Nemico mio al Teatro de’ Servi

Luglio 1943: la radio annuncia lo sbarco degli angloamericani in Sicilia e regala una ventata di speranza in un variegato gruppo di giovani soldati ricoverati nell’ospedale da campo di Nettuno: l'atmosfera è di gioia, mista ad una più che giustificata ansia per quello che potrà accadere. Così si apre Nemico mio, la commedia romantica scritta da Clelio D’Ostuni, Daniele Locci e Daniele Trombetti che sarà in scena al Teatro de’ Servi dal 7 al 26 novembre.
Al centro della storia che tuffa gli spettatori in un drammatico periodo del nostro Paese, troviamo Aurelio (Marco Russo), un ragazzo genuino, onesto, pronto a scherzare e anche a innamorarsi. Dopo tre mesi di coma si risveglia miracolosamente ed è folgorato dalla bellezza di Anna una crocerossina molto particolare (Carlotta Maria Rondana). È un colpo di fulmine, ma forse anche qualcosa di più, come se nel suo inconscio ci fosse qualcosa che lo lega profondamente a lei.
Ad accompagnare le sorti del nostro eroe romantico troviamo, oltre al dottore (Clelio D’Ostuni) ed alla suora capo sala (Sara Miele), un simpatico trio di compagni di stanza: Armando (Daniele Locci) , Rodolfo (Daniele Trombetti) e Carmelo (Francesco Mantuano). È attraverso i loro sguardi, i loro gesti, soprattutto le loro parole che viene riproposta la situazione in cui versano l’Italia e la sua gente. Prevalgono l'ironia, lo sforzo di non drammatizzare mai perché a una realtà terribile si deve sempre opporre la speranza. E questa, nell'ospedale di Nettuno, non si spegne mai, non fosse altro perché “l'americano c’ha er core caldo” e perché è sbarcato portando anche “er cevingam”.
Tra colpi di scena e salti temporali - il secondo atto si svolge a guerra ormai finita - lo spettacolo vuole sottolineare la bellezza e la semplicità di certe emozioni che, se da un lato rigettano indietro anche la tragedia della guerra, dall'altro si confondono con quelle che scaturiscono da momenti chiave della storia italiana moderna, come l'inizio del processo che porterà al varo della Costituzione di cui ci si appresta a festeggiare il settantesimo compleanno.
«Il titolo Nemico mio ha un doppio significato», ha dichiarato Daniele Trombetti, uno fra gli autori del testo. «Da una parte fa riferimento alla guerra fratricida che si trovarono a combattere gli italiani dopo l’armistizio; dall’altra un gioco di parole, anche con la storia: Aurelio soldato fascista si innamora di Anna una partigiana, in un momento storico in cui l’amore probabilmente non veniva neanche contemplato, ma che in fondo rimaneva l’unica risposta possibile. Nemico mio è una speranza, un desiderio, un futuro».
Nemico mio di Clelio D’Ostuni, Daniele Locci e Daniele Trombetti (regia di Daniele Trombetti; interpreti: Clelio D’Ostuni, Daniele Locci, Francesco Mantuano, Roberta Marcucci, Carlotta Maria Rondana, Marco Russo, Daniele Trombetti) rimarrà in scena al Teatro de’ Servi fino a domenica 26 novembre 2017.
La stagione 2017/2018 proseguirà con Il club delle vedove (in scena da martedì 28 novembre a domenica 17 dicembre 2017) di Ivan Menchell (regia: Silvio Giordano; interpreti: Caterina Costantini, Lorenza Guerrieri, Marina Occhiena; Luca Ricalzone, Carlo Ettorre).
Seguiranno 39 Scalini (in scena da martedì 19 dicembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018), versione teatrale (adattamento: Patrick Barlow; regia: Leonardo Buttaroni; interpreti: Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Yaser Mohamed, Marco Zordan) del celebre romanzo dello scrittore scozzese John Buchan, da cui, nel 1935, fu tratto l’omonimo film inglese (conosciuto anche con il titolo Il club dei 39) di Alfred Hitchcock interpretato da Robert Donat, Madeleine Carroll e Godfrey Tearle;
Prestazione occasionale (in scena da martedì 9 a domenica 28 gennaio 2018) di Francesco Brandi (regia: Francesco Brandi; interpreti: Antonella Questa, Massimo Brizi, Corrado Giannetti ed il resto del cast da definire);
La storia d’Itaglia (in scena da martedì 30 gennaio a domenica 18 febbraio 2018) di Alessandro Tirocchi e Maurizio Paniconi (regia: Marco Simeoli; interpreti: Daniele Derogatis, Valeria Monetti, Maurizio Paniconi, Alessandro Tirocchi);
Freddy aggiustatutto (in scena da martedì 20 febbraio a domenica 11 marzo 2018 - oltre che in una tournée di circa cinquanta spettacoli in giro per l’Italia) di Lorenzo Riopi e Tobia Rossi (regia di Roberto Marafante), la commedia vincitrice della quinta edizione di “Una commedia in cerca di autori”, la competizione per gli under 40 ideata da La Bilancia Production. Nelle precedenti edizioni, a vincere il premio erano state Solo sei bottiglie di Federico Basso, Ti presento papà di Giuseppe della Misericordia, Il capo dei miei sogni di Sara Palma e Daniele Benedetti e, nella stagione 2016/17, Bedda maki di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano.
Si proseguirà con Prigionieri al 7 piano (in scena da martedì 13 marzo a domenica 1 aprile 2018) di Maria Letizia Compatangelo (regia: Donatella Brocco; interpreti: Gianna Paola Scaffidi, Rosario Galli, Elia Paniccia);
Che classe (in scena da martedì 3 a domenica 22 aprile 2018) di Veronica Liberale (regia: Marco Simeoli; interpreti: Veronica Liberali, Fabrizio Catarci, Antonia Di Francesco ed il resto del cast da definire);
Claustrofobia (in scena da martedì 24 aprile a domenica 13 maggio 2018) di Gianni Quinto (regia: Alberto Ferrari, interpreti: Gabriele Carbotti, Fabrizio D’Alessio)
La stagione si chiuderà con la girandola di colpi di scena, fra sospetti, amicizia e innamoramenti, de L’inquilino di Enzo Casertano (regia: Roberto D’Alessandro; interpreti: Enzo Casertano, Massimo Pagano, Maria Chiara Cimini), che sarà in scena da martedì 15 maggio a domenica 3 giugno 2018.
Grande spazio agli autori italiani, che firmano dieci fra i dodici spettacoli in cartellone. Uniche eccezioni sono i già citati Il club delle vedove di Ivan Menchell e 39 Scalini di John Buchan.
Il Teatro de’ Servi, che nell’aprile 2017 ha compiuto sessant’anni, prosegue di slancio lungo la linea delle passate stagioni non modificando il “menù” proposto al pubblico, ma rinforzandolo e rinnovandolo grazie a quella volontà di sfuggire alla “gravità” intesa come paura di sorridere che il teatro ha voluto rappresentare con l’immagine del cosmonauta. Un cosmonauta che sa - e vuole - guardare lontano. Deciso ad ogni costo a conoscere, ma anche a divertirsi ed a far divertire.
Ultima modifica il Lunedì, 26/09/2022
Alessandro Poggiani
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