Un libro per non dimenticare: La stella di Andra e Tati di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro

«Raccontare il dolore ai bambini si può e si deve, con una semplicità che senza preconcetti insegna loro che tutte le storie, anche quelle a lieto fine, hanno incubi da affrontare» (Marta Occhipinti, «Robinson» / «Repubblica»)
«L’Italia era in guerra, lo avevano sentito ripetere decine di volte. Ma cosa voleva dire esattamente? Andra e Tati non capivano quei discorsi. C’era la guerra, e allora? Fuori tutto continuava come prima: le strade, le case, i negozi. Il tram sferragliava sulle rotaie. La nonna andava e veniva dalla sinagoga. Anche le persone erano le stesse [...]. I bambini che incontravano in cortile non parlavano mai della guerra. Fino al giorno in cui tutto cambiò» (da Alessandra Viola, Rosalba Vitellaro, La stella di Andra e Tati, DeAGOSTINI Milano 2019)
«Non ci aspettavamo un film come questo. Non abbiamo mai provato questa commozione nemmeno il giorno che siamo tornate ad Auschwitz. Abbiamo vissuto un’esperienza tremenda, ma per fortuna siamo qui a raccontarla, e siamo fra i cinquanta bambini sopravvissuti a circa duecentomila deportati nei campi di sterminio. Adesso siamo qui a raccontarla e vogliamo dire che nonostante tutto la vita è bella. Raccontare in meno di mezz’ora una triste avventura durata più di due anni non è facile, ma è stato fatto un lavoro straordinario, molto bello» (Tatiana Bucci, dopo aver assistito alla proiezione del docu-cartoon La stella di Andra e Tati al “Cartoons on the Bay” di Torino nell’aprile 2018)
«Quello che mi fa pensare è come mai si è fatto un film così solo dopo oltre settant’anni dalla guerra. Lo si poteva fare anche prima. Si è cominciato a parlare tardissimo dei bambini deportati. Prima eravamo davvero dimenticarti […]. Certo, è molto difficile spiegare a un bambino di quattro o cinque anni la tragedia della Shoah e della guerra. Questo film ci riesce» (Alessandra Bucci al “Cartoons on the Bay” di Torino nell’aprile 2018)
Quando anche gli ebrei italiani cominciano a essere deportati nei campi di concentramento nazisti, Andra e Tati sono solo due bambine. D’improvviso, si vedono strappare via tutto ciò che hanno; perfino la famiglia è travolta e straziata da eventi inspiegabili. Troppo piccole per capire, Andra e Tati si ritrovano sole e piene di paura. Il mondo comincia a cambiare e diventa un incubo, un’ombra minacciosa che si diffonde ovunque e a cui sembra impossibile sfuggire. Andra e Tati sono solo delle bambine, sì. Ma non smettono di sperare e di farsi coraggio a vicenda, unite e salvate dall’amore l’una per l’altra.
Nell’era più buia della storia dell’umanità, la forza e la speranza sono le uniche armi per sopravvivere. Con le immagini originali del primo film d’animazione europeo sull’Olocausto, la commovente storia vera di due sorelline sopravvissute alla Shoah. Un libro per avvicinare anche i più piccoli alla tragedia dell’Olocausto
La stella di Andra e Tati di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro è tratto dall’omonimo film d’animazione prodotto da RAI Ragazzi e Larcadarte in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione, per la regia di Rosalba Vitellaro e Alessandro Belli ed il patrocinio di UNICEF Italia e della Presidenza Italiana dell’International Holocaust Remembrance Alliance.
La Storia
Fra il 1941 e il 1945 circa sei milioni di ebrei vengono uccisi. In Italia la persecuzione antiebraica è opera dapprima del fascismo e poi, dopo l’8 settembre 1943, anche del nazismo.
