Perverso e paranoico. Scritti 1927-1933

Nell’universo artistico di Salvador Dalí ogni rigida distinzione intellettuale, ogni comoda categoria pratica, perfino il più ovvio- almeno in apparenza - rapporto di causa-effetto, sembrano implodere e dichiararsi «altro» da sé. Perverso e paranoico riporta in libreria i testi che il grande artista catalano scrisse negli anni Trenta, ovvero quelli più decisivi per la definizione della sua poetica surrealista e per la sua maturazione artistica. Il risultato finale è l’autoritratto della più grande «mente immaginativa del secolo scorso», che illumina di luce nuova le sue opere, ma anche il suo pensiero sul rapporto fra arte e politica, sul sesso e sulla religione, sulla scienza e sulla psicoanalisi, l’amicizia con Luis Buñuel (1900-1983) - con il quale lavorò per Un chien andalou (1928), suo esordio alla regia - e Federico García Lorca (1898-1936), il tormentato sodalizio artistico con i surrealisti e la sua grande passione per la fotografia e per il cinema.
L’ossessione, il sogno, il delirio: l’irrazionalismo è il più fertile fattore espressivo e creativo, grazie al metodo paranoico-critico, vera e propria chiave di volta del percorso artistico di Salvador Dalí. L’inorganico si trasferisce improvvisamente nell’organico, mentre Sigmund Freud (1856-1939) ed Albert Einstein (1879-1955) vengono considerati come degni successori di maghi e alchimisti, per aver dimostrato - ognuno a modo suo - che la materia e instabile. Ci voleva un «genio» - che Dalí identifica con se stesso - per portare a termine l’aspirazione alchemica prima: mostrare come, proprio attraverso una radicale trasmutazione della materia, sia possibile perseguire e raggiungere un analogo cambiamento di coscienza: una «estasi», ovvero uno stato in cui «ogni giudizio cambia in modo sensazionale». L’unico stato da cui può sgorgare l’arte.
Pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta e sceneggiatore, Salvador Dalí (1904-1989) può esser senz'altro considerato come una fra le figure più eclettiche del Novecento. Fra le sue numerose creazioni impossibile non ricordare l'onirica sequenza di Spellbound (Io ti salverò - 1945), diretto da Alfred Hitchcock tratto dal libro di Francis Beeding (anch’esso pubblicato da il Saggiatore, così come Rebecca di Daphne du Maurier, Psycho di Robert Bloch e Marnie di Winston Graham - libri da cui, rispettivamente nel 1940, 1960 e 1964, furono tratti gli omonimi, celeberrimi film diretti da Alfred Hitchcock - ed il longseller Il cinema secondo Hitchcock di François Truffaut) ed interpretato da Ingrid Bergman, Gregory Peck, Leo G. Carroll e Michail Cechov.
Perverso e paranoico. Scritti 1927-1933, pubblicato da il Saggiatore (Milano) nella collana “La Cultura”, traduzione di Moreno Manghi e Laura Xella, è disponibile in libreria e online a partire da ottobre 2017.
Alessandro Poggiani
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