Django Reinhardt, il fulmine a tre dita, con Giorgio Tirabassi e Hot Club Roma al Nuovo Teatro Orione

Django Reinhardt, il fulmine a tre dita, con Giorgio Tirabassi e Hot Club Roma al Nuovo Teatro Orione
Andrà in scena giovedì 23 luglio 2020 alle ore 21.15 al Nuovo Teatro Orione - via Tortona 7, nel quartiere Appio Latino non lontano da piazza Re di Roma - lo spettacolo musicale con Giorgio Tirabassi e Hot Club Roma “Django Reinhardt, il fulmine a tre dita”.

Non interpreterà uno fra i numerosi personaggi a cui ha prestato il suo volto e la sua bravura al cinema o in tv, ma imbraccerà una chitarra manouche: Giorgio Tirabassi è il protagonista del nuovo spettacolo Django Reinhardt, il fulmine a tre dita

Ideato dal chitarrista Gianfranco Malorgio dell’Hot Club Roma in collaborazione con il direttore artistico del Festival Jazz Tradizionale di Lanciano (CH) Renato Gattone, lo spettacolo di musica e parole racconterà al pubblico la vita del più grande jazzista europeo, indiscussa icona dello stile Manouche, all’apice del successo negli anni Trenta e Quaranta. 

 

Jean Reinhardt (Liberchies, 23 gennaio 1910 - Samois-sur-Seine, 16 maggio 1953) - meglio noto con il nome d’arte Django Reinhardt - è stato un chitarrista jazz belga di etnia Sinti. Dopo l’incendio della roulotte in cui viveva - che gli provocò l’atrofizzazione dell’anulare e del mignolo della mano sinistra, cicatrizzate insieme - Django sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria, riuscendo a vincere la  menomazione. La fama dei suoi virtuosismi e del Quintetto Hot Club de France, da lui fondato negli anni Trenta assieme al violinista Stéphane Grappelli (1908-1997) varcò ben presto i confini europei: fu il grande Duke Ellington (1899-1974) ad invitare Reinhardt negli Stati Uniti  (sarà il primo jazzista europeo chiamato a suonare negli Usa) per una tournée conclusa nel 1946 alla Carnegie Hall di New York.

Mito senza tempo, alla vita di Django Reinhardt  si rifarà Woody Allen nel suo Accordi e disaccordi (1999). L’anno seguente uscì Chocolat (2000) di Lasse Hallström, con Johnny Depp, Juliette Binoche, Judy Dench e Alfred Molina. Minor Swing, uno dei brani simbolo di Reinhardt, era il tema della colonna sonora che nel 2001 ebbe una Nomination all’Oscar.

 

Giorgio Tirabassi, attore di indiscusso talento, è anche un grande appassionato di chitarra. In Django Reinhardt, il fulmine a tre dita riveste il duplice ruolo di narratore e musicista: attraverso la lettura e la recitazione, racconta i passi e gli aneddoti più significativi della vita del grande jazzista gipsy. Fra momenti ironici e passaggi commoventi, lo spettatore si ritroverà proiettato nell’Europa delle sale da ballo della Parigi dell’epoca precedente alla Seconda guerra mondiale, percependone le atmosfere come avviene guardando in un film in bianco e nero. 

 

Il Manouche è uno fra gli stili del jazz. Si suona con due chitarre - una solista ed una ritmica - ed un contrabbasso, sovente accompagnati anche da una voce, e/o da un violino, e/o da un clarinetto. L’improvvisazione - anche su brani sentiti per la prima volta -  rappresenta la base dello spirito musicale Manouche. 

Nel progetto Django Reinhardt, il fulmine a tre dita, la musica è affidata a una band di cinque musicisti professionisti del Gipsy Jazz  (tre chitarre, un clarinetto ed un contrabbasso), per una coinvolgente ed appassionante potenza di suoni.

Di facile ascolto, il Jazz Manouche alterna momenti ricchi di virtuosismi a momenti altri romantici ed intrisi di malinconia; sentimenti e stati d’animo che solo la musica gitana è in grado di evocare, riuscendo a toccare, in ognuno di noi,  le corde più nascoste. 

Pertanto, non desta meraviglia il successo pluriennale del Festival romano di Villa Celimontana che, dal 2009, dedica a Django Reinhardt quattro serate - che fanno sempre registrare il “sold out” - con la rassegna ideata e curata da Renato Gattone. Dopo aver ospitato, nelle precedenti edizioni, Dorado Schmitt, Angelo Debarre, Robin Nolan, Popi e Tucsi Basily, ormai divenuti beniamini del pubblico del Villa Celimontana, l’edizione 2013 è stata inaugurata da Stochelo Rosenberg, uno fra i chitarristi più noti ed apprezzati della scena jazz manouche internazionale. 

