Al Teatro Cortesi di Sirolo un omaggio alla figura di Don Milani nel centenario della sua nascita

Andrea Caimmi e Arianna Ninchi Andrea Caimmi e Arianna Ninchi foto Fabio Burgio
“Incontri” è un modo per avvicinarsi a tematiche culturali di impegno civile. Sabato 5 agosto 2023, al Teatro Cortesi di Sirolo (AN) è andato in scena con notevole affluenza di pubblico "Dall’altra parte del vento". Discorso sulla lettera a una professoressa e la rivolta degli studenti.

«Enriquez e Don Milani un incontro previsto e non scontato: la loro toscanità, il loro essere fiorentini il loro modo di arrivare prima degli altri a capire le cose, questa loro vena profetica e la loro onestà intellettuale li accomuna, ma li avvicina anche alla condanna di un sistema scolastico obsoleto e superato che non tiene conto delle distanze sociali perché le ingigantisce, nascondendole dietro la maschera di una società perbenista e borghese incapace di guardare il problema dal suo interno» (Paolo Larici, presidente del Premio Nazionale “Franco Enriquez” di Sirolo).

Al via alla rassegna “Sipario Aperto” al Teatro Cortesi di Sirolo. Il primo appuntamento è stato sabato 5 agosto 2023 alle ore 21.30 con il reading Discorso per la lettera a una professoressa della Scuola di Barbiana. La lettura - da cui ha preso spunto il dibattito con gli spettatori/spettatrici e l’approfondimento sulle tematiche esposte - è stata eseguita dagli attori Arianna Ninchi e Andrea Caimmi.

In scena, dunque, un testo adattato da Franco Enriquez (Firenze, 1927 - Ancona, 1980) e Franco Cuomo (Napoli, 1938 - Roma, 2007), rappresentato alla Biennale di Venezia nel 1968. L’idea del regista fiorentino era di rappresentare il mutamento sociale, partendo dalla lettera della Scuola di Barbiana per arrivare al Vietnam e al Sudamerica con l’obiettivo di affrontare i miti degli anni Sessanta, dal Che a Rudi Dutschke ed alla rivolta studentesca. Va da sé ricordare l’appassionata partecipazione di Adriana Innocenti, Pietro Nuti, Umberto Ceriani e Giuditta Saltamartini. Valeria Moriconi (Jesi, 1931-2005) non recitò nello spettacolo, ma fu presente alle prove e nelle varie fasi della preparazione.

Nell’intervista Rai Teatro stasera - spettacolo teatrale dell’8 novembre 1968, Adriana Innocenti (Forlì, 1926 - Torino, 2016) ricorda che il testo veniva modificato giorno per giorno. La parte finale del copione fu aggiunta alle ore 16.30 dello stesso giorno che fu rappresentato a Venezia.  

«Enriquez mette in scena questo testo provocatorio che è un misto tra teatro-politico e teatro-cronaca», racconta Paolo Larici (presidente del Centro Studi “Franco Enriquez” di Sirolo), «prediligendo un Cinema-teatro di periferia l’Odeon di Mestre piuttosto che la pomposa Fenice di Venezia. Lo spettacolo va in scena l’anno successivo la scomparsa di Don Lorenzo, nel 1968, l’anno della contestazione studentesca, l’anno della rivolta culturale italiana, di tutta Europa e di tutto il Mondo».

La tecnica del montaggio ha fondamentalmente modificato il testo originario: articoli di giornali, giudizi critici, filmati e testimonianze sono andati a formare un testo scenico. Pur avendo sviluppato un'opera di forte matrice ideologica, F. Enriquez riesce ad orientare la sua ricerca verso la sperimentazione, creando una testualità “drammatica” in cui emergono le differenti voci e punti di vista dei giovani che gridano nelle piazze. Tuttavia, nelle battute di scena, si avverte la frattura fra il contenuto delle parole utilizzate sul palcoscenico e la voce di chi non si identifica con “quel tipo società”.

Le scelte di una riscrittura scenica permettono a Enriquez ed a Cuomo di superare lo schema proposto da Don Milani (Firenze, 1923-1967) - del quale lo scorso 27 maggio ricorreva il centenario della nascita -  fra Gianni e Pierino, ovverosia fra il povero e il ricco per dar voce anche al disagio giovanile. Tant’è vero che alcune parti del testo hanno i toni del Living Theater:la demagogia si sostituisce alla propaganda politica lusingatrice che svela le intenzioni del potere di una classe sociale agiata. Dall’altro canto, Enriquez tenta di tradurre la ribellione dei giovani e la presa di coscienza degli studenti che vogliono cambiare la realtà. Alfio Albani (presidente della Fondazione Maria Montessori) ha osservato che «Don Milani e Maria Montessori sono i principali riferimenti quando parliamo di scuola e di crescita culturale: si mettono insieme da soli attraverso la loro instancabile capacità di profezia alla quale dobbiamo guardare, ricordando sempre che la madre di tutte le povertà continua ad essere la mancanza di istruzione». 

Il Discorso fece discutere sia la critica sia il pubblico di molte piazze italiane che non svilirono il lavoro della Compagnia dei Quattro; anzi, i teatri ebbero un riscontro economico. «Però», scrive Franco Cuomo, «era come il Sessantotto, qualcosa di effimero e irripetibile, che in nessun'altra stagione si sarebbe potuto rimettere in scena. Come il Sessantotto. Qualcosa da abbracciare o da respingere, con tante discussioni, tanto chiasso, tanti dibattiti».  

Nel corso della serata anche una proiezione sulla vita di Don Milani e sulla sua opera, per comprendere meglio la sua missione volta alla realizzazione di una scuola inclusiva e rivoluzionaria. Inoltre, il teatro, fino a mercoledì 30 agosto, ospita due mostre: la prima dedicata al Festival di Teatro alle Cave, e la seconda in memoria di Don Lorenzo Milani.

Il Prof. Lauro Seriacopi (vicedirettore della Fondazione “Don Lorenzo Milani” di Firenze), assieme alla Dott.ssa Patrizia Mazzoni ed al Maestro Paolo Larici, hanno dialogato con il pubblico presente in sala.

 

 

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Ultima modifica il Lunedì, 07/08/2023

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.