Renzo Arbore, Marisa Laurito e la loro amicizia con Luciano De Crescenzo

Luciano De Crescenzo, scomparso il 18 luglio 2019, prima ingegnere idraulico e poi scrittore, innamorato della filosofia, con l’utilizzo di un linguaggio semplice, ha reso concetti, all'apparenza difficili, comprensibili a tutti. Autore di numerosi libri, sia di saggistica che di narrativa, tradotti anche all’estero, fu personaggio televisivo, sceneggiatore, regista e attore.
Così racconta Renzo Arbore: “Abbiamo voluto fare un piccolo omaggio ad una amicizia straordinaria, che mi manca moltissimo. Un rapporto, tra Luciano e me, nato tanti anni fa in un’estate particolarmente gradevole trascorsa a Capri, poi consolidata, diventata fraterna e di intensa collaborazione quando scrivevamo in tandem le sceneggiature di film come “Il pap’occhio” e poi “FF.SS, cioè... che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”. In quegli anni, praticamente convivevamo: io andavo a casa sua la mattina e, tra scrittura, battute, scherzi, pranzi, cene, frequentazione di ragazze e molto altro, consolidammo la nostra complicità umana e creativa”.
Arbore ci svela anche un piccolo segreto, fu proprio De Crescenzo ad ideare la frase “Più lo mandi giù, più ti tira su”, che Nino Manfredi utilizzò e che diventò uno dei più celebri slogan della pubblicità televisiva.
Ricorda, invece, Marisa Laurito: “Avevo superato il provino per entrare nel cast de “La mazzetta” con la regia di Sergio Corbucci, dove Luciano era sceneggiatore. La prima volta che lo incontrai fu a casa di Nino Manfredi, protagonista del film insieme a Ugo Tognazzi: era voltato di spalle davanti a un’ampia vetrata, ma quando si girò il suo sguardo si incrociò col mio, non lo dimenticherò mai. E non so come ho fatto a non innamorarmi di lui”.
Il noto sociologo Domenico De Masi, che ha condiviso l’amicizia con De Crescenzo, ha curato l’introduzione del libro, “Non essendo io né un filosofo né un artista, ma solo un sociologo, a differenza dell’uno e dell’altro posso permettermi di essere pedante e noioso. Perciò, Renzo vi racconta in modo emozionante la Napoli umanissima di Luciano; io cerco di fargli da contrappunto riferendovi il retroterra storico che sta dietro a quella Napoli. Marisa vi racconta in modo affettuoso il mondo dolcissimo di Luciano; io cerco di riferirvi i tratti antropologici che stanno dietro a quel mondo”.
La vera protagonista del libro è l’amicizia, che De Crescenzo metteva ai primi posti nella scala dei valori e dei sentimenti. “Come diceva Epicuro, è un bene primario. L’amore può finire, mentre se vuoi bene a un amico, gliene vorrai ogni giorno, sempre un pochino di più”.
“Ci siamo voluti tanto bene” di Renzo Arbore e Marisa Laurito introduzione di Domenico De Masi, editore Mondadori 17,50 euro, 108 pagine