Da agenti letterari non possiamo negare che il genere della poesia sia piuttosto trascurato. Si fa fatica a promuoverlo per il numero di vendite sempre più basso e per la conseguente difficoltà a far emergere nuove voci e ad investirci tempo e denaro.
Nonostante i dati siano veramente sconfortanti, sugli scaffali delle librerie c’è comunque un discreto movimento. Gli autori classici, ad esempio, sono sempre apprezzati dai lettori e pubblicati dai grandi editori; si segnala la collana di Ponte alle Grazie che nel 2019 pubblica i versi di Saffo (Tramontata è la luna), Rainer Maria Rilke (Dalla misura delle stelle), Emily Dickinson (Tu fammi un disegno del sole) etc.; o Einaudi e Adelphi con Marina Cvetaeva (Sette Poemi e Sonecka) o Garzanti che ripubblica tutte le poesie di Carlo Betocchi.
Di sillogi poetiche di autori italiani contemporanei ne aspettiamo alcune nei prossimi mesi (che ancora non possiamo anticipare), ma se le grandi firme editoriali hanno sempre puntato sui nostri poeti di lungo corso come Giuseppe Conte, Vivian Lamarque, Franco Arminio, Cesare Viviani, Milo De Angelis, Claudio Damiani… pare che negli ultimi 2 anni ci sia stata una leggera inversione di tendenza.
La poesia piano piano avvicina un pubblico più giovane e forse meno avvezzo all’estetica di ambito letterario; se ne sono accorti da poco i grandi gruppi editoriali come Mondadori o GEMS che stanno pubblicando, anche con notevoli riscontri di vendita, i giovani fenomeni del momento.
Ricordiamo nel 2017 e 2018 il grande successo di Francesco Sole con #Ti Voglio Bene e #Ti Amo (Mondadori) o quello di Gio Evan (paradossalmente arrivato al grande pubblico dopo una citazione su Facebook di Elisa Isoardi) con il suo Capita a volte che ti penso sempre (Rizzoli).
Da oggi in libreria il nuovo libro di Simone Savogin (Scriverò finché avrò voce, Tre60), giovane talento dei poetry slam che ha incuriosito anche Severino Colombo che su La Lettura spiega: «Scriverò finché avrò voce è un titolo felice per indicare insieme le due anime che convivono — completandosi a vicenda — dentro il corpo di Simone Savogin: quella di autore di versi e quella di performer che quei versi li recita, dà loro voce su un palco davanti al pubblico».
È evidente che non ci sono ostacoli per godere di buona poesia, basta andare in libreria e girare tra gli scaffali, parlarne con gli altri, condividerla. Se amate le letture classiche, se amate i colossi della poesia contemporanea (che siano italiani o stranieri), se siete curiosi delle opere delle nuove generazioni… Ce n’è per tutti!
Concludiamo questa piccola panoramica, con i bellissimi versi di Giuseppe Conte tratti da Le Stagioni (Rizzoli, 1988), augurandovi una buona Giornata della Poesia e un buon inizio di primavera!
PRIMAVERA
Proserpina
Così nacque il mondo, di questa
stagione, Madre? Così si schiusero
i vulcani, così scesero
le piogge tiepide a circondare
le terreferme di Oceano?
Guarda come le rose e i ranuncoli
sgorgano sulle siepi e sui
prati, guarda come gli anemoni
al vento. Calano gli alati
ad amarsi tra i canneti, i cavalli
corrono in riva ai torrenti,
coprono le cavalle.
E io di chi sarò, Madre? Senti
anche tu che questo fiorire vasto e
purpureo è minaccioso
come se dovesse aprire
le bocche l’Etna?
“Portaci madre dei fiori
futuri dall’aspra Eritrea
l’euforbia, e dall’India
la calma, veleggiante magnolia.
Lo sai che cosa il girasole
teme ogni tramonto nel cielo
e il ricordo di quale amore
lo piega sopra lo stelo?
Perché gli anemoni sono
leggeri e rossi come nebulose
insanguinati fanno sentiero
perché sono viola le viole
perché sono rosa le rose?
Portaci nuovi colori
qui sulle rive tirrene
stellati di fuoco e che incantano
come al largo le sirene”.