 

Alla serata sarà presente uno stand della libreria Piantaparole (via Giulio Frascheri 73, a Labaro, in zona Roma Nord non lontano da Prima Porta)

Piantaparole è una piccola libreria indipendente per lettori di tutte le età. Nasce dall’amore per i libri e per la natura di tre donne (Giada, Emanuela e Gloria) sognatrici incallite, mamme, amiche, professioniste e molto altro. La libreria Piantaparole è anche un luogo in cui stare, trascorrere del tempo, “perdersi” fra i libri e ritrovarsi, osservare e sfogliare senza fretta; un luogo frizzante e divertente, un punto di riferimento per la periferia e per i ragazzi. L’obiettivo è quello di “piantare” parole e valori nelle giovani menti, in modo tale da ottenere fiori e frutti rigogliosi.

Giada, Emanuela e Gloria si sono conosciute grazie ai loro figli ed alle attività a cui hanno partecipato, dal Pedibus Roma LAB alle associazioni di quartiere per la cura del verde. E proprio da qui - dall’attenzione per l’educazione dei loro figli, per l’ambiente e per il prossimo - è nata la loro idea.

«Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno. Forse lo faranno tutti» (Albert Einstein)

«Il progetto è creare un polo culturale di aggregazione in un quartiere dove non esistono questi servizi. Un punto di riferimento per i bambini, ma anche per genitori, nonni e babysitter. Abbiamo voluto creare uno spazio dove si potesse acquistare libri selezionati e di alta qualità, ma anche partecipare a laboratori o organizzare feste di compleanno. Siamo state accolte con molto calore e curiosità. L’età di riferimento va da zero a novantanove anni, perché un bel libro illustrato può essere interessante e piacevole anche per un adulto. Crediamo profondamente che il quartiere avesse bisogno di questo punto di riferimento e speriamo che ci ricambierà con il supporto di cui abbiamo bisogno» (intervista di Giulia Vincenzi per VignaClaraBlog.it).

La libreria Piantaparole ha avviato la sua attività nel settembre 2019. Già il nome racchiude il significato della scelta delle tre donne e del loro obiettivo fondamentale: così come dal seme si arriva alla pianta - e, affinché sia rigogliosa, ha bisogno di dedizione e del giusto clima -. Allo stesso modo, per diffondere cultura, è fondamentale partire dai bambini. Perché è  impossibile non tener conto del fatto che «un bambino che legge diventerà un adulto che pensa».

Un nuovo spazio dedicato all’amore per la lettura come strumento per crescere, sperimentare, e riflettere con libertà e creatività.

 

 

Django Reinhardt, il fulmine a tre dita (voce e chitarra solista: Giorgio Tirabassi; chitarra solista: Moreno Viglione; clarinetto e sax: Gian Piero Lo Piccolo; chitarra ritmica: Gianfranco Malorgio; contrabbasso: Renato Gattone) andrà in scena nell’ampio parcheggio del Nuovo Teatro Orione (nel rispetto di tutte le norme anti Covid) giovedì 23 luglio 2020.

 

La rassegna Orione Comedy Park, che segna il ritorno all’attività del Nuovo Teatro Orione dopo il lungo periodo di lockdown causato dall’emergenza sanitaria connessa al Covid-19, proseguirà venerdì 24 luglio con Antonio Giuliani, che regalerà al pubblico uno spettacolo allegro ed attento, portando in scena la nevrosi umana, la straordinaria capacità di modificare gli atteggiamenti a seconda degli eventi, l’irriverenza giustificata nelle regole imposte e puntando sempre il suo occhio alla quotidianità.

Giovedì  30 luglio sarà la serata di Andrea Rivera (in The Best(ia) of Rivera) il quale, attraverso monologhi, canzoni, video ed i suoi celebri giochi di parole - che rappresentano un nuovo modo di comunicare le continue alienazioni umane - garantirà al pubblico una serata di sano divertimento.

Venerdì 31 i Gemelli di Guidoniagruppo vocale formato dai fratelli Pacifico, Gino e Eduardo Acciarino, reduci dal successo de L’Altro Festival e da sempre a fianco di Fiorello (sono anche nel cast di Made in Sud), proporranno al pubblico il loro nuovo, coinvolgente spettacolo.

Sabato 1° agosto Antonello Costa (in È meglio che faccia da solo) porterà sul palco i personaggi che lo hanno reso noto al grande pubblico, e lo show sarà intervallato dal corpo di ballo e dai numeri musicali - “biglietto da visita della sua originalità” - come Chaplin-JacksonTotò breakL’infermiera ed i nuovi personaggi dall’ultimo spettacolo teatrale Mastercost lo spettacolo è servito.

A chiudere la rassegna, venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 agosto, sarà Max Giusti (in Va tutto bene 2020), che, come tutti noi, non chiede di meglio che buttarsi alle spalle un periodo negativo e ritrovare quella “normalità” che, una volta, sovente ci trovavamo a criticare. Fra la nostalgia di un passato recente ed un presente che nessuno sarebbe mai riuscito ad immaginare, Max Giusti intratterrà il pubblico alla sua maniera, regalando due ore di risate e di spensierato buonumore, in cui poterci “autoconvincere” del fatto che vada veramente “tutto bene”.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.