L’Italia è una Repubblica affondata sul lavoro 3,5 di Betta Cianchini al Roma Fringe Festival

«Se noi non parliamo, se rimaniamo in silenzio… chi racconterà?» (Primo Levi)
Perché “3,5”? Perché «in Italia è di 3,5 la media delle persone che muoiono ogni giorno sul posto di lavoro». E sono quasi milletrecento le madri che perdono i loro figli.
Lo spettacolo, di agilissimo allestimento, è pensato per i teatri, le piazze e sarebbe particolarmente adatto anche perle fabbriche.
Una madre, come in un “flashback a ritroso”, racconta la storia della morte - sul luogo del lavoro – di suo figlio.
Siamo al dopo funerale di Massimo, giovane operaio morto sul posto di lavoro. È la madre a parlare con i suoi amici. Racconta di lui. Ha volutamente lasciato fuori i giornalisti della televisione e «la gente importante - la gente che conta... che conta i morti… i morti ammazzati sul lavoro».
Improvvisamente ci troviamo alla festa per l’assunzione di Massimo. L'atmosfera è gioiosa. La madre è orgogliosa e felice. Massimo è giovane, ma ha già un lavoro ed avrà la tredicesima. Lavorerà in una ditta appaltatrice. Quelle ditte che, a parità di servizi, costano meno e, come è tristemente noto, ciò va a detrimento della sicurezza (della «gente importante»? Della «gente che conta»? Neanche per idea. Fossero matti. Ovviamente stiamo parlando della sicurezza dei lavoratori. Quelli che, in alcuni casi, quasi quasi vengono accusati loro, dopo che sono morti, di non aver prestato abbastanza attenzione mentre stavano lavorando). Ma di tutto questo sua madre ancora non è a conoscenza.
Ed eccoci ancora una volta indietro nel tempo. Lei, la madre, è “al settimo cielo”. Aspetta un figlio: Massimo. E si domanda come sarà, che cosa farà da grande. Lei vuole solo che sia felice. Che faccia solo quello che gli piace. Ma la “madre della morte bianca” ha fatto uno strano sogno.
Uno “spettacolo-verità” a testimonianza di tante (troppe) “brutte storie italiane” che andrà a “disturbare la corta memoria” di chi non vuole ricordare. E lo farà nei luoghi deputati alla scomparsa.
Maria, la madre di Massimo, racconta perché «Tutti lo devono sapere. Lo devono sapé tutti quello che è successo a mio figlio».
E così vive e combatte con le parole. Armi bianche contro morte bianca.
L’Italia è una Repubblica affondata sul lavoro “3,5” di Betta Cianchini (regia: Alan Bianchi; interpreti: Marina Pennafina - la madre di Massimo al suo funerale -, B. Cianchini - la madre di Massimo alla festa per l’assunzione -, Chiara Becchimanzi - la madre in dolce attesa; grafica: Alessia Cianchetti; costumi: Tata; ufficio stampa: Madia Mauro; produzione: Le Funambole) sarà in scena al Roma Fringe Festival presso La Pelanda Macro Testaccio venerdì 10 e sabato 11 gennaio 2020.
Ultima modifica il Sabato, 24/09/2022
Alessandro Poggiani
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