Al via la terza edizione di “BrainForum. La Scienza e noi” al Piccolo Eliseo

Al via la terza edizione di “BrainForum. La Scienza e noi” al Piccolo Eliseo
Si svolgerà lunedì 4 febbraio 2019 alle ore 20 al Teatro Piccolo Eliseo - via Nazionale 183 - a Roma l’incontro “Dall’intelligenza delle piante il nostro futuro”, il primo di un ciclo di sei incontri di “BrainForum. La Scienza e noi”. Interverranno Renato Bruni (Università di Parma) e Barbara Mazzolai (Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera - PI).

Quello che le piante sono in grado di insegnare passa attraverso la loro diversità, non solo di forme ma anche per il modo in cui leggono il mondo e vi si adattano. La fotosintesi clorofilliana, per esempio, è un sistema ecologicamente perfetto per produrre energia per effetto delle dinamiche evolutive. L’intelligenza delle piante ispira oggi anche la ricerca della robotica che, imitando le capacità dell’apparato radicale, sta sviluppando nuovi robot per il monitoraggio dei suoli e per l’esplorazione di ambienti impervi.

Renato Bruni insegna all’Università di Parma, dove si occupa di fitochimica. È cofondatore del gruppo di ricerca LS9-Bioactives & Health, che studia il legamefra botanica, chimica, salute e nutrizione. Da molti anni conduce un’intensa attività di divulgazione sui temi della botanica e, per Coidice Edizioni, ha pubblicato Erba Volant - Imparare l’innovazione dalle piante, con cui ha vinto lo Science Book Award 2017, e Le piante son brutte bestie, dedicato alla scienza del giardinaggio. I suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Cina e Turchia. Da circa un decennio cura il blog Erbavolant e una omonima pagina facebook sulle complicate relazioni ecologiche e culturali fra uomini e vegetali.

Barbara Mazzolai, biologa con un dottorato in Ingegneria dei microsistemi, è attualmente la direttrice del Centro di Micro-BioRobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Lavora da sempre su tematiche connesse al mondo naturale ed al monitoraggio ambientale; la sua attività le è valsa numerosi riconoscimenti, fra cui il prestigioso premio “Marisa Bellisario” e la Medaglia del Senato. Grazie al suo spirito innovativo nel settore della robotica, nel 2015 è stata riconosciuta fra le venticinque donne più influenti nel settore della robotica.

La Scienza e noi. Sei lunedì per discutere del futuro. Dopo il grandissimo successo delle scorse edizioni, che hanno sempre fatto registrare il tutto esaurito, al Piccolo Eliseo arriva il terzo ciclo di incontri La Scienza e noi. La rassegna è a cura di Viviana Kasam, giornalista e presidente di BrainCircleItalia, associazione no profit nata sotto l’egida di Rita Levi Montalcini (1909-2012) con l'obiettivo di incentivare la divulgazione scientifica con focus sui rapporti fra cultura e cervello e del loro impatto sulla trasformazione del quotidiano.

Per sei lunedì (4 e 18 febbraio, 4 e 18 marzo, 1 e 15 aprile 2019), scienziati di rilievo internazionale si rivolgeranno ad un pubblico eterogeneo per trasmettere, attraverso un linguaggio discorsivo e per “non addetti ai lavori”, l’emozione e la bellezza della scienza.

«L’intento di quest’anno», ha dichiarato Viviana Kasam, «è riuscire a spiegare al grande pubblico le nuove frontiere della ricerca scientifica, dall’intelligenza delle piante al suono del pensiero, dalla neurolinguistica alla parapsicologia, dall’esistenza del tempo alla Mate-magia che spiegherà come la magia inganna il cervello e come la matematica si struttura nel nostro pensiero».

La manifestazione - ad ingresso libero fino ad esaurimento posti - è di forte richiamo per ricercatori ed appassionati, ma soprattutto per gli studenti che ad ogni incontro interagiscono con gli scienziati anche on line, grazie alla diretta in streaming su www.brainforum.it, curata dalla media strategist Luisa Capelli. Nelle scorse edizioni La Scienza e noi ha registrato sulla sua pagina facebook migliaia di visualizzazioni.

