Uscito Storie in affitto di Roberto Moliterni

«”Ma è tutto vero quello che mi hai raccontato? Kabul, le bombe, il deserto, l’incidente”. Lei prima è indispettita, poi mi guarda fisso, con le pupille che le ballano fra il sì e il no. Riconosco questo sguardo, è l’indecisione fra il dire una verità che ci mostrerebbe fragili e il mentire per mantenere compatta, agli occhi degli altri e di se stessi, l’immagine di sé. “E tu, è vero che stai cercando una casa?” […] E se invece avesse ragione? Quand’è che ho smesso di cercare davvero la casa e ho iniziato ad andare in giro solo per sentire le storie delle persone? Quand’è che ho incominciato a scegliere gli annunci non per quella che avrebbe potuto essere la sistemazione più comoda, meglio collegata, con un buon prezzo, ma per la stravaganza di come era stato scritto l’annuncio? […] Che abbia anch’io lo stesso bisogno di intensità che ha lei, e me lo vado a cercare nelle vite degli altri? […] “Nulla si sa, tutto s’immagina”».
(Roberto Moliterni, Storie in affitto, Dino Audino editore, Roma 2017)
Nelle case in affitto gli inquilini vanno e vengono, portandosi dietro storie che sovente si intrecciano fra loro. Differenti umanità che si incontrano.
L’autore, mentre cercava una casa in affitto, è andato in giro per tutta Roma a caccia di tali storie. Appartamenti fastosi di ex ricchi ora decaduti, piccole e disordinate stanze di studenti a San Lorenzo, “trappole” per turisti americani a Trastevere, monolocali ricavati da salotti che ormai nessuno si può più permettere. E, dentro tali case, uomini soli, strampalati personaggi, improbabili venditori di ottimismo, pensionati incapaci di stare a riposo, padri mancati, potenziali assassini, cuori “infranti” o amori saffici nati di nascosto.
In Storie in affitto, con ironia e leggerezza, emerge una tragicomica geografia umana dove, in fondo alla disperazione, rimane un barlume di umanità e un affresco della contemporaneità inesorabilmente compromessa dall’incertezza.
In questo viaggio nel presente, l’autore fonde la propria vulnerabilità con quella dei personaggi che conosce, cambia, si confronta con la propria identità, percorre un viaggio di formazione che nasce dall’incontro con l’altro. Perché in fondo le “vite degli altri”, annidate dietro le finestre degli appartamenti, rappresentano uno specchio delle possibilità che ognuno di noi un giorno o l’altro potrebbe ritrovarsi a vivere.
Roberto Moliterni (Matera, 1984), laureatosi in Cinema presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa e formatosi al corso per sceneggiatori Script/Rai, si occupa di cinema e di narrazione. Il suo primo romanzo, Arrivederci a Berlino Est (Rai Eri, 2015), vince il Premio La Giara ed ottiene la Menzione della Giuria al Premio Basilicata. Ha scritto numerosi testi sul cinema (Fare un corto, Scrivere il corto e la web-serie, Ruoli maschili - insieme ad Annalisa Elba e Claudio Maccari -, tutti pubblicati da Dino Audino editore) e varie sceneggiature, fra cui il documentario Mater Matera (insieme ad Andrea Di Consoli), Venerdì, unico cortometraggio italiano selezionato nel 2016 al Festival Internazionale di Clermont-Ferrand, Millelire, premiato in vari festival di cortometraggi, e tutti gli episodi del film collettivo Provincia bianca. Da sceneggiatore ha vinto il Premio Malerba ed ha ottenuto menzioni al Premio Sonar Script e Mattador. Tiene rubriche e serie di racconti per le riviste femminili “Confidenze” e “Donna Moderna”.
Storie in affitto, pubblicato da Dino Audino editore (Roma) nella collana “scriptori”, è disponibile in libreria e online a partire da agosto 2017.
Alessandro Poggiani
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