Stephan Oswald presenta a Roma gli 'Epigrammi Veneziani' di Goethe

Negli “Epigrammi Veneziani”, scritti nel 1790 durante il secondo viaggio italiano a Venezia, Goethe, nel celebrare la sua relazione amorosa con Christiane Vulpius, affronta argomenti “sensibili” come religione, politica, sessualità, formulando opinioni decisamente poco ortodosse, che mal si conciliano con i suoi consueti convincimenti e con l’idea del grande poeta coltivata dalla critica.
La freddezza con la quale gli epigrammi furono accolti è dovuta in buona parte ad un malinteso. Goethe assume a modello il poeta latino Marziale, famigerato per le sue poesie irriverenti. Ignorando tale riferimento, gli “Epigrammi” furono letti erroneamente come confessioni autobiografiche del poeta, destando scandalo per la radicalità e per la cinica spregiudicatezza di molte delle poesie.
Una volta superato questo fraintendimento, il ciclo degli “Epigrammi Veneziani” offre la di scoprire aspetti letterari inediti, che congiungono il distico, forma poetica classica per eccellenza, con osservazioni ed immagini di sorprendente modernità.
Dopo essersi laureato in Germanistica all’Università di Münster, Stephan Oswald ha insegnato lingua e letteratura tedesca presso vari Atenei italiani, tra cui l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e Ca’ Foscari di Venezia. Per dieci anni è stato vice-direttore dell’Istituto di Cultura Germanica a Bologna. Dal 2003 insegna letteratura tedesca all’Università di Parma.

Alberto Esposito
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