La Storia della Disco Music di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano presentato a Spazio5

La Storia della Disco Music di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano presentato a Spazio5
Si è svolta martedì 12 luglio 2022 con notevole affluenza di pubblico presso Spazio5 - via Crescenzio 99/d, a pochi metri da piazza del Risorgimento - la presentazione del libro di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano “La Storia della Disco Music” (Hoepli), a cura di Ezio Guaitamacchi. Prefazione di Gloria Gaynor, introduzione di Amici Stewart, postfazioni di Mario Biondi e Ivan Cattaneo.

La Disco Music risorge a Spazio5. Il 12 luglio 1979 qualcuno provò ad eliminare la Disco Music. Quarantatré anni dopo a Spazio5 si è celebrata la “resurrezione” di questo genere musicale, vivo e vegeto più che mai.

Francesca Ripanti ha incontrato gli autori del volume La Storia della Disco Music, Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, nella sede del centro culturale multifunzionale Spazio5, con la partnership di Radio4 Passion.

Numerosissime sono state le richieste per quello che è il primo volume italiano che narra in prospettiva socio-culturale la storia di un genere musicale - melting pot sonoro, sociale e culturale - che, da movimento underground si è evoluto in carismatico trend-setter di massa. dalle originarie discothèques di Parigi alle radici afro, E&B, soul e funk, fino alle contaminazioni con l’elettronica, il rock ed il jazz, il libro riserva uno spazio anche alla prima Italo Disco, in cinquecento pagine ricche di racconti, aneddoti e citazioni.

Con la prefazione di Gloria Gaynor e l’introduzione di Amii Stewart, due regine dell’epoca d’oro, e le postfazioni di Mario Biondi ed Ivan Cattaneo, La Storia della Disco Music rappresenta una vera e propria guida per orientarsi fra correnti, superstars, icone e “meteore” della Disco Music, senza dimenticare il ruolo dei DJ, dei personaggi più oscuri ed il contributo fondamentale all’evoluzione della musica moderna. Con un approccio poliedrico, il saggio, oltre ad avere il focus sulla musica da dancefloor anni Settanta, genere rivoluzionario mai passato di moda, affronta diffusamente anche la realtà sociale, politica e culturale di quegli anni, sia in Italia sia nel resto del mondo. la disco come fenomeno di aggregazione fra etnie, sessi e ceti, contro pregiudizi, razzismo ed omofobia. In pista, ognuno aveva la possibilità di esser se stesso/se stessa.

Non bisogna far altro che scorrere una qualunque classifica di quaranta/quarantacinque anni fa per trovare canzoni divenute “leggendarie” non solo sul dancefloor, ma anche negli annali della musica pop: da Hot Stuff di Donna Summer a I Will Survive di Gloria Gaynor, da Good Times degli Chic a Knock on Wood di Amici Stewart, Let The Music Play di Barry White, Stayin’ Alive dei Bei Gees fino allo storico duetto di Donna Summer e Barbra Streisand No More Tears (Enough is Enough).

«Coloratissimo, straripante di in formazioni ed entusiasticamente votato a combattere l’ostracismo al quale è stata sottoposta la disco music» («Il Venerdì»)

«La prima storia completa sul genere musical più esplosivo degli anni Settanta» («Mentelocale Milano»)

«Il primo atlante storico sul fenomeno musicale che segnò un’epoca» («Il Giornale»)

«Un viaggio emozionante di oltre cinque decadi in un genere musicale divenuto leggenda» («Tv Radiocorriere»)

  

