Quattro anni senza David Bowie, l'uomo che cadde sulla Terra

David Bowie in "L'uomo che cadde sulla Terra" di Nicolas Roeg David Bowie in "L'uomo che cadde sulla Terra" di Nicolas Roeg
Quattro anni fa moriva a New York la celeberrima ed eclettica rockstar (Space Oddity, Starman, Life on Mars, Velvet Goldmine, China Girl, Heroes, e decine di altre canzoni che, vista la ricchezza della sua produzione, sarebbe impossibile elencare qui).

«There’s a starman waiting in the sky/He’d like to come a and meet us/But he thinks he’d blow our minds…» (David Bowie, Starman, 1972)

Nato a Londra nel gennaio 1947, David Bowie, soprannominato “Il Duca bianco”, ha avuto una carriera cinematografica di tutto rispetto, ma sovente ignorata o quantomeno sottovalutata.

Esordisce sul grande schermo negli anni Settanta con l’indimenticabile ruolo dell’alieno in L’uomo che cadde sulla Terra (1976) di Nicolas Roeg e, qualche anno dopo, è un vampiro in Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) di Tony Scott.

Dopo l’impegnativo ruolo di un ufficiale britannico in un campo giapponese in Furyo (1983) di Nagisa Oshima, interpreta Ponzio Pilato in L’ultima tentazione di Cristo (1988) di Martin Scorsese e l’artista inglese Andy Warhol in Basquiat (1996) di Julian Schnabel.

Fra gli altri film ricordiamo Gigolo (1978) di David Hemmings, Jazzin’ for Blue Jeans (1984) di Julien Temple, Tutto in una notte (1985) di John Landis, Absolute Beginners (1986) di Julien Temple, Labyrinth - Dove tutto è possibile (1986) di Jim Henson, The Linguini Incident (1991) di Richard Shepard,  Il mio West (1998) di Giovanni Veronesi, suo unico film italiano, B.U.S.T.E.D. (1998) di Andrew Goth, Il segreto di Mr Rice (2000) di Nicholas Kendal, The Prestige (2007) di Christopher Nolan, in cui interpreta il geniale scienziato Nikola Tesla e recita con Christian Bale, Hugh Jackman e Michael Caine, tenendo egregiamente testa a tutti e tre.

Oltre a numerose canzoni scritte per film, compone le colonne sonore de Il bacio della pantera (1982) di Paul Schrader, Boy Meets Girls (1984) di Leos Carax e Quando soffia il vento (1986) di Jimmy T. Murakami.

Fra i molti libri scritti su David Bowie ricordiamo Sono l’uomo delle stelle. Vita, arte e leggenda dell’ultima icona pop (il Saggiatore, Milano 2016), che, oltre a numerosi e fondamentali contributi critici apparsi sulle maggiori riviste inglesi e americane, raccoglie le interviste concesse dal grande cantautore, polistrumentista, attore, produttore discografico e pittore inglese nel corso di circa trentacinque anni di carriera (dal 1969 al 2003). Una travolgente confessione della vita, dell’arte e del pensiero che hanno generato una fra le più intense avventure della storia del rock.

David Bowie androgino e magnetico nell’abito elegante del Duca bianco. Ziggy Stardust e la tuta spaziale stretta sul corpo scavato. Aladdin Sane, elettrico e diafano con l’occhio acceso da un fulmine scarlatto. David Bowie a Berlino alla ricerca del suono del futuro. David Bowie e il detective Nathan Adler. David Bowie Rainbowman, Pierrot, The Prettiest Star, The Black Star, inafferrabile e iridescente polvere di stelle.

David Bowie non è mai stato uguale a se stesso. Ha cantato il cambiamento in Changes, profezia del suo incessante mutare, e l’ha messo in pratica nel corso di tutta la sua vita, fuggendo dalla noia della ripetizione, esplorando percorsi sempre nuovi, trasformando il suo corpo e la sua musica nei protagonisti di un’arte performativa e sonora.

Ha dato voce alla malinconica odissea di un astronauta perduto nello spazio, e all’eroismo quotidiano all’ombra del muro di Berlino. È stato l’inventore del glam rock, il padre nobile della new wave; ha spaziato dalle sonorità artistiche acustiche degli anni Sessanta alla musica elettronica, dal funky al soul. Ha creato solidi rapporti di amicizia e collaborazioni con Brian Eno, Mick Jagger, John Lennon, Freddie Mercury, Iggy Pop, Lou Reed.

Attraverso la sua voce, fra i mille travestimenti, David Bowie svela i dubbi, il coraggio, i fallimenti e le scintille creative da cui sono nati i capolavori che hanno modificato per sempre il destino della musica. E mette a nudo i segreti di un artista che ha brillato della luce pulsante delle stelle

Sono l’uomo delle stelle, pubblicato dal Saggiatore con la traduzione di Cristian Caira, è disponibile in libreria e online dall’ottobre 2016.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.

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