L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht al Teatro Quirino

«Nell’Anima buona di Sezuan c’è un piccolo popolo di abitanti di un luogo che è tutti i luoghi del mondo: essi appaiono come buffi, straniti e imperiosi ‘personaggi’ più veri e precisi che nel mondo reale. Nel mio spettacolo sarà forte l’influenza del mio Maestro: soprattutto nel concetto che l’essere umano si rappresenta perché, attraverso la rappresentazione, qualcuno lo capisca, lo accolga, lo compianga e forse gli dia una soluzione finale. Nell’Anima Buona c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri ma sempre raccontati con lo sguardo tenero e buffo di chi comprende. In questi anni durissimi solo il teatro può raccontarci dal di dentro, rendendoci consapevoli delle maschere ringhianti che stiamo diventando. Mettere in scena la meravigliosa parabola di Brecht risponde alla missione civile e politica del mio mestiere. Teatro civile, politico, di poesia» (Monica Guerritore)
Nella capitale della provincia cinese del Sezuan giungono tre dèi alla ricerca di qualche anima buona e ne trovano solo una, la prostituta Shen Te, che li ospita per la notte. Il compenso inaspettato per tale atto di bontà è una tonda sommetta, mille dollari d’argento, ossia, per Shen Te, la possibilità di vivere bene. Ma il compenso è accompagnato dal comandamento di continuare a praticare la bontà. La povera Shen Te apre una tabaccheria e si trova subito addosso uno sciame di parassiti, falsi e veri parenti bisognosi, esigenti fino alla ferocia, da cui è costretta a difendersi. Per farlo, una notte, si traveste da cugino cattivo, Shui Ta, spietato con tutti. A complicare la situazione però interviene l’amore…
L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht (regia: Monica Guerritore;traduzione: Roberto Menin;assistente alla regia: Ludovica Nievo; regista assistente: Leonardo Buttaroni; scene: da un’idea di Luciano Damiani; disegno luci: Pietro Sperduti; costumi: Valter Azzini; direttore allestimento: Andrea Sorbera; collaborazione musicale: Paolo Danieli; interpreti: Matteo Cirillo - Yang Sun, un aviatore senza lavoro/il falegname LinTo -, Alessandro Di Somma - Secondo Dio/il bambino/la vedova Li -, Vincenzo Gambino - Wang, un venditore d’acqua/il fratello zoppo -, Nicolò Giacalone - il barbiere Shu Fu/il marito -, Francesco Godina - il poliziotto/il nipote gagà/Primo Dio -, Monica Guerritore - Shen Te alias Shui Ta -, Diego Migeni - Terzo Dio/la Signora Mi Tzu - Lucilla Mininno - Signora Yang/la moglie; produzione: La Contrada Teatro Stabile di Trieste/ABC Produzioni), scritto fra il 1938 ed il 1940 (debuttò in prima assoluta a Zurigo nel febbraio 1943), omaggio a Giorgio Strehler (1921-1997), che la portò in scena al Piccolo di Milano nel 1981, rimarrà in scena al Teatro Quirino fino a domenica 10 novembre 2019.
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Ultima modifica il Sabato, 24/09/2022
Alessandro Poggiani
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