In ricordo di Piero Angela

«Il mio corpo è come una macchina. Il motore avrà anche ottantamila km, ma il guidatore ha solo quarantacinque anni» (Piero Angela)
«Il suo perfetto autocontrollo e la sua compassata cordialità riflettono in parte la sua indole schiva e in parte sono inscritte nel codice genetico di questo piemontese educato alla razionalità e alla tolleranza» (Gigi Marzullo)
«Ho ricevuto un’educazione molto “piemontese”: molto rigida, con principi molto severi, fra cui quello di tenersi sempre un passo indietro, mai esibire» (Piero Angela)
«Gli individui che incontrano il maggior successo [...] solitamente sono forti dentro e cortesi fuori. E’ un po’ come per il pianoforte. Ricordo sempre quello che mi diceva la mia vecchia insegnante di pianoforte: “Per aver un buon tocco occorrono dita di acciaio in guanti di velluto. Forse anche nella vita è così» (P. Angela)
Nato a Torino nel 1928 - è morto a Roma lo scorso 13 agosto all’età di novantatré anni - diplomato in Pianoforte al Conservatorio, fra il 1949 e il 1952 suona in una band. Si produce, con il nome d’arte “Peter Angela”, in varie sessions nei jazz club torinesi. Notato da Sergio Bernardini, viene invitato a suonare nella serata d’inaugurazione del celebre locale di Viareggio “La Capannina”.
All’inizio degli anni Cinquanta forma, insieme al batterista Franco Mondini, un trio jazz in cui si alternano vari contrabbassisti. Al trio si aggiungeranno sovente solisti di richiamo (Nini Russo, Franco Pisano, Nunzio Rotondo e Rex Stewart, ex cornettista del grande Duke Ellington). Insieme a F. Mondini, farà poi parte del quartetto di N. Rotondo. Suona anche con l’amico Franco Cerri.
Nel ’52 abbandona l’attività musicale professionistica per dedicarsi esclusivamente al giornalismo. Ciononostante rimarrà un cultore del jazz e, ogni volta che una puntata di un programma da lui condotto ha affrontato argomenti connessi con la musica, non ha perduto occasione per esibirsi al pianoforte (da solista o insieme a jazzisti professionisti).
«Nella nostra musica c’è la passione, una specie di virus che continua negli anni e non finisce mai. Allora la cosa interessante è che i musicisti che amano il jazz magari fanno il loro lavoro [...], ma poi si ritrovano dopo per suonare [...]. Questo perché la musica jazz è creativa, mentre la musica classica è esecutiva, cioè i musicisti eseguono la partitura non scritta da loro. Nel jazz si è autori, compositori e improvvisatori in tempo reale. E la musica che esce è sempre diversa. E’ questo che diverte, la creatività» (P. Angela)
Nell’estate ’52 comincia la sua carriera giornalistica in Rai – circa un anno e mezzo prima che la Rai, dal gennaio del ’54, cominciasse a trasmettere in tv - come cronista radiofonico, divenendo poi inviato - prima da Parigi (dal ’56 al ’66) e poi da Bruxelles (dal ’66 al ’68) - ed infine conduttore del telegiornale.
Nel ’67-68 è anche inviato di guerra; in Iraq durante la Guerra dei sei giorni - dove viene arrestato insieme ad altri giornalisti e rilasciato poco dopo - e in Vietnam, dove intervista soldati americani e contadini.
Nel ’68, insieme al collega ed amico Andrea Barbato (1934-1996), conduce la prima edizione del Telegiornale nazionale delle ore 13.30 e, otto anni dopo, nel ’76, sarà il primo conduttore del Tg2.
Alla fine degli anni Sessanta, influenzato dalla produzione documentaristica di Roberto Rossellini, realizza una serie di documentari dal titolo Il futuro nello spazio, sul tema del Programma Apollo. Nel corso delle riprese effettuate negli Stati Uniti realizza anche numerosi collegamenti in diretta per la Rai in occasione del lancio del vettore Saturn V, che, nel luglio 1969, porterà i primi astronauti sulla luna.