Settembre 1935: In Germania furono promulgate le Leggi di Norimberga, una serie di provvedimenti contro gli ebrei; settembre 1938: Il regime fascista introduce anche in Italia una legislazione antiebraica che legalizza una violenta opera di persecuzione contro gli ebrei. È Benito Mussolini a promulgare queste leggi che coinvolgono l’intera società sotto il profilo politico, sociale, economico e culturale (espulsione degli ebrei dalle cariche pubbliche, dalla scuola, dagli istituti culturali come le biblioteche; il divieto di matrimoni misti); 10 giugno 1940: l’’Italia entra in guerra a fianco della Germania nazista; 1943: quando Mussolini viene destituito, saranno i tedeschi a condurre le violente e sanguinose azioni antiebraiche in Italia. Gli ebrei arrestati vengono deportati dai tedeschi nel campo di sterminio Auschwitz-Birkenau - in Polonia - ed anche in altri campi (ricordiamo Bergen Belsen, Bitterfeld, Bredtvet, Breitenau, Buchenwald, Dachau, Flossenburg, Majdanek, Mauthausen, Ravensbruck, Sachsenhausen, Sobibor, Stutthof, Theresienstadt, Treblinka); 27 gennaio 1945: il campo di sterminio di Auschwitz viene liberato dall’Armata Rossa.
Andra e Tatiana Bucci
Le sorelle Andra (Alessandra) e Tati (Tatiana) Bucci sono nate a Fiume - all’epoca territorio italiano - rispettivamente nel luglio 1939 e nel settembre 1937, figlie di Mira Perlow, ebrea, e di Giovanni Bucci, cattolico. La famiglia Perlow, originaria della Bielorussia, si era trasferita a Fiume nei primi anni del Novecento per sfuggire ai pogrom zaristi ed aveva scelto quella città portuale, che sembrava tollerante nei confronti degli ebrei e che aveva uno sbocco sul mare che permetteva la fuga in caso di bisogno. La sorella di Mira, Gisella, aveva sposato Eduardo De Simone, con il quale si era trasferita a Napoli dove era nato il primogenito (Sergio De Simone) e dove alla fine della guerra sarebbe nato Mario De Simone. Nel ’43 Gisella, rimasta sola con il figlio a Napoli dopo che il marito era stato richiamato alle armi, aveva deciso di tornare a Fiume dalla sua famiglia con il piccolo Sergio. Una scelta dalle conseguenze drammatiche e, nello stesso tempo, del tutto imprevedibili, in quanto pochi mesi dopo Napoli si sarebbe liberata dai nazifascisti, mentre gli ebrei fiumani vengono deportati dai tedeschi. Dopo l’8 settembre 1943, a Fiume vengono infatti applicate le leggi razziali tedesche e per la comunità ebraica cominciano le deportazioni.
Il 28 marzo 1944, in seguito ad una denuncia, Andra e Tatiana Bucci, all’epoca rispettivamente di quattro e sei anni, vengono arrestate insieme alla mamma, alla zia, al cuginetto Sergio e ad altri familiari. La famiglia viene trasferita dapprima a Susak - nei dintorni di Fiume, poi nella Risiera di San Sabba, per due giorni e due notti, e in seguito, senza acqua né cibo, caricata sul treno diretto ad Auschwitz-Birkenau, in Polonia. Nel corso del viaggio Mira riesce a scrivere ed a far uscire dal treno un bigliettino da far recapitare alla famiglia di suo marito, rimasta a Fiume. Il 4 aprile il treno arrivò nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove Andra e Tati, forse scambiate per gemelle, vengono trasferite con il cugino Sergio nel kinderblock, la baracca dei bambini destinati agli esperimenti “medici” del dottor Joseph Mengele (1911-1979). Avvisate dalla blokova di non rispondere al medico e di non fare un passo in avanti quando questi sarebbe venuto a chiedere «chi vuole andare dalla mamma?», Andra e Tatiana si salvano dagli esperimenti. Purtroppo non avverrà lo stesso per il cuginetto Sergio, che verrà utilizzato come cavia e morirà per mano dei nazisti. Alla liberazione del campo di concentramento, avvenuta il 27 gennaio 1945 da parte di soldati dell’Armata Rossa, Andra e Tatiana, che avevano perso i contatti con la mamma e credevano fosse morta, vengono trasferite in un orfanotrofio vicino a Praga dove imparano a parlare il ceco. Rimarranno là fino al marzo 1946, quando, insieme ad altri bambini ebrei, verranno trasferite a Lingfield - in Inghilterra -, nella tenuta che sir Benjamin Drage aveva messo a disposizione per accogliere i bambini ebrei rimasti orfani a causa della guerra. Là Mira e Giovanni le ritroveranno alcuni mesi dopo e, nel dicembre 1946, le due sorelle verranno accompagnate a Roma, dove ritroveranno la mamma. Tutti insieme andranno poi a Napoli a rivedere anche Gisella, che aveva appena dato alla luce Mario De Simone, il fratello di Sergio.
