“Di tanto amore” di Giancarlo Moretti al Teatro Trastevere

«La storia inizia alcuni anni dopo la fine della vicenda narrata da Čechov ne Il gabbiano. Masha, internata in un ospedale psichiatrico, ogni sera, da un baule della sua stanza, tira fuori gli abiti dei personaggi della vicenda: Kostja (il suo amato da cui è rifiutata), Irina Arkadina (la madre di Kostja), Nina (la ragazza che Kostja ama e da cui è rifiutato) e Trigorin (lo scrittore per amore del quale Nina rifiuta Kostja e che allo stesso tempo è amato da Irina Arkadina, sottraendo al ragazzo l'amore della madre). Come nella “camera dei sogni” de I giganti della montagna di Pirandello, la donna fa rivivere quella storia di amore e morte nel disperato e folle tentativo di mantenere in vita il suo innamorato, e quegli abiti, che nella sua mente erano un delirio, ora vengono indossati dagli attori che cominciano ad animarli ed a narrare il dramma» (Giancarlo Moretti)
Il gabbiano è uno fra i capolavori della drammaturgia di Čechov (insieme alle altrettanto celebri Zio Vanja, Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi) e di tutta la letteratura teatrale di fine Ottocento: Di tantoamoreprende il filo dei “sentimenti” di tale complessa trama, quello che connette fra loro i protagonisti della vicenda (Kostja, Nina, Irina Arkadina, Trigorin e Masha) in una catena di desideri, speranze e delusioni. Un tema, quello delle relazioni sentimentali fra i personaggi, non sempre messo abbastanza in evidenza nelle letture registiche che, nella maggior parte dei casi, si focalizzano sul tema del teatro e del metateatro della solitudine.
Di tanto amore non è solo uno spettacolo, bensì una sfida; non è tanto un prodotto da vendere quanto invece un'opera da realizzare nella sinergia di un gruppo; non è una fra le numerose libere interpretazioni di un classico in chiave moderna all'insegna dello stravolgimento o dell'occasionalità, ma il progetto di una scrittura a quattro mani per fondere il passato con il contemporaneo. È la voglia di scoprire la continuità del sentire.
La pièce è una prima assoluta ed è il frutto di un lavoro di molti anni effettuato dall’autore - il quale ne cura anche la regia - sul testo di Čechov. In esso si intrecciano due filoni che contraddistinguono il suo percorso di ricerca drammaturgica: l'amore e la follia.
Di tanto amore entra dunque all'interno del testo di Čechov per un suo significativo libero adattamento e riscrittura attraverso tagli ed inserimento di nuove scene, per una messa in scena volta a coglierne questo aspetto così “perturbativo” e rivelatore dell'essenza fragile vitalistica e tragica dell'animo umano. La cifra registica è in una ricerca di naturalezza onirica che porti lo spettatore dalla realtà al sogno, passando attraverso il perturbante. Parola, azione, gesto e musica in un'ambientazione stilizzata e minimalista, fondendo l'utilizzo di costumi d'epoca con la vitalità moderna.
Di tanto amore di Giancarlo Moretti, libero adattamento e riscrittura de Il gabbiano di Anton Čechov (drammaturgia e regia: Giancarlo Moretti; scene e costumi: Paola Salomon; interpreti: Simone Bobini, Giovanna Cappuccio, Ines Le Breton, Ornella Lorenzano, Alessio Maria Maffei, Natalia Simonova; produzione: Extravagarte - in coproduzione con il Teatro Trastevere) rimarrà in scena al Teatro Trastevere fino a domenica 5 maggio 2019.
La stagione 2018/19 del Teatro Trastevere proseguirà poi con Accattone di Pier Paolo Pasolini (regia: Enrico Maria Carraro Moda; compagnia I nani Inani), in scena da martedì 7 a domenica 12 maggio 2019.
Seguiranno Il non visto di Craig Wright (regia: Vox Animi), da giovedì 16 a domenica 19 maggio 2019, e Inventaria ix - La festa del teatro off, a cura di DoveComeQuando (produzione: Teatro Trastevere), da martedì 21 a domenica 26 maggio 2019.
La stagione si chiuderà con La cena aziendale di Adriano Bennicelli (regia: Leonardo Buttaroni), in scena da martedì 28 maggio a domenica 2 giugno 2019.
Ultima modifica il Domenica, 25/09/2022
Alessandro Poggiani
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