Mia cara Mimì: intervista a Raffaele Pandolfi. Il progetto e il ricordo della grande artista

Mia cara Mimì: intervista a Raffaele Pandolfi. Il progetto e il ricordo della grande artista
Raffaele Pandolfi è ideatore e direttore artistico di “Mia cara Mimì”, l'atteso spettacolo musicale la cui messa in scena era prevista il 16 aprile al Nuovo Teatro Orione di Roma. L'emergenza sanitaria ha inevitabilmente costretto ad annullare questo appuntamento e a rimandarlo, per la seconda volta a distanza di un mese, al prossimo autunno.

Mia cara Mimì è un progetto importante che non solo rappresenta un intenso tributo in musica alla grande artista, ma promuove la solidarietà e l'impegno concreto a favore delle donne vittime di violenza. Come nasce e quali gli artisti coinvolti?

Mia Cara Mimì nasce nel 2014 su richiesta della Fondazione Mia Martini, oggi non più attiva. Il progetto vuole essere prima di tutto una festa speciale in onore di una grande donna e soprattutto una grande artista: Mia Martini. Un omaggio a brani rimasti nel cuore di tante generazioni, una serata evento in cui tanti amici artisti si mettono a disposizione per regalarci una loro interpretazione. Una serata ricca di valore artistico, ma anche e soprattutto di valore sociale. Vogliamo che la nostra serata e il nostro impegno siano in prima linea nella lotta per i diritti delle minoranze e in particolare delle donne, impendendo che la violenza e l'indifferenza mettano a tacere la sofferenza di tante.

Gli artisti sono tanti, ovviamente questo momento difficile che stiamo vivendo ci ha fermati, ma messi solo in pausa per tornare più carichi di prima. Coinvolti una quarantina di artisti tra cui i Baraonna, Samantha Discolpa, Stefania Fratrepietro, Valeria Monetti, Milly Ascolese, Davide Misiano, Claudia Portale e tanti altri, che si alterneranno sul palco dello storico Nuovo Teatro Orione di Roma. Il nostro è semplicemente un invito tra tutti gli amici che da sempre hanno sostenuto il progetto ma soprattutto innamorati di Mimì, diversi per età e stile in modo da rendere la serata dinamica anche per le scelte stilistiche e di arrangiamento diversificate e studiate dal maestro Marco Bosco.

 

Mia Martini ci lasciava 25 anni fa. Quanto manca oggi e quale il suo contributo più grande alla musica italiana?

Mia Martini era una donna riservata e complessa, ma allo stesso tempo semplice. Un'artista viscerale. Concordo con un pensiero di Ornella Vanoni proprio su Mimì: "Quando cantava la sua intensità espressiva era enorme, come se si aggrappasse alla musica per sopravvivere".

Oggi, dopo 25 anni, ancora le sue canzoni e le sue interpretazioni emozionano, sono nella cultura musicale di molte generazioni. Tutti vogliono cantarla, tutti vogliono ascoltarla, questo vuol dire che di lei abbiamo ancora un enorme bisogno, perché Mimì arriva all'anima oggi come ieri. Manca di lei troppo e la prova è che si cerca in ogni modo di trovare una sua erede. Ma di Mimì ne abbiamo avuta solo una e devo dire, con dispiacere, che non ce la siamo saputa tenere. È nell'assenza che si sente la mancanza, peccato.

 

Lo spettacolo vede annullata anche la data del 16 aprile. Emergenza sanitaria permettendo, quando andrà in scena e cosa lascerà, secondo te, agli spettatori?

Con Carlo Oldani e Claudio Romano Politi, direttori del Nuovo Teatro Orione ma soprattutto amici che hanno sposato da subito questo progetto partecipando anche attivamente con dei loro testi appositamente scritti, pensavamo ad ottobre. Sperando che si rientri da questa urgenza sanitaria che ha devastato il nostro Paese, la nostra sanità e, di conseguenza, il nostro settore.

Cosa lascerà agli spettatori? Toccherà il cuore perché la musica di Mimì è universalmente un vortice di emozioni.

 

 

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Ultima modifica il Giovedì, 16/04/2020