Secondo la rivista scientifica Review on Antimicrobial Resistance nel 2050 le infezioni batteriche potrebbero causare 10 milioni di morti all’anno. Oggi, in Europa, la resistenza antibiotica comporta 25 mila decessi e 1,5 miliardi di perdite economiche. Una tendenza così preoccupante da convincere l’Organizzazione Mondiale della Sanità a organizzare un piano d’azione globale per contrastarlo.
Una lampadina di ultima generazione a luce led, tutta italiana, potrebbe essere una risposta a questo problema. Si chiama Biovitae ed è frutto dell’intuizione di due inventori italiani, Rosario Valles e Carmelo Cartiere. Se apparentemente sembra un oggetto comune, questa lampadina è dotata in realtà di una particolare frequenza di luce capace di uccidere i batteri e prevenire le allergie da loro causate, oltre che a tenere sotto controllo la carica batterica. La combinazione di frequenze Biovitae, infatti, agisce sul metabolismo dei batteri (GRAM+ e GRAM-, spore, muffe e funghi) e ne provoca la morte. L’azione battericida è volta a sanificare gli ambienti senza renderli sterili e a prevenire lo sviluppo di focolai di malattie infettive.
Biovitae agisce direttamente sul biofilm batterico, ovvero quella massa gelatinosa composta da filamenti, zuccheri e proteine dove le colonie di batteri possono crescere, scambiarsi informazioni e diventare resistenti. Si tratta di un elemento invisibile ad occhio nudo, resistente ai detergenti chimici più forti. La luce, invece, è in grado di penetrare all’interno. In particolare, come sottolineano i due creatori, “le frequenze Biovitae stimolano le porfirine dei batteri e attivano una reazione metabolica incontrollabile dai batteri stessi.
Essendo una luce Led, e non UV, Biovitae non è nocivo per l’uomo o per gli animali. Per questo può essere installata per illuminare ambienti casalinghi o d’ufficio, strutture sanitarie e assistenziali, spazi più collettivi come palestre, cinema e teatri, mezzi di trasporto, asili e scuole, allevamenti intensivi e, infine, anche l’illuminazione pubblica. Progetti pilota sono attualmente in corso all’interno degli aeroporti di Roma, al Policlinico Gemelli dell’Università Cattolica e all’interno di un reparto di lavorazione de La Granda, fornitore esclusivo di carne di Eataly.
Biovitae, oltre a essere un dispositivo medico di classe I registrato al Ministero della Salute, è stato progettato rispettando i principi guida dell’economia circolare - così come definiti dai principali documenti elaborati, a partire dal 2015, dalla Fondazione Ellen Mc Arthur e dall’Unione Europea.
È possibile infatti riparare, rifabbricare o riciclare il prodotto e i suoi componenti e materiali con l’obiettivo di perdurare a lungo nel tempo: ogni dispositivo offre una durata d’uso di circa 30 mila ore. Emette nell’atmosfera un quantitativo di CO2 pari a 54 Kg/anno, nettamente inferiore alle semplici lampadine a led.