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

 

Lunedì 18 febbraio 2019

Dalle lingue impossibili al suono del pensiero: un viaggio nella neurolinguistica. Con Andrea Moro

La struttura del linguaggio umano è differente da quella di ogni altro animale. Per questo motivo la neurolinguistica è oggi una fra le discipline più studiate nell’ambito delle neuroscienze. Molte sono le domande che si affollano: la struttura del linguaggio è convenzionale e arbitraria o segue una guida biologicamente determinata? Che cosa sappiamo della relazione fra grammatica e cervello? Che cosa accade al suono delle parole, quando il linguaggio rimane nella mente?

Andrea Moro è professore di Linguistica generale alla Scuola Superiore Universitaria IUSS di Pavia è stato professore ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele e professore associato all’Università di Bologna. Dottore di ricerca, borsista Fulbright, diplomato all’Università di Ginevra, è stato varie volte “visiting scientist” al MIT e ad Harvard. Utilizzando delle grammatiche artificiali, ha dimostrato che le regole del linguaggio non sono invenzioni o convenzioni che dipendono dalla cultura, ma sono limitate dall’architettura neurobiologica del cervello. Ha studiato le proprietà di simmetria delle lingue naturali ed ha elaborato una teoria unificata per le frasi con il verbo essere. Fra i suoi libri divulgativi ricordiamo I confini di Babele (Il Mulino, 2015), Breve storia del verbo essere (Adelphi, 2010), Parlo dunque sono (Adelphi, 2012), Impossible Languages (MIT Press, 2016; trad. it. Le lingue impossibili- Cortina, 2017).

 

Lunedì 4 marzo 2019

Il tempo esiste solo nel nostro cervello? Con Domenica Bueti e Mauro Dorato

Un confronto su un tema affascinante: l’esistenza del tempo. Secondo molti fisici, oggi il tempo assoluto non esiste, è solo un’illusione. Secondo i neuroscienziati, senza il presupposto del tempo non si formerebbero identità ed autocoscienza.  Possiamo immaginare un mondo senza tempo?

Domenica Bueti è neuroscienziata cognitiva che, dopo essersi laureata in psicologia presso l’Università di Padova ed aver conseguito un dottorato di ricerca all’Università “La Sapienza” di Roma, ha viaggiato attraverso l’Europa per amore della ricerca: nel Regno Unito prima ed in Svizzera poi. Dopo aver condotto le sue ricerche alla “University College London (UCL)”, al Policlinico Universitario ed al Politecnico (EPFL) della città di Losanna, è infine approdata alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste dove, grazie al contributo finanziario della European Research Cuncil (ERC) e del Ministero Italiano dell’Università e della Ricerca (MIUR), dirige appassionatamente il “Laboratorio di Percezione del Tempo”.

La ricerca del “Laboratorio di Percezione del Tempo (TimeLab)” si focalizza sulla comprensione dei meccanismi neurali che, nell’uomo, sono alla base della percezione del tempo.
Mediante tecniche di neuroimmagine e di neurostimolazione, il TimeLab cerca di comprendere se nel cervello umano il tempo è rappresentato attraverso mappe, ovvero nell’attività di cellule che sono selettive per la durata e sono organizzare topograficamente; in che modo il tempo viene codificato da aree sensoriali specifiche; quali sono le relazioni funzionali fra aree coinvolte nella percezione del tempo (i.e., come comunicano le “aree cerebrali del tempo”); che relazione esiste fra rappresentazione dello spazio e del tempo nel cervello.

Mauro Dorato è professore Ordinario di Filosofia della Scienza presso il dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università di Roma Tre. È laureato in Filosofia e Matematica ed ha conseguito un dottorato in Filosofia alla John Hopkins University di Baltimora. È stato condirettore della rivista «European Journal for Philosophy of Science»ed è membro dell’Academie des Sciences e di Academia Europae. Si occupa dei rapporti fra fisica e metafisica ed ha scritto vari saggi e monografie in italiano ed in inglese, ultima fra le quali è Che cos’è il tempo? Einstein, Gödel e l’esperienza comune(Carocci, Roma 2013).