Alessandra Viola è giornalista, sceneggiatrice e autrice di romanzi, saggi e programmi Rai per adulti e bambini.
Rosalba Vitellaro è regista, sceneggiatrice e scrittrice. È autrice e regista di documentari, cortometraggi e cartoni animati per vari produttori fra cui Rai Fiction e Rai Cinema. Ha fondato e dirige a Palermo il centro di produzione cinematografica Larcadarte, che si occupa di comunicazione sociale. Ha scritto e diretto, fra gli altri, il cortometraggio Rosetta (1995), una metafora sulla violenza alle donne e vincitore del Premio “Il Gattopardo” e, insieme ad Alessandra Viola, i cartoni animati - coprodotti da Rai Fiction - Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi (2010), dedicato ai giudici Giovanni Falcone (1939-1992) e Paolo Borsellino (1940-1992), e vincitore del premio Il Grillo-Alta qualità dei prodotti per l’infanzia, dell’undicesimo Premio Rocco Chinnici e del premio Naxos, e La missione di 3p (2013), dedicato alla memoria di Don Pino Puglisi (1937-1993). Da tali opere di animazione sono stati tratti i libri omonimi pubblicati da Rai Eri rispettivamente nel 2012 e 2013.
La stella di Andra e Tati di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro, pubblicato da DeAGOSTINI nella collana “Storie preziose” e tratto dal docu-cartoon omonimo di R. Vitellaro e Alessandro Belli, è disponibile in libreria e online da gennaio 2019.
Un libro che, insieme a molti altri titoli (ricordiamo Il giorno speciale di Max di Sophie Andriansen, Storia di una vita di Aharon Appelfeld, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme di Hannah Arendt, La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca di Enrico Deaglio, Un’eredità di avorio e ambra di Edmund De Waal, Perché non sei venuta prima della guerra? di Lizzie Doron, il celeberrimo Diario di Anne Frank, Si chiamava Anne Frank di Miep Gies, Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo, Il diritto del bambino al rispetto e Diario del ghetto di Janusz Korczak, Se questo è un uomo di Primo Levi, Il bene possibile di Gabriele Nissim, Un amore ad Auschwitz di Francesca Paci, Il farmacista del ghetto di Cracovia di Tadeusz Pankiewicz, Il fabbricante di giocattoli di Liam Pieper, Il fabbricante di sogni di R. M. Romero, Scolpitelo nel vostro cuore. Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella memoria e Non siate indifferenti di Liliana Segre, La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah di L. Segre e Enrico Mentana, Fino a quando la mia stella brillerà di L. Segre e Daniela Palumbo, Voci della Shoah di L. Segre, Goti Bauer, Yitzhak Katzenelson, Storia di un ebreo fortunato di Vittorio Dan Segre, Tra due mondi. Il dibbuk di Sh An-Ski, La famiglia Karnowski e I fratelli Ashkenazi di Isaac J. Singer, Maus di Art Spiegelman, Primo Levi. Una vita di Ian Thompson, La notte di Elie Wiesel, Il girasole. I limiti del perdono di Simon Wiesenthal), in forza del suo obiettivo fondamentale di indurre il lettore a non dimenticare mai - per nessun motivo - ed a tener sempre vivo il ricordo delle vittime di una fra le più barbare ed ignominiose tragedie della storia dell’umanità, ci auguriamo possa continuare a rappresentare uno strumento di formazione ed una “guida alla Memoria” per ragazzi/ragazze di oggi e di domani.
Alessandro Poggiani
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