L'ultimo saluto al grande Carlo Riccardi

In mattinata, in presenza di autorità, amici, parenti e gente comune venuta da tutta Italia, Riccardi è stato salutato e i suoi resti, riposti con fotocamera e pennello, al cimitero comunale di Olevano Romano.
Successivamente presso l'ex frantoio Bonuglia in Via Roma, sempre a Olevano, è stata aperta ed è stato possibile visitare la mostra fotografica permanente a lui dedicata: "Carlo Riccardi da Olevano Romano alle prime pagine di tutto il mondo". La mostra introdotta co i ricordi di diversi amici e parenti di Riccardi si è conclusa con il conferimento del Premio "Age quod agis" da parte dell'associazione Dies allo stesso Riccardi.
Carlo Riccardi (1926-2022) è stato il primo paparazzo della Dolce Vita che ha iniziato a fotografare in via Veneto già negli anni '40. La sua vita è sempre stata legata al mondo dell’arte, prima come ritoccatore di foto, che colorava anche, poi come amico dei grandi pittori dell’epoca: Guttuso, De Chirico, Monachesi… e di personaggi come Ennio Flaiano, Federico Fellini e Totò. Negli anni Cinquanta ha lavorato per “Il Giornale d’Italia” e “Il Tempo”, ha aperto la galleria Scalette rosse (oggi Spazio 5) e ha creato la rivista Vip. Nella sua lunga carriera ha documentato sei elezioni papali e ha raccolto in un grande archivio settant’anni di Storia italiana. È stato segretario generale del Sindacato Artisti della CISL e fondatore del movimento artistico Quinta Dimensione. Pittore lui stesso, è autore delle Maxitele, stoffe dipinte che superano i cento metri di lunghezza.
La sua eredità, concessa a tutti noi, è composta da oltre tre milioni di negativi che raccontano le mutazioni del nostro recente passato e da infiniti dipinti che rappresentano la realtà che va oltre quello che l'autore stesso riusciva a fotografare. Un mix di informazioni preziose che necessitano di studio, di cura e rivalutazione per capire meglio il passato e costruire insieme, come Riccardi stesso auspicava, un futuro migliore per tutti.