciò la sua esperienza di insegnamento all’Università di Bologna, dove rimarrà per trent’anni, con la possibilità di coinvolgere molti giovani ricercatori di tutte le regioni italiane, contribuendo a fare dell’Italia uno fra i territori meglio documentati d’Europa sooto il profilo etnomusicale.
Fra gli ambiti di ricerca di Roberto Leydi un capitolo importante rivestono gli studi sulla musica popolare cretese, effettuati a più riprese fin dagli anni Settanta. A quarant’anni di distanza da tali prime ricerche i musicisti e studiosi di musiche del Mediterraneo Vladimiro Cantaluppi (violino) ed Alessandro Predasso (voce, chitarra e boulgarì), in conclusione della conferenza, presenteranno una sintesi di quell’esperienza, eseguendo dal vivo alcune fra quelle musiche e guidando gli ascoltatori (con l’ausilio di proiezioni video) attraverso le differenti forme della musica tradizionale di Creta occidentale, incentrate sulla musica a ballo (i sirtos) e la musica urbana (tabachaniotika), che evidenziano una millenaria storia di scambi e adozioni fra Oriente ed Occidente.
Domenica 11 marzo, alle ore 11, nella Sala Convegni del Museo della Civiltà Contadina Valle dell’Aniene verrà presentato il libro Il Cibo e la Festa. Pratiche alimentari festive nelle aree appenniniche del Lazio (Efesto, Roma 2018), risultato di una serie di incontri e di attività prodotte all'interno della rassegna Il Cibo e la Festa, svoltasi nel 2016 presso il Museo della Civiltà Contadina Valle dell'Aniene, ed in cui sono confluite numerose esperienze di ricerca, studi e testimonianze sui saperi, le tecniche e l'insieme di conoscenze, pratiche e consuetudini che sono alla base del rapporto fra la preparazione ed il consumo di cibo in alcuni contesti festivi delle zone appenniniche del Lazio. Interverrà l’antropologa Alessandra Broccolini (docente presso l’Università di Roma “Sapienza” e presidente di Simbdea). Saranno presenti il curatore del libro ed alcuni fra gli autori.
Al termine dell’incontro, aperitivo al Museo con degustazione di alcuni prodotti locali.
Alessandro Poggiani
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