Scomposta di Marzia Ercolani al Teatro Lo Spazio

In scena in prima assoluta al Teatro Lo Spazio dal 6 all'8 maggio Scomposta, spettacolo di e con Marzia Ercolani, la quale ha orchestrato una vera e propria «variazione per organi scordati».
Scomposta è un debutto, una prima “stonatura”, un processo di esplorazione in fieri, uno “sconcerto” del corpo, uno sconcerto di organi. Nasce dalla condizione di “cattività” imposta durante il primo anno pandemico. La restituzione della potenza, della crudeltà e della bellezza che la solitudine e l’assenza portano in sé, una ricerca artistica affiorata durante i mesi di stravolgimento umano e sociale.
Dodici quadri ovvero stonature + un battito. Dodici maschere + un battito. Dodici organi che prendono parola + un battito.
Scomposta poiché il corpo non ha più un suo posto nel mondo, perché Marzia Ercolani non è “omologata” alla compostezza dell’immaginario sociale; è un’artista, teatrante, poliedrica, non identificabile in un unico percorso.
Scomposta perché le maschere e il teatro hanno bisogno di scomporsi e di reinventare pianeti.
Scomposta perché è ora che ogni organo del nostro corpo possa dire la sua.
«Dentro il sibilo degli organi scordati. Il gorgoglio del duodeno, l’accordatura di un ginocchio, il mugolio del polmone. Fuori la fanfara metropolitana. Dentro piccole pratiche preparatorie, l’intimo strimpellare senza pretese, il prova e riprova, confessioni minute. Quel prima. Quell’essere “quasi”. Mai pronta. Quella sbavatura che ci salva dalla perfezione della prontezza, quella impercettibile stonatura che restituisce la nostra personalissima voce», annota Marzia Ercolani.
«Spiare la milza, l’orecchio, la cistifellea, piangere assieme al ventricolo sinistro, alla terza vertebra lombare, ridere con il malleolo, con la narice destra, discutere con il fegato, complottare con la vulva, danzare con i seni, fiorire con le mani. Scompormi, scompormi, scompormi. Essere fuori posto, essere tutta intera solo nella scompostezza, nella complessità di suoni che mi concertano dentro, essere tutta versi, mille direzioni. Farsi dirigere dagli andantini dei piedi, gli allegretti del gomito, i notturni del cuore. Che altro?».
Gli organi prendono parola, in scena, mostrando la parte più vera e intima di noi stessi.
Scomposta di Marzia Ercolani - drammaturgia, mise en espace, scene, costumi, video, corpo, voce e organi scordati: M. Ercolani; assistenza: Luigi Acunzo; produzione: La Compagnia dei Masnadieri; progetto a cura di Atto Nomade Teatro con il sostegno di Mujeres nel Teatro - rimarrà in scena al Teatro Lo Spazio fino a domenica 8 maggio 2022.
Ultima modifica il Martedì, 03/05/2022
Alessandro Poggiani
Ultimi da Alessandro Poggiani
- Le mani di Baba di Umberto Ciccone allo Spazio Arteatrio
- Luoghi comuni. XIX settimana d’azione contro il razzismo
- Di notte è tutto più chiaro di Davide Garritano presentato a Spazio5
- Nella Biblioteca comunale di Sacrofano un incontro su beni culturali e calamità naturali
- La Storia a Processo! Colpevole o Innocente? a cura di Elisa Greco al Teatro Parioli