Musicarello shock di Matilde D’Accardi debutta al Teatro Lo Spazio

Fino al 15 maggio il Teatro Lo Spazio accoglie le suggestive atmosfere di Musicarello shock, spettacolo musicale di Matilde D’Accardi, con Valentina De Giovanni.
«Farai come ti pare quando ti sposerai!». Italia 1960. In una cittadina di provincia, una ragazza prigioniera delle rigide regole paterne sogna di esser “salvata” dall’amore, quello “meraviglioso” e “senza fine” di cui parlano le canzoni (lo spettacolo si apre proprio con Senza fine di Gino Paoli). Ma solo una volta sposata scoprirà chi è e cosa vuole davvero ed imparerà a lottare per la sua realizzazione.
Liberamente ispirato alla vera storia della prima divorziata d’Italia e di molte altre delle nostre madri, questo monologo musicale racconta le vicende, i pensieri e le emozioni di molte ragazze del cosiddetto “Boom economico” degli anni Sessanta e che, ancora oggi, suonano tremendamente attuali.
Attraverso brani che hanno reso immortale la musica leggera italiana negli anni Cinquanta, Sessanta e dell’inizio dei Settanta, Musicarello shock ricostruisce con ironia e nostalgia (senza prendersi mai sul serio sia pur facendo sempre sul serio) la battaglia per la legalizzazione del divorzio nel Bel Paese - che nel 2020 ha compiuto il suo cinquantesimo anniversario (la legge 898 del 1° dicembre 1970, entrata in vigore il 18 dicembre dello stesso anno e che, fortunatamente, i democristiani non riuscirono a far abrogare, grazie alla vittoria dei NO al referendum abrogativo che si svolse tre anni e mezzo dopo circa, il 12 e 13 maggio 1974) - e la trasformazione di mentalità che ha aperto la strada all’emancipazione delle donne italiane ed al riconoscimento dei loro diritti.
Musicarello shock racconta di una voce di donna che si libera. All’inizio è interiore, casalinga, inconsapevole; poi, a poco a poco, si esteriorizza, diventa pubblica, politica. La vicenda di Nora, magnificamente interpretata da Valentina De Giovanni, ripercorre - direttamente e indirettamente - gli eventi sociali, culturali e istituzionali che hanno contraddistinto la storia della modernizzazione italiana e che, come scrive Fiamma Lussana nel saggio L’Italia del divorzio. La battaglia fra Stato, Chiesa e gente comune (1946-1975) (Carocci, Roma 2014) – pubblicato due anni dopo un altro interessante libro di F. Lussana, ovverosia Il movimento femminista in Italia. Esperienze, storie, memorie (Carocci, 2012) - hanno portato l’opinione pubblica ad abbandonare formalmente il principio di indissolubilità del matrimonio.
Oltre a ciò, lo spettacolo prova a fare luce – riuscendoci in maniera molto efficace - su uno scarto di pensiero fondamentale per l’emancipazione femminile, ovverosia la messa in dubbio del mito dell’amore monogamico romantico come unico destino degno nella vita di una donna: una follia totale, ma, in quegli anni, un mito che veniva rinnovato, modellato e immortalato proprio dalla musica leggera nostrana. In Musicarello shock, le canzoni pop, proprio come nel genere cinematografico il titolo fa riferimento, rappresentano infatti il vero fulcro drammaturgico e spettacolare. Non fanno solo da contraltare agli eventi della trama, ma aprono, conducono e portano a compimento la narrazione, inscenando una storia parallela e facendo suonare i sentimenti della collettività.
Cantando, Valentina De Giovanni invita a ricordare le parole d’amore con cui sono cresciute le nostre madri ed a riflettere su tale eredità, oltre che a divertirci ed emozionarci di nuovo insieme, nella vicinanza fisica. Perché, e questo è un messaggio fondamentale dello spettacolo, la musica è un mezzo espressivo e comunicativo straordinario, che, anche nei momenti di più grande repressione, e sofferenza può aiutarci a veicolare all’esterno le nostre emozioni e a sentirci gli uni con gli altri.
Da antologia - nonché molto toccanti - le due scene finali, con Nora che, il 30 novembre 1970, prega la nonna scomparsa affinché la legge 898 venga approvata - legge alla quale, negli otto anni successivi, seguiranno la 151 del 19 maggio 1975 (Nuovo diritto di famiglia) e la 194 del 22 maggio 1978 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza) - ed il suo avviarsi verso una nuova vita sulle note di Il mondo di Jimmy Fontana.
Due scene in cui Valentina De Giovanni fonde perfettamente le sue superlative abilità canore (chi l’ha vista e sentita interpretare le canzoni di Gabriella Ferri in Sono partita di sera di Betta Cianchini capirà subito cosa intendo) con la sua bravura d’interprete drammatica.
Uno spettacolo profondo e molto efficace nel ricordarci da dove veniamo: da un Paese, l’Italia, che fino ad epoche non molto lontane è stato, sotto vari profili un Paese medioevale e di arretratezza invereconda (ricordiamo la Legge 442 del 10 agosto 1981 - Abolizione del cosiddetto “delitto d’onore” - e la Legge 66 del 15 febbraio 1996 - Violenza sessuale -, ovverosia la legge con la quale, con molti decenni di ritardo, la violenza sessuale passò da “reato contro la morale a “reato contro la persona”).
Ed altrettanto efficace nell’esortarci a proseguire il cammino senza mai tornare indietro, senza mai rischiare di mettere in discussione le conquiste degli anni Settanta. Perché, volendo citare nuovamente Il mondo di J. Fontana - canzone che non a caso chiude lo spettacolo - «Il mondo non si è fermato mai un momento / la notte insegue sempre il giorno / ed il giorno verrà»
Musicarello shock di Matilde D’Accardi - regia: M. D’Accardi; interprete: Valentina De Giovanni; drammaturgia musicale: V. De Giovanni; costumi: Manuela Stucchi; luci: Camilla Piccioni - rimarrà in scena al Teatro Lo Spazio fino a domenica 15 maggio 2022.
Ultima modifica il Sabato, 14/05/2022
Alessandro Poggiani
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