Nel ventre, di Antonio Mocciola al Teatrosophia

Lo spettacolo è ispirato a fatti realmente accaduti: nel 1987, nell'indifferenza generale dei media, chiuse l’ultima miniera di zolfo in Italia. Si trovava in Sicilia, nel nisseno. Anni prima, trentacinque minatori persero la vita per annegamento, a seguito di un forte nubifragio nella zona.
In un monologo serrato e senza momenti di tregua, rivive la voce dell'ultimo zolfataro, Sebastiano. Un ragazzo che entra “caruso” (ragazzino) ed esce uomo, attraverso lancinanti esperienze di vita e lavoro, che lo forgeranno e lo cambieranno inevitabilmente. Costretti a lavorare dall’alba al tramonto, senza tregua, i minatori siciliani erano privati degli abiti, di ogni minimo diritto umano e con paghe da fame nera. Uno scandalo protratto per secoli, fino alle chiusure degli impianti, che hanno lasciato disoccupazione e desolazione all'interno dell'isola.
Le parole di Antonio Mocciola e la regia di Marco Medelin fanno rivivere l’incubo di un ragazzo qualunque, intrappolato in un inferno che non aveva previsto, vittima del sogno di un progresso solo illusorio, e di un’indipendenza che non avrà mai. Salvo Lupo, giovane attore siciliano, recita dall’inizio alla fine completamente nudo, così come lo erano questi lavoratori nel ventre della terra, rendendo ancora più scabroso e crudele il racconto di Sebastiano, le cui parole pesano come macigni sulla coscienza di un’Italia perduta, assassina di migliaia di suoi incolpevoli figli.
Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia
Nel ventre di Antonio Mocciola - adattamento e regia: Marco Medelin; interpreti: Salvo Lupo - sarà in scena al Teatrosophia fino a domenica 18 dicembre 2022 (orario: da giovedì 15 a sabato 17, ore 21.00; domenica 18, ore 18.00).
Ultima modifica il Martedì, 13/12/2022
Alessandro Poggiani
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