L’amore, Le Armi: Enea, Eroe Moderno al Teatro Nuovo di Napoli

Enea è il terzo momento di una trilogia, avviata nel 2017 con un lavoro sulle leggende dedicate alla nascita di Roma e proseguita nel 2021 con secondo spettacolo dedicato alla figura di Ulisse.
Il progetto triennale di valorizzazione del mondo classico propone spettacoli multidisciplinari con attori, musicisti e storici, in teatri greco-romani, riletture contemporanee di miti ed eroi classici.
Enea, l’eroe della responsabilità adulta, nella scultura allegorica di Bernini ci ricorda plasticamente il dovere verso i più fragili (siano essi gli uomini o la natura), il dovere di preservare la memoria (il padre Anchise) e, nello stesso tempo, quello di assicurare la continuità attraverso i figli (il figlio Ascanio): Enea porta sulle spalle il passato e protegge con la sua persona il futuro.
L’umanità di Enea ne fa, oggi, il nostro eroe. In questa contemporaneità fragile in cui l’umanità è chiamata a difendere se stessa (dalla pandemia) e il futuro dei propri figli (dalla crisi climatica), Enea è l’uomo che si sacrifica per assicurare un futuro alla propria stirpe.
L’amore, le armi: Enea, eroe moderno, da Eneide di Publio Virgilio Marone nella traduzione di Mario Ramous pubblicata da Marsilio e rivista da Dario Del Corno, è lo spettacolo che racconta tale straordinario percorso. Le rappresentazioni si affidano alle voci di Viola Graziosi e Graziano Piazza, alle musiche eseguite da Stefano Saletti & la Banda Ikona, alla testimonianza dello storico critico Giusto Traina, con la regia di Piero Maccarinelli, grazie alla collaborazione con Editori Laterza, che aiuteranno gli spettatori a contestualizzare Enea e le sue vicende (nella data di Cuma le voci saranno di Viola Graziosi e Giuseppe Sartori).
Virgilio declina in Enea l’amore in tutte le sue espressioni: da quello filiale e paterno (Ascanio, detto anche Julo, e Anchise) portati in salvo da Troia in fiamme, a quello coniugale (Lavinia) fino alla passione carnale e sensuale per Didone, abbandonata in nome di un impegno morale più alto, la fondazione di Roma e la creazione di una nuova stirpe, la Gens Julia. Enea è l’uomo giusto e il politico saggio che assolve ad una responsabilità più grande, complesso è quindi il rapporto con i nemici a cominciare da Turno e da Lauso, figlio di Mezenzio. Con Eurialo e Niso Virgilio racconta mirabilmente la forza dell’amicizia e di un amore che solo la morte può fermare.
Nell’incontro con Andromaca, Enea rivive la tragica fine di Troia e sente tutto il peso del suo destino, vorrebbe fermarsi, ma non è ancora tempo di pace. A Cuma Enea incontra la Sibilla che gli preannuncia guerre sanguinose in Italia, ma lo incoraggia. Enea, pronto ad affrontare i nuovi pericoli, chiede alla Sibilla di accompagnarlo nel regno dei morti, fino a riabbracciare suo padre Anchise.
Anche gli Dei nell’Eneide conoscono la passione e si schierano con i loro protetti, ma anch’essi devono sottostare al Fato che ha scritto la vittoria di Enea e la fondazione di Roma: Venere chiede a Vulcano di forgiare le armi per il figlio Enea, Giunone cerca in tutti modi di ostacolare Enea, Giove si pone come garante del compimento del Fato.
Pietas e onore, furore e orgoglio, il peso di un destino da compiere e il desiderio di pace, giustizia e misericordia, la responsabilità sociale e morale: le virtù di Roma.
Enea non è solo un eroe, è soprattutto il più umano degli eroi. Conosce la pietas e la compassione, ma ha ben chiaro che per governare bisogna sconfiggere i nemici. Insomma, Enea fondatore di Roma e L’Eneide come punto di partenza e speriamo di arrivo di una riflessione sulla tolleranza e l’empatia non inutilmente buoniste, anzi consapevoli della necessità dei conflitti per arrivare ad una pace e ad un governo che basi la sua forza proprio su tolleranza ed empatia.
Scrive il professor Giusto Traina: «Àrma virùmque canò, o forse no. Infatti, secondo alcuni grammatici antichi, l’Eneide cominciava in un altro modo. In fondo era un poema incompiuto, e Virgilio, in punto di morte, avrebbe voluto distruggere i rotoli di papiro (per fortuna andò diversamente). Ma Enea, di preciso, chi era? Come è noto era pius, devoto sia alla famiglia che agli dèi. La caduta di Troia lo costringe alla fuga, ma gli dei hanno per lui progetti grandiosi: obbligato ad abbandonare Didone a Cartagine, sbarca sulle coste del Lazio per gettare le basi di uno dei più grandi imperi dell’umanità. Non senza aver vinto un epico duello finale».
Per Enea i luoghi degli spettacoli, in quanto tappe del suo viaggio verso Roma, sono particolarmente evocativi: Cuma, la Grotta della Sibilla e poi Napoli. Il viaggio si conclude a Roma (Cavea del Parco della Musica “Ennio Morricone”) cosicché leggenda storia e poesia possano trovare una nuova sintonia.
L’amore, le armi: Enea, eroe moderno, da Eneide di Publio Virgilio Marone - traduzione: Mario Ramous, editore: Marsilio; rivista da Dario Del Corno; in collaborazione con Editori Laterza; direzione artistica e regia: Piero Maccarinelli; interpreti: Viola Graziosi, Graziano Piazza; musiche: Stefano Saletti & La Banda Ikona; intervento storico critico di Giusto Traina; produzione: Qacademy Impresa Sociale - sarà in scena al Teatro Nuovo di Napoli domenica 12 giugno 2022.
Le due repliche saranno giovedì 1° settembre 2022 - Parco Archeologico dei Campi Flegrei sito di Cuma (Pozzuoli) all’interno di FIRE (Festival internazionale della Rotta di Enea), con Viola Graziosi e Giuseppe Sartori - e martedì 20 settembre - Cavea del Parco della Musica “Ennio Morricone” in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma.
Ultima modifica il Sabato, 11/06/2022
Alessandro Poggiani
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