“Storie di Torino” di Franco Ricciardiello

«Senza l’Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa cosa. Ma senza Torino, l’Italia sarebbe molto diversa» (Umberto Eco)
«Torino era una città da penetrare: ogni antro, con vetrina o senza, buio o illuminato, aveva in fondo un mistero… Una città così pulita, diritta, castigata» (Rossana Ombres, Baiadera)
Che Torino sia la città più europea d’Italia appare evidente allo straniero appena arrivato. Città tardiva, chiusa per secoli in un quadrilatero di mura che rappresenta una frazione minima della superfice odierna, è cresciuta con un’espansione programmata, quartiere dopo quartiere, proseguendo in lunghe linee rette la centuriazione romana del I secolo d. c: una griglia virtuale sovrapposta a un angolo di pianura protetto dalla confluenza di due fiumi (il Po e la Dora Riparia).
Nel corso dei decenni, l’ampliamento della città raggiunge i fiumi, le colline, i laghi e tutti gli altri confini naturali. L’espansione di Torino attorno al quadrilatero romano è un fatto tardivo. Oggi sembra quasi incredibile che la città abbia raggiunto la riva del Po solo due secoli fa, dopo la Restaurazione (1815), quando la Francia rivoluzionaria abbatté le mura e le porte romane.
L’espansione fisica ha coinciso con la trasformazione del suo temperamento prevalente, da militare a industriale. Oggi, nell’epoca della post industrializzazione, la sua identità appare sfuggente, difficile da definire, come sa, da brava piemontese, non volesse mettersi in mostra.
La maggior parte delle Storie di Torino è di autori, registi e musicisti italiani, ma si ramifica in una vasta geografia di riferimenti, a loro volta intrecciati in una gran quantità di direzioni. Se nella cultura italiana la città ha un posto apparentemente (ma solo apparentemente) secondario, è un fatto contingente dovuto solo a determinati aspetti del carattere (generalmente riservato ed “allergico” all’ostentazione) dei suoi abitanti. Una “questione antropologica”. Il libro racconta soprattutto “Storie” di letteratura, cinema e musica.
Franco Ricciardiello comincia a pubblicare fantascienza all’età di ventuno anni. Nel 1998 vince il Premio Urania per il miglior romanzo di fantascienza italiano con Ai margini del caos (Mondadori), in Francia tradotto da Flammarion. Per quasi vent’anni ha insegnato Scrittura creativa a Vercelli, Biella e Genova, e tiene seminari sulla letteratura a Torino, Novara e Cosenza. Ha collaborato all’enciclopedia a dispense Scrivere (Rizzoli) con una serie di schede su celebri opere della letteratura mondiale e con il volume dedicato allo “Stile letterario”. Ha al suo attivo tre romanzi di fantascienza, due gialli, un thriller e un romanzo contemporaneo, più tre volumi che raccolgono la maggior parte dei suoi racconti apparsi in riviste ed antologie in Italia, Francia, Grecia e Argentina. Ha inoltre pubblicato il romanzo Nell’ombra della luna (Meridiano Zero, 2018). Per Odoya ha pubblicato anche Storie di Parigi (2017) e Storie di Venezia (2017).
Storie di Torino di Franco Ricciardiello, pubblicato da Odoya (Bologna), è disponibile in libreria e online da ottobre 2018.
Alessandro Poggiani
Ultimi da Alessandro Poggiani
- Zio Vanja di Čechov con Giuseppe Cederna al Teatro Duse
- Le finestre del tempo di Sergio Scorzillo al Teatrosophia
- Da qui non è mai uscito nessuno di Alessia Cristofanilli all’Altrove Teatro Studio
- Nel nero degli abissi. Un’indagine per i Cinque di Monteverde di François Morlupi presentato a Spazio5
- Il tempo supplementare di Roberto Russo al Teatro Porta Portese