«La mia personale percezione del genere chiamato Disco Music è sempre stata, e rimane, quella di una musica felice, con un battito in 4/4 che ti trascina istintivamente nella danza ma che ha, alla base, una buona struttura melodica, semplice e immediata da poter ricantare. È una musica che risolleva l’umore. Negli anni Settanta c’era un grande bisogno di liberare le tensioni e lo stress in un modo abbordabile per tutti, perché la crisi economica mondiale era particolarmente pesante, sia negli Stati Uniti che nel resto del pianeta. Oggi quella musica è un’opportunità per guardare indietro a un’epoca che viene percepita come migliore di quella attuale. Ma la ragione di questo atteggiamento, forse nostalgico, risiede nel fatto che anche oggi, in realtà, la gente non vede un futuro positivo davanti a sé. Venendo da un passato R&B, verso la fine degli anni Sessanta cantavo in una band con la quale eseguivo cover di pezzi famosi come Reach Out I’ll Be There dei Four Tops, Never Can Say Goodbye dei Jackson 5 o standard come How High The Moon. Quando iniziai a registrare per la Columbia decidemmo di riproporre queste canzoni familiari alla gente riarrangiandole intenzionalmente con un tipo di musica diverso proprio perché, percependo le difficoltà insite nella vita di ognuno, pensavamo che questo innovativo sound chiamato “disco” potesse portare una ventata di aria fresca in questi nuovi luoghi, le discoteche, dai quali il genere stesso prendeva il nome. Era nostro scopo preciso proporre una nuova musica positiva, gioiosa stimolante. Avevo perciò un’opportunità eccitante di riproporre le canzoni che amavo, e nelle quali la gente si riconosceva, con uno stile originale che accompagnava il mio canto. Come donna devo dire che la disco music, così festosa e divertente, è un genere particolarmente adatto alle voci femminili perché più inclini al vigore e all’energia necessaria per emozionare e coinvolgere il pubblico. Negli anni Settanta ricordo che l’Italia, in particolare, era l’unico paese in cui si costruivano discoteche ex novo. Nelle altre nazioni ci si limitava a riadattare vecchi night-club o cabaret in dancing club ma l’Italia, di tutti i numerosi luoghi che già all’epoca visitavo per lavoro, era l’unica che investiva in nuove discoteche vere e proprie, con impianti e ambienti all’avanguardia. Fu lì che iniziai a esibirmi senza la band cantando dal vivo direttamente sulle basi. Mi sembra di ricordare che il mio primo concerto nella penisola sia stato a Rimini nel 1977, ma non dimenticherò mai la mia prima apparizione al Festivalbar di Verona nel 1974, dove era presente anche Barry White. Quando arrivai nell’Arena per eseguire Never Can Say Goodbye, prima di entrare in scena la gente mi scorse nel backstage e cominciò ad urlare il mio nome mentre sul palco c’era un altro artista che si esibiva. Le urla si fecero talmente forti che decisero di tagliare la sua canzone per farmi salire subito sul palco. Imbarazzata e lusingata al tempo stesso, ero entusiasta di ricevere una simile accoglienza da parte di quella folla oceanica. Tutti in piedi a gridare il mio nome e a cantare con me in un pandemonio assoluto. Fu un momento indimenticabile. Il decennio della disco music, con il suo stile di vita e di pensiero libero e disinibito, ha portato divertimento sfrenato ma anche momenti molto bui. L’episodio dell’incendio dei vinili di artisti “disco” nello stadio di Chicago nel 1979, ad esempio, fu totalmente assurdo, un comportamento del tutto criminale. Se non ti piace un genere musicale, c’è una cosa molto semplice da fare: non ascoltarlo. Lo scopo della musica, come piace un genere musicale, c’è una cosa molto semplice da fare: non ascoltarlo. Lo scopo della musica, come dimostra I Will Survive, è quello di portare incoraggiamento, speranza e forza nell’animo della gente» (Gloria Gaynor, Prefazione a Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, La Storia della Disco Music, Hoepli, Milano 2019)

 

2 aprile 1979. «Newsweek» con Donna Summer in copertina titolava Disco Takes Over (la disco prende il sopravvento). Quarantatré anni fa, dopo oltre un lustro di regno incontrastato, la disco music era al suo apice. Poco più di tre mesi dopo quell’articolo, una parte dell’establishment proverà a farla fuori. Invano, perché era già nel dna della musica.

