MPOC/ I Podcast a cura di Giovanni Arezzo

«La morale è la debolezza del cervello» (Arthur Rimbaud)
Nell’ambito del caleidoscopio teatrale del nuovo contenitore indipendente “Atlantide 2.0.2.1”, abitato da artisti della scena teatrale contemporanea, appuntamento ogni giovedì a mezzanotte con la prima stagione di MPOC / I Podcast, a cura di Giovanni Arezzo, tratta da Musica per Organi Caldi di Charles Bukowski (1920-1994)
Le pagine delicatissime e fuori dagli schemi del celebre poeta e scrittore dall’animo inquieto, maledetto e profondo, approdano su Spotify e seducono con leggerezza, con la freschezza di un pensiero libero, anarchico, coloratissimo, che fa da contraltare al pesante grigio che riempie ogni ora della nostra vita, provando a farci beffa del gusto che ogni quotidiana sconfitta ci lascia, del senso di solitudine. Perfino della morte.
Lo studio su MPOC / I Podcast, prevede la creazione di trentasei podcast (uno per racconto, divisi in quattro stagioni da nove racconti ciascuna, mixati e masterizzati da Emanuele e Giuseppe Senia), in cui la voce di Giovanni Arezzo dà anima, corpo e umore alle parole di Bukowski, strisciando su tappeti sonori creati ad hoc da musicisti e producer. Ogni puntata è infatti accompagnata da una soundtrack e da una copertina realizzate appositamente da musicisti e illustratori (diversi per ogni racconto).
I podcast usciranno per nove settimane consecutive, come un singolo musicale, a mezzanotte del giovedì, e verranno preceduti ogni lunedì da un video, “MPOC / Making Of”, all’interno del quale si avrà la possibilità di “spiare” la fase del processo di studio e di scambio artistico tra i vari creativi coinvolti, entrando - con la telecamera di un iPhone - negli strani arresti domiciliari che decine di artisti stanno, loro malgrado, vivendo.
Una vera e propria docuserie che accompagna i podcast, svelandone retroscena, incuriosendo gli ascoltatori e affascinando con piccoli dettagli che rimandano alla cifra stilistica ed all’essenza di Bukowski.
La celebre raccolta di racconti dello scrittore, che affrontano i temi centrali della sua poetica - come il bere, le donne, il gioco d’azzardo e la scrittura - prendono vita attraverso la voce ed i suoni a ricreare atmosfere suggestive, sempre originali. Viaggi acustici fra personaggi, situazioni, debolezze umane, malinconie, cinismo, perversioni, erotismo, solitudine, corpi, umori, in uno spartito vocale sofisticato, amaro, forte, “caldo” ed affascinante. Una piacevole evasione mentale e sensoriale.
Il prossimo appuntamento sarà giovedì 8 aprile a mezzanotte con Una coppia di gigolò, interpretato da Giovanni Arezzo, su musica di Emanuele e Giuseppe Senia e copertina ad opera di Peppe Occhipinti.
“Atlantide 2.0.2.1.” nasce dall’ideazione e il coordinamento artistico di Elena Arvigo la quale, in compagnia di circa trenta artisti ed attori, ed attraverso podcast, video, live streaming e rave teatrali notturni, ha creato l’occasione per condividere performances, letture, racconti e libere interpretazioni con il fine di rispondere alla domanda “Dov’è il teatro?”. Una delle possibili risposte è che il teatro sia là dove ci sono gli attori. Qui nessuna possibilità è esclusa per nuove ipotesi di drammaturgia, riscrittura e rappresentazione. I progetti possono differir molto fra loro per forma e complessità. Ogni progetto avrà come obiettivo la propria vitalità, e la restituzione alla comunità “virtuale” verrà intesa come opportunità per gli artisti coinvolti di condividere con il pubblico parti del processo creativo - in una sorta di cantiere aperto - o l’opera finita. Per alcuni la restituzione avverrà con progressivi avvicinamenti performativi, per altri ci sarà la consegna dell’opera finita, per altri ancora è prevista la forma documentaristica o di inchiesta per meglio comprendere la realtà che ci circonda, o ancora altre possibilità da immaginare. I progetti sono autofinanziati dagli artisti e frutto della loro collaborazione.
Giovanni Arezzo è un attore siciliano diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.
Nell’estate del 2007, un anno dopo il diploma, riceve una menzione speciale al Premio Hystrio alla Vocazione, «per l’ottima padronanza dei mezzi espressivi e la curiosità intellettuale». Lavora principalmente in teatro: negli anni, ha recitato diretto da Silvio Peroni (The Aliens, Il giorno del mio compleanno - Khora Teatro / Compagnia Mauri Sturno), Guglielmo Ferro (Pensaci, Giacomino, I Malavoglia - Teatro ABC di Catania), Simone Luglio (La nuova colonia - Teatro Stabile di Catania), Fabrizio Falco (Il misantropo - Teatro Biondo di Palermo) e molti altri. Dal 2016 porta in giro Chet! un monologo sulla vita del trombettista Chet Baker, scritto e diretto da Laura Tornambene. Nel 2016 esordisce alla regia con Natura Morta in un fosso di Fausto Paravidino e, nel 2019, dirige Girasoli, spettacolo finalista di vari Premi Nazionali. Parallelamente alla sua carriera di attore, ha sempre coltivato la passione per la scrittura, scrivendo e interpretando decine di canzoni con lo pseudonimo di Soulcè, e partecipando a vari Poetry Slam (competizioni di poesia performativa) in giro per l’Italia, vincendo le selezioni siciliane per il Campionato Nazionale Ufficiale LIPS (Lega Italiana Poetry Slam) del 2019, e arrivando fra i primi sei alla finale nazionale. Per il teatro ha scritto alcuni brevi monologhi, come Sofficini e Mi chiamo Garrincha, oltre che un po’ di soggetti, alcuni belli e altri meno.
3112, primo episodio di quella che sarà “La Trilogia del Capodanno”, è la sua opera prima, scritta fra la primavera e l’estate 2020, durante il workshop di scrittura teatrale di Rosario Palazzolo “Opificio Incanto”.