Henrik Von Eckermann vince il Gran Premio di Roma LGCT

Il cavaliere azzurro Piergiorgio Bucci è risultato il migliore degli italiani, unico al barrage, conquistando l'ottavo posto in sella Cochello. Al termine della quattordicesima tappa del Longines Global Champions Tour la classifica vede confermata la leadership di Harrie Smolders con 252 punti, seguito da Maikel van Der Vleuten in seconda posizione con 238 punti e al terzo posto lo stesso Von Eckermann a quota 235.5.
IL TRACCIATO – Il course designer Uliano Vezzani ha studiato un tracciato elettrizzante per l'appuntamento più atteso di Roma. Il percorso, composto da 13 ostacoli e 16 sforzi, ha una lunghezza di 505 metri e un tempo massimo di 162”. Il primo passaggio di percorso è un verticale con dei fiori alla base, per andare in spezzata su un oxer a barriere pari. La prima linea sotto la tribuna vip è composta da un largo a fronte stretto, cinque falcate di galoppo e un verticale errorabile con fosso. In girata a mano destra il tracciato prosegue con una triplice che porta al largo pari numero 6, per poi arrivare nell’area laterale del pubblico dove si presenta un verticale di tavole a cui seguono sette falcate di galoppo e la prima combinazione (largo-verticale). Ci si sposta quindi sulla sinistra per saltare il numero 9 e proseguire con la doppia gabbia numero 10 (verticale-largo-largo). Il finale è composto da una linea che taglia il campo in orizzontale con il verticale numero 11 che ricorda la Bocca della Verità, quattro falcate e un oxer che rappresenta l’acquedotto romano per poi finire in spezzata a sinistra con l’ostacolo numero 13, una tavolina bianca quasi trasparente.
LA GARA – Sono stati 40 i binomi a prendere parte al Gran Premio LGCT 160 della Capitale. L’unico italiano a chiudere il primo giro con nessun errore è stato Piergiorgio Bucci su Cochello. Il primo percorso netto senza penalità porta il nome di Kevin Staut su Beau de Laubry Z, a cui sono seguiti Peder Fredricson con Catch me Not S, Christian Ahlmann in sella a Mandato van de Neerheide, David Will su My Prins van Dorperheide, Niklaus Schurtenberger su C-Steffra, Andreas Schou in sella a I Know, Henrik von Eckermann su King Edward, l’unica amazzone Malin Baryard-Johnsson con H&M Indiana, Max Kühner con Up Too Jacco Blue e Julien Epaillard su Donatello d'Auge.
IL BARRAGE - Questi undici binomi si sono giocati la vittoria nel jump-off composto da 8 ostacoli. Una gara contro il tempo che ha visto i binomi entrare nello stesso ordine del primo giro. È stato Peder Fredricson con Catch me Not S a siglare il primo tempo da battere senza commettere errori (0/42”27) al quale ha risposto David Will su My Prins van Dorperheide (0/41”46) e Andreas Schou in sella a I Know, che ha eguagliato il tempo dello svedese (sarà terzo posto ex equo). Ma a sbaragliare la concorrenza ci ha pensato lo svedese numero uno al mondo Henrik von Eckermann che, in sella al suo sauro King Edward, ha fermato il cronometro a 41”26 con 0 penalità. Dopo di lui solo Malin Baryard-Johnsson con H&M Indiana ha fatto meglio sul tempo (40”81), macchiando la sua prestazione con un errore. A entusiasmare il pubblico di casa, presente in massa sulle tribune del Circo Massimo, è stata la prestazione dell’unico azzurro arrivato al barrage Piergiorgio Bucci che, in sella al grigio Cochello, ha chiuso con 4 penalità nel tempo di 43”26 ottenendo l’ottavo posto.
A fare da preludio al Gran Premio più importante, la vittoria dell’amazzone francese Nina Mallevaey in sella a Mademoiselle-A nella 145 CSI5.

Giovanni Currado
Giornalista e fotografo, autore di diversi reportages in Asia e Africa. Responsabile dello studio dell'immenso archivio fotografico Riccardi e curatore della collana "Fotografici" per Armando Editore.
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