Connettiamo il futuro: Forum Nazionale delle Telecomunicazioni

Massimo Sarmi Massimo Sarmi Foto Maurizio Riccardi © Agr
Asstel-Assotelecomunicazioni e le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno presentato presso la sala The Dome, dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, il Rapporto sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia, edizione 2022, elaborato dagli “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano.

La presentazione si è tenuta alla presenza del Vice Presidente del BEREC, Konstantinos Masselos, del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudio Durigon, del Sottosegretario al Ministero dell'Economia e Finanze, Federico Freni, del Sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e del Vice Presidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno.

Il Rapporto sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia evidenzia l’importanza delle TLC a livello globale, le dinamiche di dettaglio del mercato italiano e le prospettive future in termini di servizi per i cittadini, le imprese e la PA.
La filiera TLC è strategica sotto tre aspetti: il valore sociale in termini di connettività̀ e servizi per la popolazione, il valore industriale grazie alla possibilità̀ di abilitare molteplici servizi per le imprese e la pubblica amministrazione, il valore economico generato. Tuttavia, le dinamiche in atto nel mercato differiscono significativamente a seconda delle aree geografiche, a partire dalle abitudini diverse per l'acquisto di servizi digitali per i consumatori americani ed asiatici rispetto a quelli europei, e da una regolamentazione europea stringente che si riflette su una maggiore frammentazione del mercato", ha esordito Massimo Sarmi, Presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni.
"La differenza di crescita del mercato europeo rispetto ad America ed Asia - ha aggiunto - è particolarmente avvertita in Italia. Infatti, i ricavi del settore delle telecomunicazioni hanno registrato le maggiori riduzioni in Europa, pari ad un terzo del loro valore, passando da 41,9 mld di euro del 2010 a 27,9 mld di euro del 2021. L’andamento è da attribuirsi ad una dinamica competitiva forte, che ha portato a un calo dei prezzi del 33,3% dal 2011, e agli interventi sui prezzi regolati”.
Da ultimo, aspetto non meno importante che incide sulla filiera - ha proseguito Sarmi - è l’aumento del costo dell’energia. Nel 2021 i consumi hanno superato i 4,3 TWh e collocano il settore tra quelli a maggiore consumo. Tuttavia, poiché le telecomunicazioni non rientrano nella categoria dei cosiddetti settori energivori, non possono accedere alle misure specifiche ad essi dedicati. Peraltro, la costante sensibilità ai consumi energetici ha visto gli operatori investire importi significativi in soluzioni di efficienza, pari a 230 mln di euro”.
Ha concluso il Presidente: “Per sostenere e favorire lo sviluppo di un settore strategico come quello delle Telecomunicazioni, serve una politica industriale dedicata, portando avanti alcune misure già avviate in ambito europeo e integrandone ulteriori, quali ad esempio: l’introduzione di misure strutturali di mitigazione del costo dell’energia, l’IVA ridotta per i servizi digitali, l’adeguamento dei limiti elettromagnetici, la semplificazione amministrativa, l’assegnazione della banda alta 6 GHz e prevedere una partecipazione delle Big Tech agli investimenti necessari, laddove si trattasse di dover effettuare investimenti aggiuntivi a fronte di specifici incrementi di traffico”.

L'uscita dalla pandemia e successivamente l'aggressione dell'Ucraina, l'elevata inflazione e la crescita dei costi energetici devono comunque prevedere una forte accelerazione sugli obiettivi della digitalizzazione per garantire lo sviluppo e anche per difendere le risorse messe a disposizione dall'UE; implementazione della rete FTTH e 5G, connettività in tutte le aree del paese per il definitivo superamento del Digital Divide, sviluppo del Cloud, dei Big data e della Cyber Security e nuovi servizi digitali per le imprese e i cittadini con l'obiettivo di creare maggiori ricavi e marginalità sufficienti a sostenere gli investimenti e l'occupazione della filiera.
Se dovessimo fallire questi obiettivi ci troveremmo con una gravissima crisi delle Telco e dell'insieme della filiera, con ricadute drammatiche in particolare sul mondo dei CRM-BPO e degli appalti di rete. In questo contesto è necessario che il nuovo governo indichi per le TLC un piano industriale di sviluppo che passi dal riassetto definitivo del settore e che preveda la tutela di tutti gli asset Industriali, dei relativi livelli occupazionali e delle professionalità. La parola d'ordine dovrà essere meno precarietà e più dignità”, ha dichiarato Alessandro Faraoni, Segretario Generale Fistel Cisl.

“Per far fronte ai processi di trasformazione del lavoro che attendono la filiera TLC è necessario sviluppare nuove conoscenze, competenze e puntare a investimenti sulla formazione permanente. Sono questi i fattori chiave per contribuire allo sviluppo economico e sociale del Paese, dotando soprattutto i giovani delle skill necessarie, attraverso un dialogo costante con le Istituzioni scolastiche, accademiche e gli ITS Academy, per essere pronti al mondo del lavoro di oggi e di domani”, concludono il Presidente di Asstel, Massimo Sarmi e i Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali di Categoria, Fabrizio Solari (SLC-CGIL), Alessandro Faraoni (FISTEL-CISL), Salvo Ugliarolo (UILCOM-UIL). “Abbiamo il compito di accompagnare il processo di evoluzione del lavoro e riteniamo che il futuro della filiera passi anche per la creazione di percorsi formativi “permanenti”, in chiave sia di upskilling sia di reskilling, con l’obiettivo di rispondere alle richieste del mercato in aree quali: Cybersecurity, Cloud Computing, Big Data, Intelligenza artificiale e Internet of Things.
La ripresa passa anche da un pieno sostegno da parte delle Istituzioni agli investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, dagli investimenti in formazione delle competenze e dal rafforzamento dell’istruzione professionale e STEM. Servono politiche attive ed educative rinnovate che guidino l’innovazione.
Inoltre, crediamo che il Fondo di Solidarietà Bilaterale TLC sia uno strumento essenziale, per contribuire al riequilibrio della Filiera offrendo soluzioni non più emergenziali, ma strutturali nell’ambito dei processi di trasformazione e transizione tecnologica e digitale. L’auspicio è che le Istituzioni ravvisino la rilevanza nazionale della filiera delle TLC per la digitalizzazione del Paese e riconoscano un supporto pubblico alle finalità del Fondo attraverso il ricorso a risorse nella prossima legge di bilancio. Per questo auspichiamo un dialogo costante con le Istituzioni per dare forma a strumenti che rispondano concretamente ai bisogni dei lavoratori e delle imprese”.
I dati del Rapporto 2022 hanno evidenziato che il 2021 è stato un anno in cui continuano a crescere i volumi di traffico dati (+15% per il traffico dati fisso, +28% per quello mobile), ma anche di ulteriore peggioramento dei ricavi del settore. Il contesto iper-competitivo ha comportato un ulteriore calo dei prezzi e di conseguenza dei ricavi degli Operatori di Telecomunicazioni: questi ultimi si sono ridotti di 0,6 miliardi di euro raggiungendo 27,9 miliardi, il valore più basso di sempre. Complessivamente, dal 2010 al 2021, i ricavi complessivi hanno fatto registrare un calo del 33%, il radio-mobile del 42%, le comunicazioni fisse del 24%. Tale calo è superiore a quello degli altri principali paesi europei.