40 anni senza The King

un giovane Elvis Presley con Walter Matthau ne "La via del male" di Michael Curtiz un giovane Elvis Presley con Walter Matthau ne "La via del male" di Michael Curtiz
Quarant’anni fa, nell’agosto 1977, moriva a Memphis - nel Tennessee - Elvis Presley, leggenda del rock ed interprete di film come “Fratelli rivali”, “Il delinquente del  Rock ’n Roll”, “La via del male” e “Stella di fuoco”.

Nato a Tupelo - nel Mississippi - nel gennaio 1935, già affermato cantante rock (ben presto viene soprannominato “The King”), simbolo della prima generazione di giovani anticonformisti e ribelli, arriva al cinema nel 1956 (in Fratelli rivali di Robert D. Webb) sull’onda dell’enorme successo popolare - successo che sovente assumerà i connotati del fanatismo - che circonda la sua figura.

Occhi azzurri, carattere piuttosto introverso, fra il 1956 ed il 1969, è protagonista di oltre trenta film, quasi tutti costruiti sui suoi maggiori successi discografici: dal già citato Fratelli rivali, in cui lavora con Richard Egan e Debra Paget al drammatico Il delinquente del Rock ’n Roll (1957) di Richard Thorpe, tratto da un racconto di N. Young,  in cui recita con Judy Tyler, Mickey Shaughnessy ed un giovane Dean Jones (futuro protagonista di film Disney quali F.B.I. Operazione gatto - 1965 -, Il fantasma del pirata Barbanera - 1968 - e Un maggiolino tutto matto - 1969 -, tutti e tre diretti da Robert Stevenson, Herbie al Rally di Montecarlo - 1977 - di Vincent McEveety ed altri), e da molti considerata la sua migliore performance cinematografica, da La via del male (1958) di Michael Curtiz, tratto da un libro di Harold Robbins ed in cui lavora con Carolyn Jones (la futura Morticia del telefilm La famiglia Addams, 1964-67), Dean Jagger ed un Walter Matthau ad inizio carriera, al western Stella di fuoco (1960) di Don Siegel, in cui recita con Barbara Eden, Steve Forrest, Dolores Del Rio e John McIntire.

Dopo un breve periodo di crisi, alla metà degli anni Sessanta torna alla ribalta musicale e qualche anno dopo interpreta i suoi ultimi due film: Guai con le ragazze (1969) di Peter Tewksbury ed il western Un uomo chiamato Charro (1969) di Charles Marquis Warren.

Fra le altre pellicole ricordiamo Caffè Europa (1960) di Norman Taurog, Blue Hawaii (1961), anch’esso diretto da Norman Taurog, Paese selvaggio (1961) di Philippe Dunne, Bionde, rosse, brune (1962) di Norman Taurog, Pugno proibito (1962) di Phil Karlson, Lo sceriffo scalzo (1962) di Gordon Douglas, L’idolo di Acapulco (1963) di Richard Thorpe, Il cantante del Luna Park (1964) di John Rich, Il monte di Venere (1964) di Gene Nelson, Viva Las Vegas (1964) di George Sidney, Avventura in Oriente (1965) di Gene Nelson, Frankie e Johnny (1966) di Frederick De Cordova, Paradiso hawaiano (1966) di Michael Moore, Fermi tutti, ricominciamo daccapo! (1967) e A tutto gas (1968), entrambi diretti da Norman Taurog.

Nel 1979, due anni dopo la prematura scomparsa del grande cantante ed attore, il regista John Carpenter realizzerà il biografico Elvis il re del rock.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.

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