L’eco della falena di Cantiere Artaud al Teatro Studio di Rovigo

«Il lavoro L’eco della falena della promettente compagnia Cantiere Artaud riflette, invece, su un altro modo di intendere la temporalità, più paradossale e sfidante, ma proprio per questo anche più interessante» (Enrico Piergiacomi, «Gagarine Magazine»)
Debutta venerdì 11 settembre al Teatro Studio di Rovigo nell’ambito del Festival Opera Prima, L’eco della falena di Cantiere Artaud. Lo spettacolo, ideato e creato da Ciro Gallorano, vedrà sul palco Sara Bonci e Filippo Mugnai ed è stato realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.
L'eco della falena è una ricerca sul tempo come ricordo, memoria felice e traumatica, che si trasforma in assenza e mancanza. Un tempo che scorre e porta via le persone care, che cura e invecchia il corpo, che trasforma le azioni in abitudini, un tempo che vorremmo possedere con violenza, ma che scivola via dalle mani e sovente si trasforma in paura del futuro in quanto ignoto.
Anime in attesa, ispirate alla vita ed alle opere di Virginia Woolf (1882-1941) si materializzano in scena svelando allo spettatore/spettatrice la loro melanconica natura. La grande scrittrice britannica entra spesso in conflitto con l'entità “tempo” e si confronta tale elemento meschino che deteriora i suoi personaggi - sia sotto il profilo emotivo sia sotto quello fisico - in Gita al faro, Mrs Dalloway, Orlando, Le onde.
Nonostante i riferimenti letterari, non ci sono personaggi né storia, ma figure ed un luogo. Una donna guida lo spettatore nei meandri della sua stanza, che va a rappresentare il suo mondo interiore. Sul fondo della camera, due grandi porte chiuse che rappresentano il futuro, uno spazio-tempo sospeso che ci invita ad immaginare che cosa ci sia oltre. La donna, forse per paura di ciò che non conosce, non riesce ad aprirle. Ma le porte si apriranno inevitabilmente per portare alla luce la memoria.
In scena ci sono pietre - strumento di punizione ma anche simbolo della costruzione - ed acqua (sorgente di vita ma anche elemento di morte - Virginia Woolf si è suicidata nel fiume Ouse) che con il tempo corrode ed arrugginisce gli oggetti.
Cantiere Artaud è un collettivo di ricerca teatrale fondato ad Arezzo nel 2016 da Sara Bonci e Ciro Gallorano. Nel 2020 la compagnia è stata riconosciuta dalla Regione Toscana come giovane formazione di prosa. Il nome dell'Associazione sottolinea la volontà di essere sempre pronti a nuove sperimentazioni e vuol esser un omaggio ad Antonin Artaud (1896-1948).
Fra i lavori più significativi ricordiamo 318: better together, spettacolo prodotto da Città di Figline e Incisa Valdarno, Teatro Comunale Garibaldi, Cantiere Artaud e Arca Azzurra Formazione; I brandelli di luce che ci rimangono; Frammenti, selezionato per il progetto "Cantieri" del Teatro dei Venti e andato in scena al Trasparenze Festival 2018; L'eco della falena, tra i vincitori del programma “Per Chi Crea” 2018 promosso dal MiBACT e gestito da SIAE.
Quello di Cantiere Artaud vuol esser il luogo della riscoperta degli archetipi, dei valori catartici, secondo l'idea per cui la verità risieda nel simbolismo e nel rito. Allo spettatore/spettatrice viene chiesto di lasciarsi condurre in un labirinto fatto di silenzi ricchi di significato ed ombre, suoni primordiali e piccoli gesti che portano con sé una qualità poetica.
L’eco della falena di Cantiere Artaud (regia e scene: Ciro Gallorano; interpreti: Sara Bonci, Filippo Mugnai; disegno luci: Federico Calzini, C. Gallorano; produzione: Cantiere Artaud; residenze artistiche: Teatro Comunale di Bucine/Diesis Teatrango, Teatro Verdi di Monte San Savino/Officine Cultura; con il sostegno di: Regione Toscana - Settore Spettacolo, MIBACT, SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”) andrà in scena venerdì 11 settembre 2020 al Teatro Studio di Rovigo.
Ultima modifica il Giovedì, 22/09/2022
Alessandro Poggiani
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