"Otello. Note di regia". L'ultimo copione di Stanislavskij

"Otello. Note di regia" "Otello. Note di regia"
L’ultimo copione di Konstantin Stanislavskij è in libreria e online da fine marzo 2016.

Già nel 1896, prima di fondare il Teatro d’Arte di Mosca, Konstantin Stanislavskij aveva interpretato il ruolo di Otello nell’omonima tragedia shakespeariana. Trent’anni dopo deciderà di rimetterla in scena. Ci riflette a lungo, le prove cominciano nel 1926 e proseguono lentamente fino al ’28, anno in cui Stanislavskij, colpito da un grave infarto, è costretto a un lungo periodo di riposo.

Va a curarsi in Francia - a Nizza - e da lì manda alla compagnia le sue note di regia, sperando di poter tornare in tempo per sistemare personalmente lo spettacolo. Tuttavia, non ci riuscirà. La prima viene fissata per il marzo del ‘30, quando le note non sono ancora finite. E così le interromperà a metà del quarto atto.
Tali note rappresentano un’eccezionale testimonianza dell’ultimo periodo dell’indagine sul Sistema: enorme rilevanza viene data alle azioni fisiche rispetto alla reviviscenza. L’attore, per essere in grado controllare la giusta espressione del sentimento, per prima cosa, deve fissare le azioni connesse con il sentimento medesimo: solo così potrà essere sicuro del fatto di raggiungere la verità senza cadere nell’enfasi, nella retorica. In queste pagine, per ogni scena, Stanislavskij, suggerisce all’attore le azioni fisiche a cui riferirsi nella linea interpretativa.

Otello. Note di regia, pubblicato dalla Dino Audino editore nel marzo 2016 nella collana “Voci e volti dello spettacolo” - nell'anno delle celebrazioni per i quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare - , curato da Fausto Malcovati - autore della prefazione - e tradotto dall’inglese da Valeria Brucoli, già traduttrice di altri sei libri pubblicati dalla Audino editore (L’arte del personaggio di Lajos Egri; Monologhi shakespeariani, di cui è anche curatrice; Il potere dell’attore di Ivana Chubbuck; Lezioni di recitazione di William Esper; L’arte di formarsi come attori e costruire personaggi di Susan Batson; Scrivere bene di William Zinnser) e dal russo da Cristina Giannelli, rappresenta una grande lezione sia per attori sia per registi.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.


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