 

Lunedì 18 marzo 2019

Magia, cervello e matematica: come i numeri governano il nostro pensiero

Una conferenza-spettacolo in cui Antonietta Mira presenterà alcuni giochi di prestigio fondati su regole matematiche, e Giorgio Vallortigara affronterà le basi neurologiche della nostra conoscenza dei numeri. Sottostanti le capacità matematiche simboliche e discrete che si sono sviluppate in alcune società umane, giacciono, incarnate nell’attività dei sistemi nervosi, le radici non-simboliche della rappresentazione della numerosità. Fondate sulla stima della numerosità e sul continuo, esse sono osservabili anche nelle creature prive di linguaggio simbolico: i bambini più piccoli e gli animali.

Antonietta Mira è professoressa di Statistica presso l’Università degli Studi dell’Insubria (Como) e l’Università della Svizzera italiana (Lugano) dove è stata vicepreside della facoltà di Economia ed è codirettore dell’Istituto Interdisciplinare di Scienza dei Dati, che ha contribuito a fondare nel 2014.

Giorgio Vallortigara è professore di Neuroscienze e Direttore del CIMeC, il Center for Mind/Brain Sciences dell’Università di Trento. È anche Adjunct Professor presso la School of Biological, Biomedical and Molecular Sciences dell’Università del New England, in Australia. È autore di numerose pubblicazioni specialistiche sulle riviste scientifiche internazionali. Nel 2011 ha ottenuto uno fra i prestigiosi ERC Advanced Research Grant della Comunità Europea. Oltre alla ricerca scientifica, svolge un’intensa attività di divulgazione, collaborando con le pagine culturali di varie testate giornalistiche e riviste. Si interessa dei meccanismi cerebrali che sovrintendono alla nostra rappresentazione degli oggetti, dello spazio e del numero. In particolare, studia in parallelo le capacità cognitive di specie precoci (come i pulcini di pollo domestico) e dei neonati della nostra specie per comprendere quali informazioni sono disponibili nel cervello alla nascita.

 

Lunedì 1 aprile 2019

Leggere il pensiero: dalla parapsicologia alla scienza. Con Fabio Babiloni

«Tutto quello che può fare il genere umano è muovere i propri muscoli, sia per abbattere una foresta che per sussurrare o scrivere un concetto filosofico». Tale frase, riadattata da Charles Sherrington, grande neuroscienziato degli anni Trenta, nel nuovo millennio è messa alla prova da tecnologie in grado di leggere alcune semplici cose dentro la nostra testa. Muovere le cose con il pensiero non è più una prerogativa dei maghi: oggi lo studiano gli scienziati per aiutare, in un prossimo futuro, le persone con arti non funzionanti e, in un futuro più lontano, per interagire naturalmente con le macchine intelligenti da cui saremo circondati.

Fabio Babiloni è professore di Fisiologia e Neuroscienze, e di Bioingegneria elettronica presso l’Università “La Sapienza” di Roma.  È noto per i suoi studi nel campo della consumer neuroscience, brain computer interface, biomedical signal processing. È nella lista dei Top Italian Scientists, i migliori duemilacinquecento scienziati italiani viventi, in tutti i campi del sapere operanti in Italia e all’estero.

 

Lunedì 15 aprile 2019

Blockchain: oltre il bitcoin c’è di più. Con Renato Grottola

Si sente parlare di blockchain in relazione alle transazioni economiche virtuali. In realtà si tratta di una metodologia innovativa che consente di controllare tutti i processi, dalla produzione alla post-distribuzione, dando al consumatore garanzie di trasparenza e consentendo risparmi lungo tutta la linea. In campo alimentare la promessa è già realtà.

Renato Grottola è SVP, Global Director M&A and Digital Transformation DNV GL Business Assurance Group.

 

 

 

 

 

 

 

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.

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