Prima e dopo: La street art romana e il Coronavirus. Il nuovo libro di Carla Cucchiarelli

Prima e dopo: La street art romana e il Coronavirus. Il nuovo libro di Carla Cucchiarelli
A parlarci di street art, elevando i murales cittadini a vere e proprie opere d'arte, è Carla Cucchiarelli, giornalista e scrittrice che prosegue il lavoro iniziato con il suo precedente libro “Quello che i muri dicono. Guida ragionata alla street art della capitale” (Iacobellieditore, 2018), proponendo le nuove opere della capitale, suddivise per quartieri e talvolta raccontate dagli stessi artisti che le hanno realizzate durante il lockdown - e non solo.

Prima e dopo. La street art romana e il Coronavirus è il titolo del suo ultimo lavoro, edito da Iacobellieditore. Nel libro l’autrice propone un percorso artistico e urbano ricco di umanità. I murales sono tele da osservare, capolavori che vale la pena di scoprire. Anche perché sono espressione del periodo storico in cui viviamo. Durante il lockdown gli artisti non si sono fermati, anzi. Hanno riversato sui muri le paure e le frustrazioni conseguenze di una emergenza sanitaria senza precedenti che ha colpito tutti e in modo permanente.

Cosa è la street art? Secondo Banksy, considerato uno dei maggiori esponenti della street art mondiale, «Contrariamente a quanto si va dicendo, non è vero che i graffiti sono la più infima forma d’arte. Certo, può anche capitare di dover strisciare furtivamente in piena notte e dire bugie alla mamma, ma in verità è una delle forme d’arte più oneste che ci siano. Non c’è elitarismo né ostentazione, si espone sui migliori muri che una città abbia da offrire e nessuno è dissuaso dal costo del biglietto».

Ed è proprio da Banksy e dal suo post Instagram datato 15 aprile 2020 che Carla Cucchiarelli parte per questo viaggio straordinario nel mondo della street art romana, frutto del fermento vivo di artisti impegnati in un dialogo politico costante con il mondo circostante. Banksy, nel suo post, mostra un disegno con nove topolini in un bagno. Ognuno di essi è impegnato in una azione, come, per esempio, segnare i giorni della quarantena sullo specchio. Siamo in pieno lockdown e la casa raffigurata potrebbe essere la nostra casa, riparo e prigione allo stesso tempo, perché in quelle lunghe settimane ci siamo sentiti come topi in trappola e senza via di fuga.

Più o meno nello stesso periodo Laika, artista romana emergente, ha realizzato un’opera al mercato Esquilino in cui raffigura una nota ristoratrice cinese che indossa tuta sanitaria e mascherina e tiene in mano un piatto di riso su un vassoio che riporta la scritta #JENESUISPASUNVIRUS ovvero IO NON SONO IL VIRUS. Un vero e proprio sostegno alla comunità cinese, duramente colpita dall’ignoranza che imperversava soprattutto nelle prime settimane della pandemia.

Di grande impatto il messaggio contenuto nell'opera di Harry Greb dal titolo Human Family, in cui i componenti di una famiglia sono rinchiusi in una gabbia, attraverso cui un panda sembra guardare incuriosito, con un repentino cambio di ruolo: da classico “osservato” diventa “osservatore”. I ruoli si ribaltano. Vivace il murale Gatto e mouse con Tom & Jerry sul distanziamento sociale, realizzato da Maupal a Borgo Pio. L'artista utilizza proprio i due amatissimi personaggi, peraltro sempre in lotta tra di loro, per descrivere la necessità di mantenere le distanze per ridurre il rischio di contagio da coronavirus.

C’è un prima e un dopo nei racconti che emergono dai muri di Roma, un prima e dopo la pandemia. E c’è un prima e dopo anche per molti lavori cancellati a distanza di poche ore dalla loro nascita perché considerati scomodi e offensivi, come alcune opere di Maupal e Sirante. Non “politically correct”, e per questo rimosso in tempi rapidissimi, il murale opera di TvBoy dedicato a Matteo Salvini e Luigi Di Maio che spingono un 'Conte-Pinocchio' a candidarsi come sindaco nel Paese dei Balocchi. Poiché l’arte urbana rappresenta nitidamente la confusione politica e l’incertezza di un preciso momento storico, il raccontarne i limiti evidenziandone le contraddizioni incute timore. Ciò, tuttavia, conferisce all’opera un alto valore comunicativo dal forte impatto sociale.

