NON CI RESTA CHE…RIDERE alla Sala Umberto

La storia narra le vicende di un famoso trio comico che, dopo anni di fortuna calcando teatri, programmi televisivi e film per il cinema, si separa per una “questione” d’amore, facendo sfumare per sempre la ricchezza sia economica che artistica del gruppo.
Anni dopo, invitati dal più grande impresario teatrale italiano a rimettere in piedi il trio per il debutto al Gran Teatro di Roma, dopo una serie di indecisioni, contraddizioni e scontri, arrivano a una decisione: si torna in scena! Ma lo fanno soprattutto per motivi economici!
Ritrovarsi non è tutto rosa e fiori e presto le vecchie questioni tornano a galla. Ciò che era stato “soffocato” ora rischia di compromettere tutto. La protagonista, Sara, con la sua forza di volontà, riesce a mantenere la situazione aiutata da Umberto, ultimo componente del gruppo, e da Natalino, il loro vecchio impresario, balbuziente.
Vicende divertentissime ed emozioni fondate sull’amicizia, caratterizzano questa commedia scoppiettante, con un cast straordinario e divertentissimo.
«È da anni che conservo questa commedia nel “famoso” cassetto e non sono mai riuscito a trovare il cast giusto per affrontare un tema così bello come quello legato all’amicizia. Il nostro settore è pieno di attori comici bravissimi ma non tutti possiedono una grande sensibilità. Francesco Procopio, Enzo Casertano, Maria Bolignano e Giuseppe Cantore rappresentano quello che per me oggi è definita la vera comicità. La storia narra le vicende di queste persone che un tempo erano considerate il top, coloro che potevano cambiare le sorti di un botteghino al cinema, degli ascolti televisivi di un programma e la vendita di biglietti in un teatro italiano», dichiara Antonio Grosso.
«La mia visione dello spettacolo sarà attualissima ma con un tocco di personalismo che strizza l’occhio ad un mondo teatrale “originale”; infatti non verrà rappresentata la “classica” scenografia. La scena sarà in grado di trasformarsi, di rendere ciò che è reale in surreale, catapultando lo spettatore in un gioco di luci e soprattutto di ritmi. Il dialetto, infine, è per me fondamentale e i nostri tre attori, parlano, forse, il dialetto più comico, musicale e ritmato che appartiene alla nostra tradizione: il napoletano!», conclude il regista.
E allora...non ci resta che ridere!
Ultima modifica il Lunedì, 10/01/2022
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