Zio Vanja di Čechov con Giuseppe Cederna al Teatro Duse

Giuseppe Cederna Giuseppe Cederna foto Ilaria Costanzo
Debutterà venerdì 3 febbraio 2023 alle ore 21.00 al Teatro Duse di Bologna - via Cartoleria, 42 - “Zio Vanja” di Anton Čechov, interpretato da Giuseppe Cederna, regia di Roberto Valerio.

«Questi personaggi non sono eroi o eroine, ma persone semplici che ci raccontano il semplice flusso della vita. Della vita di tutti noi. Ed è per questo che ci sentiamo così vicini ed empatici a queste anime smarrite. Le loro passioni sono le nostre passioni, i loro slanci, le loro delusioni sono le stesse emozioni che accompagnano la nostra vita. Ogni personaggio insegue un proprio pensiero, una propria ispirazione. Ognuno declama i propri sogni, le proprie sofferenze, che non si incontrano, però, mai con quelle degli altri personaggi. Parlano a sé stessi, come intrappolati in soliloqui che denunciano la loro incapacità di comunicare. Ogni personaggio anela al bello, al riscatto, all’amore: tutti però sono incapaci di agire». (Roberto Valerio)

La grande prosa torna al Teatro Duse di Bologna, con Zio Vanja di Anton Čechov, per la regia di Roberto Valerio che firma anche l’adattamento. Nel ruolo di Vanja Giuseppe Cederna, in quello di sua nipote Sonja Mimosa Campironi. Sul palco anche Pietro Bontempo, Massimo Grigò, Alberto Mancioppi, Caterina Misasi ed Elisabetta Piccolomini.

Valerio porta in scena un allestimento che oscilla fra sogno e realismo, fra malinconie cechoviane e pura energia. Essenziale la scenografia che, nello spazio vuoto, svela di volta in volta solo alcuni elementi onirici o iperrealistici: una vecchia credenza ed un tavolo, una botte di vino gigante per l’ubriacatura notturna, un pianoforte che ricorda l’infanzia di Elena, un albero di beckettiana memoria.

Quando si apre il sipario, siamo in una tenuta di campagna, c’è una tavola apparecchiata per il tè sotto a un vecchio pioppo, poco più in là un’altalena che scende dal cielo. L’atmosfera tranquilla e serena non rispecchia il tumulto interiore dei protagonisti. La vita quotidiana e monotona che Vanja, sua nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov conducono nella residenza di proprietà del professor Serebrjakov, viene stravolta dall’arrivo dello stesso illustre accademico e dalla sua bellissima seconda moglie Elena.

Come in Beckett i due clown Vladimiro ed Estragone attendono Godot, così i personaggi di Čechov attendono - anch’essi invano - la felicità e un futuro migliore, rimanendo in una cappa di noia dalla quale non riescono a uscire. «Zio Vanja si può allora definire il dramma delle occasioni mancate, della rinuncia a cogliere l’opportunità di cogliere le occasioni per cambiare la propria vita», rimarca R. Valerio, secondo il quale «Zio Vanja è una commedia basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia». Da qui la ricerca di uno stato di ebbrezza a che dia loro la possibilità di evadere dalla realtà. «Nella commedia si beve molto, ben diciassette volte i vari personaggi sono invitati dall’autore a bere», annota il regista. «Attraverso il bere si realizza una vita illusoria, inventata, artificiosa che si contrappone alla non-vita reale, quotidiana. Ma tanto grandi sono i sogni nell’ebrezza dell’alcool, altrettanto grande è l’incapacità di agire nella vita di tutti i giorni». Si dipana così la vicenda di personaggi amabili, stravaganti e bislacchi che Čechov mette in scena in un’opera che lui stesso considerava una commedia, quasi un vaudeville. «Tu sei il re dei buffoni», dice il dottor Astrov a Vanja. «D’altronde», conclude Valerio, «i buffoni, i clown, gli eccentrici, non sono l’immagine della solitudine e della tristezza?».

 

Zio Vanja di Anton Čechov - adattamento e regia: Roberto Valerio; interpreti: Giuseppe Cederna , Pietro Bontempo, Mimosa Campironi, Massimo Grigò, Alberto Mancioppi, Caterina Misasi, Elisabetta Piccolomini;  costumi: Lucia Mariani; luci: Emiliano Pona; suono: Alessandro Saviozzi; produzione: ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale, con il sostegno di MiC e Regione Toscana - rimarrà in scena al Teatro Duse fino a domenica 5 febbraio 2023 (orario: venerdì 3 e sabato 4 febbraio, ore 21.00; domenica 5, ore 16.00).

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Ultima modifica il Martedì, 31/01/2023

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.