Ha così inizio così la sua lunga ed intensa attività di divulgazione scientifica che, negli anni Settanta, prima ancora dei celebri Quark (1981-1995) e SuperQuark (1995-2022), lo porterà a produrre numerosi programmi d’informazione: Destinazione uomo (1971, dieci puntate), uno fra i primi programmi televisivi di questo tipo (rivolto non agli “addetti ai lavori”, bensì ad un pubblico generalista), Da zero a tre anni (1971, tre puntate), Dove va ilmondo? (1971, cinque puntate), Nel buio degli anni luce (1972, otto puntate), Indagine critica sulla parapsicologia (1978, sette puntate), Nel cosmo alla ricerca della vita (1980, cinque puntate).
Pertanto, la sua notorietà è indissolubilmente connessa alla realizzazione di programmi televisivi di divulgazione scientifica di tipo anglosassone, con i quali ha fondato, per la televisione italiana, una solida tradizione documentaristica (i già citati Quark e SuperQuark, ed i programmi derivati).
«Il titolo Quark è un po’ curioso, lo abbiamo preso in prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto “quark”, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. E’ quindi un po’ un andare dentro le cose» (P. Angela, 1981, nella prima puntata di Quark)
La formula di Quark era all’epoca molto innovativa. Venivano messi in campo tutti i mezzi tecnologici a disposizione e le risorse della comunicazione televisiva per rendere familiari i temi affrontati: i documentari della BBC e di David Attenborough, i cartoni animati di Bruno Bozzetto, utilizzati per illustrare i concetti più difficili, le interviste con gli esperti esposte nel linguaggio più chiaro possibile (sia pur trattandosi, ovviamente, di argomenti molto complessi), le spiegazioni in studio.
Dal programma base nascono numerosi spin-off: documentari naturalistici (Quark speciale e Il mondo di Quark), finanziari (Quark Economia) e politici (Quark Europa).
Nel 1984 il suo progetto Pillole di Quark, spot di trenta secondi su argomenti tecnici, scientifici, educativi, sociali e medici, in onda su RaiUno.
Nel 1986-87 conduce, dal Palazzetto dello Sport di Torino, di fronte ad oltre ottomila spettatori, due prime serate su RaiUno sulle questioni del clima: atmosfera ed oceani, cui faranno seguito tre serie televisive che sfrutteranno le nuove tecnologie di rappresentazione grafica tramite computer.
Nel 1988 viene realizzato Quark Italiani, una serie di documentari di natura, ambiente, esplorazione, mondo animale prodotti e realizzati da autori italiani, fra i quali suo figlio Alberto (classe 1962), che realizza alcuni documentari in Africa.
Seguono viaggi dentro il corpo umano - La macchina meravigliosa (1989, otto puntate) -, nella preistoria - Il pianeta dei dinosauri (1993, quattro puntate -, nello spazio - Viaggio nel cosmo (1998, sette puntate). Tali serie, realizzate in collaborazione con lo stesso Alberto Angela, verranno tradotte in inglese e vendute in oltre quaranta Paesi (in Europa, in America ed in Asia).
Nella sua autobiografia (2017) P. Angela descrive le circostanze che portarono alla nascita di SuperQuark, quando per contrastare la concorrenza con Mediaset, era necessario avere in prima serata un programma forte che arrivasse fino al telegiornale della notte: «Alcuni programmi “pigliatutto” erano già cominciati da tempo, e Brando Giordani, allora direttore di Rai1, mi telefonò chiedendomi di fare un Quark di due ore, anziché di una».
Nel ’95 nasce così SuperQuark, nel corso del quale, nel giugno del ’99, vengono celebrate le duemila puntate del Progetto Quark. Dello stesso anno sono anche gli Speciali di SuperQuark, serate monotematiche su argomenti di grande interesse sociale, psicologico e scientifico, e la collaborazione al programma Domenica in, in cui P. Angela è stato conduttore di uno spaziodedicato alla cultura. Due anni avanti, nel ’97, da una costola di Quark era natoQuark Atlante - Immagini dal pianeta.
A partire dal 2000, Piero e Alberto Angela sono autori di Ulisse, programma a puntate monografiche che riguardano scoperte storiche e scientifiche.
Contemporaneamente all’attività divulgativa in televisione, P. Angela ha anche svolto attività editoriale, sempre a contenuto informativo. E’ stato per lungo tempo curatore della rubrica “Scienza e società” sul settimanale «TV Sorrisi e Canzoni»; è stato inoltre curatore e supervisore del mensile «Quark», da lui stesso fondato nel 2001 e che ha cessato le pubblicazioni nel 2006 per mancanza di fondi. Il mensile, ispirandosi al programma televisivo omonimo, affrontava argomenti scientifici in maniera accessibile al pubblico. E’ anche autore di oltre trenta libri, la maggior parte fra i quali tradotti in inglese, in francese, in tedesco ed in spagnolo, con una tiratura complessiva di più di tre milioni di copie.