Carla Cucchiarelli, peraltro autrice del libro Il telefono rosa. Una storia lunga trent'anni (Castelvecchi, 2019), da sempre attenta voce di denuncia in difesa delle donne, non poteva non rivolgere la sua attenzione proprio alle donne, protagoniste di molte opere di street-art nella capitale. Trastevere, in particolare, ne ospita molte: dalla Sora Lella ad Anna Magnani, da Frida Kahlo a Barbie, da Giovanna Botteri a Lina Wertmüller. Ritratte dall'artista Ladiesis, tutte indossano la 'S' di Superman sul petto perché le donne i superpoteri li hanno davvero, anche se sorridono e strizzano l’occhio con fare divertito e ammiccante.

Uno spazio importante è riservato all'artista romana Tina Loiodice e ai suoi lavori, visibili sulle abitazioni di Sant’Angelo di Roccalvecce, nella metro A e nelle stanze del centro antiviolenza “Marie Anne Erize” a Roma. Protagonisti sono le donne, i minori e le favole, e il messaggio è universale: solidarietà, accoglienza e speranza in un futuro migliore.

Le donne conquistano il Trullo è il capitolo dedicato a Greta Thunberg, Samantha Cristoforetti, Marina Abramovic e ad altre straordinarie combattenti che si sono impegnate per cambiare il mondo. Manuela Merlo, in arte “Uman”, con l’aiuto dell’amico Mario D'Amico, nel 2013 ha iniziato a dipingere i palazzi del quartiere romano con l’intento di restituirgli bellezza. E così sono nati i Pat, i “Pittori Anonimi del Trullo”, artefici di una grande rivoluzione culturale e sociale che ha coinvolto persino i ragazzi delle scuole.

I murales hanno sempre un rapporto molto stretto con il territorio. Sono memorie di quartiere, sono speranze con il volto dei bambini come quelli di Alice Pasquini, inni alla libertà, manifestazione di impegno civile. Notevole il lavoro di Gojo, nel quartiere Ostiense, dedicato a Falcone e Borsellino ritratti nel tricolore e inaugurato nel 25° anniversario della strage di Via D’Amelio. E ancora sono un NO al femminicidio i murales struggenti di Luca Ximenes che si firma Desk.

Questo viaggio straordinario sembra non concludersi mai perché è come la street art, in continua evoluzione. Da Torraccia con il suo Miglio d’Arte al più grande murales ecologico d’Europa, realizzato all’Ostiense con la vernice mangia smog. E ancora il Grande Raccordo Anulare con il suo GRAARt, Casal de’ Pazzi, fino a raggiungere quei paesi come Amatrice che, con il progetto “Up 2 Artist – Strett Art ad Amatrice”, nato da un'idea di Mario Sgarbi, ha saputo coniugare l’arte con la voglia di riscatto, riportando bellezza e speranza nel paese sconvolto dal terremoto.

La street art abbraccia la “città eterna” e in essa si identifica. Così basta alzare gli occhi, o semplicemente camminare, al Pigneto e a Tor Pignattara per imbattersi in Hostia, opera dedicata a Pier Paolo Pasolini dall’artista Nicola Verlato o nei ritratti di Christian Guémy, in arte “C215”, popolare artista apprezzato in tutto il mondo che, in piena emergenza covid, ha realizzato lavori seminascosti che mostrano una delicatezza disarmante. Come il bacio tra i due innamorati con la mascherina alla Garbatella e, poco distante, una Madonna con Bambino che pare benedire i passanti.

 

Carla Cucchiarelli ci accompagna alla scoperta di una Roma inedita, in una vera e propria visita guidata all’arte a cielo aperto, con l’ausilio di immagini che seguono passo passo la descrizione delle opere e attraverso un dialogo ricco di spunti e riflessioni con artisti, esperti del settore, fotografi e storici dell’arte. La strada per definire con precisione le linee guida di questa recente forma d’arte è ancora lunga. La speranza è di fare rete il più possibile, creando delle buone pratiche di lavoro condivise da tutti.

Il libro si conclude con un arrivederci. Non ci può essere un addio quando si parla di arte, soprattutto quando l’arte nasce per strada. Perché la strada, come qualunque espressione creativa, è viva. Nonostante tutto.