Un fitto mistero di Giancarlo De Cataldo alla biblioteca Moby Dick

«Una parte profonda di noi, di noi tutti, desidera che il peggio non sia provato: vogliamo che la madre sia innocente, e l'assassino un altro, meglio se diverso. E vogliamo che i nostri figli siano puliti, sani, generosi e gentili e che a fare irruzione nella loro tranquilla quiete sia, ancora una volta, un "altro". Con la morbosità si può. Ma i demoni del profondo, quelli, è maledettamente difficile, se non impossibile, esorcizzarli. Non fosse altro perché, a riportarceli ossessivamente alla mente, ci sono le immagini». (Giancarlo De Cataldo, Un fitto mistero. Immagini e storie del crimine, Contrasto, Roma 2017)
Nell’ottobre 2017 Contrasto ha pubblicato Un fitto mistero di Giancarlo De Cataldo per la collana “In Parole”. Nel libro l’autore racconta alcuni dei delitti più efferati ed eclatanti della Storia italiana e internazionale dallo scorso secolo fino ad epoche più recenti.
«Perché certi delitti attraggono tanto la nostra attenzione e altri ci lasciano indifferenti?», si chiede De Cataldo nell’ introduzione al volume. Questo fenomeno non è dovuto solo a come i giornalisti propongono gli eventi, spesso “reinventando” il caso, costringendoci a provare dolore per la vittima o pietà per l’assassino. Difatti, per quanto i cronisti possano “gonfiare” gli avvenimenti con il loro racconto, certi episodi di cronaca nera sono destinati a sopravvivere nella storia e nella memoria collettiva al di là dell’oggettività. L’autore indaga proprio su quegli elementi differenziali che possono aver contribuito in certi casi a focalizzare l’attenzione nei confronti di determinati delitti.
Oltre ai testi di Giancarlo De Cataldo, il volume è corredato dalle fotografie che all’epoca dei fatti raccontati dominarono le prime pagine dei quotidiani. I casi raccontati dall’autore sono raggruppati per grandi tematiche in otto sezioni: Delitti di famiglia, Complotti, Mafia, Delitti d’affari, Delitti politici, Mostri&Co, Delitti a luci rosse. Il fil rouge che li accomuna tutti non è solo il clamore che hanno suscitato, ma anche il fatto che sono stati i primi ad essere oggetto di una copertura mediatica diffusa, inaugurando così la caccia allo scoop, e iscrivendosi nell’immaginario collettivo al punto da diventare fonte d’ispirazione per artisti, scrittori, musicisti.
Dalle vicende della banda della Magliana al mostro di Firenze, passando per Jack lo Squartatore, fino ad arrivare ai bagni di sangue della mafia e delle brigate rosse, Giancarlo De Cataldo analizza e racconta crimini illustri, quasi iconici, che hanno riempito le pagine della cronaca nera a tal punto da rimanere impressi nella cultura e nella memoria di tutti. Indipendentemente dal fatto che siano delitti d’affari - come il caso Sonzogno - o delitti a luci rosse - come l’omicidio della ”Dalia nera” - a sorprendere e ad impressionare l’opinione pubblica è stata soprattutto la dinamica di queste uccisioni.
Giancarlo De Cataldo (Taranto, 1956) è Giudice di Corte d’Assise a Roma, città in cui vive dal 1974. Scrittore, traduttore, autore di testi teatrali e di sceneggiature televisive, ha pubblicato numerosi bestsellers, fra cui Romanzo criminale (2002), da cui è stato tratto l’omonimo film (2005) diretto da Michele Placido e una serie televisiva, diretta da Stefano Sollima, Il padre e lo straniero (2010), Io sono il Libanese (2012 e 2013), scritto insieme a Massimo Carlotto e Gianrico Carofiglio, Cocaina (2013), Giochi criminali (2014), scritto con Maurizio de Giovanni, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, Nell’ombra e nella luce (2014), scritto insieme a Carlo Bonini, Suburra (2013 e 2014), da cui sono stati tratti un film diretto da Stefano Sollima e una serie televisiva per Netflix, La notte di Roma (2015), scritto con Steve Della Casa e Giordano Saviotti, il graphic novel Acido fenico (2016).
Un fitto mistero. Immagini e storie del crimine di Giancarlo De Cataldo, pubblicato da Contrasto (Roma) nella collana “In Parole”, è disponibile in libreria e online da ottobre 2017.
Alessandro Poggiani
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