Roberto Koch intervista Sebastião Salgado

Roberto Koch intervista Sebastião Salgado foto Sebastiao Salgado
Verrà trasmessa sabato 23 maggio 2020 sui canali social del Festival di Antropologia del Contemporaneo “Pistoia - Dialoghi sull'uomo”  l’intervista di Roberto Koch a Sebastião Salgado.

Il dialogo è stato realizzato in occasione dell’appello lanciato dal grande fotografo brasiliano al Governo, al Congresso ed alla Corte Suprema del Brasile per proteggere le popolazioni indigene dell'Amazzonia dal rischio di genocidio che la diffusione del Covid-19 potrebbe causare. Un evento organizzato in collaborazione fra Contrasto e Pistoia - Dialoghi sull'uomo, festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da Giulia Cogoli.

Il video affianca le conferenze in streaming e le proiezioni video con pensatori contemporanei che il festival ha organizzato per venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 maggio, nei giorni in cui si sarebbe svolta la sua undicesima edizione, testimoniando così la volontà di proseguire, anche in queste condizioni di grave difficoltà, il suo impegno culturale e civile.

Salgado nell’ultimo decennio ha lavorato proprio fra le tribù amazzoniche, apprezzandone le abitudini, la vita, vivendo con loro a contatto con la natura e con gli animali, esperienza di cui racconterà a fondo con la sua preziosa e inedita testimonianza. Tali comunità hanno già sofferto a causa delle foreste in fiamme e dei fiumi avvelenati. La loro situazione è doppiamente critica, in quanto i territori riservati per legge all’uso esclusivo delle tribù indigene vengono ora invasi dai minatori, dai taglialegna e dagli allevatori di bestiame. Queste attività illecite hanno avuto un’accelerazione nelle ultime settimane perché fuori controllo a causa dell'emergenza sanitaria. Gli intrusi illegali hanno portato il Covid-19 fra gli indigeni: per questo occorrono misure urgenti per proteggerli.

Cinque secoli fa, questi gruppi etnici furono decimati da malattie portate dai colonizzatori europei. Da allora, le successive crisi epidemiologiche hanno ucciso la maggior parte delle loro popolazioni. Ora, con questo nuovo flagello che si sta diffondendo rapidamente in tutto il Brasile, le popolazioni indigene - come quelle che vivono isolate nel bacino amazzonico - potrebbero essere spazzate via del tutto.

«Queste popolazioni indigene fanno parte della straordinaria storia della nostra specie. La loro scomparsa sarebbe una tragedia estrema per il Brasile e una perdita immensa per l'umanità. Non c'è tempo da perdere. È questo il rischio che corrono le popolazioni indigene se non si prendono provvedimenti urgenti» (Sebastião Salgado)

 

La mostra fotografica di Sebastião Salgado Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, a cura di Lélia Wanick Salgado, in corso a Palazzo Buontalenti e nell’Antico Palazzo dei Vescovi a Pistoia, è stata prorogata fino a domenica 26 luglio 2020, con prossima riapertura in conformità alle disposizioni di legge. L’esposizione è realizzata da Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con Pistoia - Dialoghi sull’uomo, Contrasto, Fondazione Caript e Comune di Pistoia.

 

Sebastião Ribeiro Salgado nasce nel 1944 ad Aimorés, in Brasile (nello stato di Minas Gerais. All’età di sedici anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori ed intraprende gli studi universitari. Nel ’67 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono dapprima in Francia (a Parigi) e poi in Inghilterra (a Londra), dove Salgado lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè.

Nel ’72 torna a Parigi insieme alla moglie per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando dapprima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lélia la agenzia Amzonas Images, Salgado viaggia molto, occupandosi prima degli Indios e dei contadini dell’America Latina, poi, alla metà degli anni Ottanta, della carestia in Africa. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri.

Nei quindici anni compresi fra il 1986 e il 2001 si dedica soprattutto a due progetti: prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in sette differenti città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento - non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le enormi megalopoli del Terzo mondo - in due libri di grande successo: In cammino e Ritratti di bambini in cammino (Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (a Roma - alle Scuderie del Quirinale - e poi a Milano - all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano l’uscita dei libri.

Salgado e sua moglie hanno creato, nello stato di Minas Gerais in Brasile, l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale - che era a rischio di sparizione - una larga area in cui sino stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi ed in cui la vita della natura è tornata a scorrere. L’Instituto Terra è una fra le più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventata un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorés.

Nel 2013 Contrasto ha pubblicato la sua autobiografia Dalla mia terra alla terra e, a partire dallo stesso anno, ha dato via a un lungo tour - in tutta Italia - di presentazione della mostra Genesi.

Nel 2021 la mostra Amazzonia verrà presentata per la prima volta in Italia, presso il MAXXI di Roma.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.