«Ho sempre cercato, nelle mie trasmissioni, di inserire elementi di “incontro” con il pubblico, dal linguaggio alle “trovate”, dagli esempi alle “battute”, rifiutando quella finta “serietà” tanto cara all’ufficialità italiana in ogni campo. Io credo che la serietà debba essere nei contenuti, non nella forma» (P. Angela)
«Quando un lettore (o ancor più un telespettatore) non capisce, la colpa non è sua, ma di chi non ha saputo comunicare. Cioè dell’autore. E’ stato lui a cacciarlo via [...] quando sono in moviola, se ho dei dubbi sulla chiarezza di un passaggio o di una sequenza, chiamo il primo che passa nel corridoio (un montatore, una segretaria, un passafilm), mostro la sequenza e chiedo il loro parere. Se vedo un’ombra di dubbio nei loro occhi, rismonto e ricomincio da capo. Perché vuol dire che avevo sbagliato io» (P. Angela)
«Per comunicare la divulgazione deve saper affrontare alcuni problemi. Da un lato comprendere nel modo giusto le cose interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio. Dall’altro essere non solo chiari, ma anche noiosi, pur mantenendo integro il messaggio (anzi, non aver paura di essere divertenti: l’umorismo è uno sei compagni di strada dell’intelligenza). Per queste ragioni, paradossalmente, si può dire che è più difficile… essere facili. Tutti, infatti, sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso [...], Non solo, ma alla chiarezza, solitamente, deve accompagnarsi un’ulteriore fatica: la concisione. Curiosamente oggi si parla molto di partecipazione, intesa come uno strumento di sviluppo democratico, ma raramente si parla di divulgazione come condizione essenziale per capire e quindi per partecipare. La democrazia non può basarsi sull’ignoranza dei problemi, perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che possano esercitare i loro diritti utilizzando al meglio la loro capacità di capire» (P. Angela)
Fra i suoi numerosi libri, tutti di carattere scientifico-divulgativo, ricordiamo Nel cosmo alla ricerca della vita (1980), La macchina per pensare (1983), Oceani (1991), La sfida del secolo (2006), Perché dobbiamo fare più figli(2008), scritto con L. Pinna, A cosa serve la politica? (2011), Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo (2012), scritto con A. Barbero, Viaggio dentro la mente: conoscere il cervello per tenerlo in forma(2014), Tredici miliardi di anni. Il romanzo dell’universo (2015), Gli occhi della Gioconda (2016).
Nel 1986 scrive il soggetto e collabora alla sceneggiatura del film Il giorno prima (1987) di Giuliano Montaldo, con Burt Lancaster, sulla minaccia della guerra atomica.
Nel 2004 riceve il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Nel 2017 pubblica il libro autobiografico Il mio lungo viaggio. «Ho sempre avuto reticenza a parlare di me. Ora che mi avvicino ai novant’anni comincio a pensare che sono stato testimone diretto di tanti eventi piccoli e grandi e forse alcuni di questi potevano interessare»
Ancora molto attivo nonostante l’età avanzata, fino all’ultimo ha condotto SuperQuark estate (tutti i mercoledì sera di giugno, luglio e agosto). Nel corso della puntata del 6 luglio 2022 ha annunciato di aver raggiunto il traguardo dei settant’anni di carriera in Rai.
«C’è da dire una cosa. Perché se è vero che la regina Elisabetta ha festeggiato da poco il suo giubileo di settant’anni dall’incoronazione, dobbiamo dire cha anche noi, molto più modestamente, festeggiamo settant’anni. Io in particolare con il programma di oggi arrivo a un dato preciso. Saranno settant’anni che lavoro ininterrottamente per la Rai. Dal 1952, quando non c’era ancora la televisione, sono qui al lavoro».
Il 13 agosto 2022, poco dopo la sua morte, la Rai ha pubblicato un messaggio di congedo di Piero Angela ai suoi telespettatori/telespettatrici, scritto nei giorni precedenti e destinato ad esser diffuso tramite i canali social di SuperQuark: «Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo settant’anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco jazz al pianoforte...). Ma anche sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. E’ stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio. Piero Angela».
Alessandro Poggiani
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