Il volume analizza genesi e sviluppo di un melting pot sonoro, culturale e sociale dalle numerose diramazioni creative: un fenomeno molto amato, ma anche molto osteggiato che, da movimento underground per minoranze di etnia, sesso e ceto sociale, si è evoluto in carismatico “trend-setter” di massa.

Per la prima volta in Italia viene narrata, da prospettive nuove rivolte al contesto socio-culturale dell’epoca, la storia completa della disco music risalendo alle sue radici afro, R&B, soul, funk fino alle contaminazioni con l’elettronica dell’Eurodisco, con un occhio di riguardo riservato alla prima Italo Disco, approfondendo altresì il proliferare delle originarie discothèques che, da Parigi, sono esplose a New York, centro gravitazionale della club culture (The Loft, Studio 54, Paradise Garage) e trampolino di lancio dei nuovi ministri del suono, i DJ e il loro vinili a 12 pollici.

Una mappa fondamentale per orientarsi fra le varie correnti assurte a fama mondiale: dalle origini afro di Manu Dibango e della Lafayette Afro Rock Band al solare Miami Sound, dalla disco-stamp di Bohannon alla Febbre del Sabato Sera, dall’orchestrale Philly Sound all’elettronica del Munich Sound di Giorgio Moroder, dalle superstars (Donna Summer, Bee Gees, Chic, Gloria Gaynor, Barry White, Amii Stewart) alle iconiche hits delle meteore (Ring My Bell, Born To Be Alive, Funky Town) e dei personaggi più oscuri, dal gay-clubbing di Sylvester e Grace Jones agli “alieni” atterrati sul dancefloor dai pianeti rock, funk e jazz.

Con un focus incentrato sul periodo 1974-80 (prodromi ed epigoni annessi). La Storia della Disco Music è la prima narrazione completa, ricca di racconti, aneddoti e citazioni, sul caleidoscopico genere che ha contribuito in modo fondamentale all’evoluzione della musica moderna.

 

Andrea Angeli Bufalini, giornalista, critico musicale e scrittore, ha all’attivo pluriennali collaborazioni con varie testate musicali, fra cui «Radio & TV», «Dance Music Magazine», «Raro!», «Musica & Dischi», «Rockstar», collana “Dance” di DeAgostini Editore. «Classic Rock», «RadioCorriereTv». È coautore, con Giovanni Savastano, del libro La Disco. Storia illustrata della discomusic (Arcana, 2014). Laureato in Giurisprudenza, funzionario Rai nel settore radiofonico musicale, per molti anni è stato rappresentante per l’Italia di Eurosonic, radio work-shop di musica leggera presso l’EBU (Europea Broadcasting Union). Uno fra i suoi vezzi, oltre a collezionare vinili di disco e funky-soul, è quello di farsi fotografare con artisti stranieri e italiani, ma solo se da lui intervistati: finora gli scatti raccolti nel suo album sono circa un migliaio.

Giovanni Savastano, psicoterapeuta, docente e scrittore, nonché appassionato e cultore di musica, cinema e filosofia. Ha cominciato il viaggio nella scrittura con articoli e libri di psicologia: poi, dopo aver seminato qualche racconto breve per Feltrinelli e Giovane Holden, è saltato sui vagoni musicali, scrivendo sulle riviste «Musica & Dischi», «Classix!» e «Classic Rock» e pubblicando, insieme a Andrea Angeli Bufalini, il volume La Disco. Storia illustrata della discomusic (Arcana, 2014). Ora, dopo un’entrata in sala cinematografica con il saggio biografico Gian Maria Volonté. Recito dunque sono (Edizioni Clichy, 2018), ritorna sul dancefloor.

 

La Storia della Disco Music di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, pubblicato da Hoepli (Milano), a cura di Ezio Guaitamacchi, Prefazione di Gloria Gaynor, Introduzione di Amii Stewart, Postfazioni di Mario Biondi ed Ivan Cattaneo, disponibile in libreria ed online d settembre 2019, è stato presentato a Spazio5 martedì 12 luglio 2022

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.